Bonucci non si nasconde dietro agli alibi: l'ammissione di colpa del leader

Bonucci non si nasconde dietro agli alibi: l'ammissione di colpa del leader
mercoledì 27 settembre 2017, 15:30Primo Piano
di Matteo Calcagni

Quando si parla di Bonucci è inevitabile che l'asticella delle aspettative di alzi, anche andando oltre quelle che sono le logiche di inserimento ambientale e di squadra. Il centrale di Viterbo è arrivato in rossonero per spostare gli equilibri, ma le bacchette magiche, nel calcio come nella vita, rappresentano un costrutto di fantasia e finzione. Esaltazioni e critiche procedono inesauribili con i loro estremismi, ben conosciuti dallo stesso difensore, consapevole di cosa sarebbe successo alla prima disattenzione dopo la coraggiosa scelta effettuata questa estate.

AUTOCRITICA - La falce delle contestazioni è stata aspra, forse troppo, ma questo non ha distolto il numero 19 dai suoi doveri, senza trincerarsi nel vittimismo e negli alibi. Perché è chiaro a tutti che Bonucci possa e debba dare di più, lasciando da parte una serie di incertezze che mal si sposano col suo eccellente percorso alla Juventus e in Nazionale. Aspetto noto allo stesso ex bianconero che, davanti ai microfoni dei giornalisti, ha mosso una personale ed intelligente autocritica: "Non sono soddisfatto perché ho commesso diversi errori di precisione, di chiusura. Ho voglia di rispondere sul campo a tutto quello è stato detto. Ho sempre preso le critiche come uno stimolo per migliorare. L'ho fatto da quando sono arrivato al Milan e lo farò anche oggi".

NIENTE ALIBI - In queste settimane si è molto ricamato sulla questione del modulo, la cui modifica appariva quasi obbligata proprio per la presenza di Leonardo Bonucci. E' vero che il classe '87 si esprime con maggior naturalezza con la difesa a tre, avendo più libertà di impostare e dirigere, ma ciò non significa che sia automaticamente legato a quel sistema di gioco. Aspetto ribadito dallo stesso giocatore, consapevole che le prestazioni sottotono non dipendano dalla difesa a quattro o da quella a tre, ma siano da imputare principalmente a sé stesso: "Io posso giocare e rendere bene o meno a prescindere dal modulo. Ora sono io che devo rendere di più come giocatore e leader di questa squadra". Parole da leader che ora vanno proiettate sul terreno di gioco.