Abate alla Gazzetta: “Voglio chiudere la carriera al Milan, Seedorf è stato un capitolo sfortunato. Inzaghi? Da tanto non si respirava un’aria così a Milanello”.

Abate alla Gazzetta: “Voglio chiudere la carriera al Milan, Seedorf è stato un capitolo sfortunato. Inzaghi? Da tanto non si respirava un’aria così a Milanello”.MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
giovedì 23 ottobre 2014, 08:00Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Ignazio Abate è sicuramente una delle sorprese più belle del Milan in questo inizio di campionato. Dopo una stagione con tante difficoltà, tra infortuni ed esclusioni per scelta tecnica, il terzino rossonero sembra essere tornato ai suoi livelli e da quando è arrivato Inzaghi in panchina è tornato ad essere un titolare inamovibile del Milan: “Il cambio di allenatore ha fatto bene a me e al gruppo, si respira un’aria diversa - ha spiegato il numero 20 rossonero alla Gazzetta dello Sport -. Ma non mi esalto adesso come non mi sono depres­so prima. Inzaghi? Lo conosco da anni: Inzaghi è un maniaco, un perfezionista. Lo era da giocatore e lo è da tecnico.

Nello spogliatoio si fa rispettare: c’è il momento in cui si lavora, e lì Inzaghi non transige, e il momen­to in cui si può scherzare. C’è una fiducia corrisposta tra noi e lui. Da tanto non si respirava un’aria così a Milanello”.

EX ALLENATORI - Abate è poi tornato a parlare di alcuni dei suoi vecchi allenatori al Milan, a partire da Clarence Seedorf, con il quale lo scorso anno ha giocato pochissimo: “Non gli ho mai chiesto spiegazioni per le esclu­sioni e gli ho sempre detto le cose in faccia. Pretendo solo rispetto e lealtà. In quei mesi soffrivo, rischiavo di perdere il Mondiale. È stato un capitolo sfortuna­to per me e per il Milan. Mi ha fatto piacere che See­dorf abbia detto che mi sono sempre comportato da professionista. Leonardo? Leonardo è stato fondamentale: quell’anno pen­savo di fare il ritiro e poi andare via. Mi voleva la Roma. Mi impostò Leonardo da terzino. Lui ha cam­biato un po’ la mentalità della società puntando sui giovani. Allegri? Con Allegri all’inizio non giocavo, ma dopo il Real non sono più uscito. Con lui ho un rapporto di amicizia: è una persona leale, sincera, vera”.

MILAN A VITA - Non poteva poi mancare una domanda sul futuro visto che Abate è in scadenza di contratto a giugno 2015: “La mia priorità è il Milan: lo aspetterò finché po­trò - ha rivelato il terzino rossonero -. Questa è casa mia, anche se so che nel calcio ci si può separare. Io voglio restare e chiudere qui la car­riera. Non riesco a vedermi con un’altra maglia ad­dosso, almeno in Italia: al massimo andrei all’estero. Ma il momento di salutarci non è arrivato. Quando arrivo a Milanello, mi emoziono ancora”. Sul segreto della rinascita sua e del Milan, Abate ha dichiarato: “La continuità è il vero salto di qualità che ho fat­to. Ha influito l’allenatore e anche la posizione: gio­care 20 metri più avanti mi consente di arrivare più lucido al cross. Non penso a prendermi rivincite, ma mi godo il momento di forma: se sto bene fisicamen­te riesco a giocare con maggiore tranquillità. Quale immagine fotografa il Milan di Inzaghi? L’abbraccio dopo i gol: il gruppo è la vera forza. Siamo tanti e per l’allenatore non è facile gestirci. Eppure non ci sono problemi”.