Ancelotti a Repubblica: “Se prima o poi tornassi in Italia, sarebbe solo al Milan. Gattuso era come un fratello per me, su Seedorf...”

Ancelotti a Repubblica: “Se prima o poi tornassi in Italia, sarebbe solo al Milan. Gattuso era come un fratello per me, su Seedorf...”MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 24 novembre 2014, 12:00Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Carlo Ancelotti, che lo scorso anno ha vinto la Champions League sulla panchina del Real Madrid, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica, nella quale ha affrontato diversi argomenti:

Sulla crisi di Milan e Inter: “È transitoria. Tornerà a pensare in grande. Il vantaggio di Berlusconi, come di Florentino, è che è tifoso fin da bambino. Altri, come Abramovich al Chelsea e Nasser al Psg, tifano da quando hanno comprato il club". 

Su un suo ritorno al Milan: "Se prima o poi tornassi in Italia, sarebbe solo al Milan. Ma per allenarlo". 

Sui suoi ex giocatori ora allenatori: "Non avrei mai pensato a Inzaghi, Gattuso e Seedorf mister. Se hanno preso qualcosa da me e se diventeranno allenatori importanti, mi farà piacere". 



Su Seedorf: "A stagione in corso è la cosa più difficile. Io l'ho provato alla Juve e al Psg. Clarence ha cercato di incidere in un ambiente che faticava ad accettare il cambiamento. A lui e agli altri auguro il mio stesso fiuto nelle scelte". 

Sul giocatore con cui ha avuto più feeling nella sua carriera: “Il massimo livello di confidenza l'ho raggiunto con Gattuso. Rino era come un fratello, anche se io ero il suo allenatore. Gli ho confidato cose che non ho mai detto a nessun altro". 

Su Balotelli: "Deve trovare un posto dove sentirsi a proprio agio. Prima o poi ci riuscirà, ma dipende da lui: aiutati che il ciel ti aiuta. Ho provato anche a prenderlo al Psg. Veniva da un ottimo Europeo. Poi si è presentata l'occasione di Ibra e siamo andati più sul sicuro".

Sul calcio italiano: “Tutti i paesi fanno passi avanti, noi invece siamo statici. San Siro vuoto è triste: si è perso interesse verso il calcio. La serie A ha poco fascino, non attira i campioni. Stadi e infrastrutture sono il problema centrale. Idee? Un grande evento può aiutare. È successo alla Germania col Mondiale 2006, succederà alla Francia con l'Europeo. Ma servono stadi di proprietà, come quello della Juve. Ho studiato il fenomeno: lo United ricava dallo stadio 180 milioni, il Milan 20".