Cagliari come simbolo di una separazione scontata: l'ormai prossimo addio di Bacca arriva nel modo più emblematico

Cagliari come simbolo di una separazione scontata: l'ormai prossimo addio di Bacca arriva nel modo più emblematicoMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 28 maggio 2017, 19:30Primo Piano
di Simone Nobilini

Il rigore fallito a Cagliari come emblema di un'esperienza nata bene e conclusa male, destinato a rappresentare l'istantanea conclusiva dello scorcio di carriera speso in rossonero. Di tempo ne è passato, ormai, dalla tripletta realizzata alla prima giornata di campionato contro il Torino: momento stagionale in cui Carlos Bacca, dopo le tante voci di mercato a lui legate in estate, sembrava aver preso ulteriormente per mano il Milan, dopo la positiva annata disputata precedentemente. Eppure, il prosieguo del campionato non ha portato ad altro che ad una progressiva, continua separazione virtuale del colombiano dalla  squadra di Vincenzo Montella, con più situazioni (anche extra campo) volte a sottolineare l'ormai evidente incompatibilità del giocatore all'interno del sistema di gioco milanista.

TUTTO STORTO - Quattordici gol stagionali a parte (6 in meno della passata stagione e 6 dei quali segnati nelle prime 7 giornate di campionato), Bacca ha finito per apparire un pesce fuor d'acqua nel contesto Milan, risultando primo colpevole del proprio scarso rendimento. La giustificazione del basso numero di palloni giocabili in area di rigore per un bomber come il colombiano, che vive di occasioni da sfruttare negli ultimi 15 metri, è passata infatti palesemente in secondo piano rispetto agli errori banali commessi di partita in partita: da semplici appoggi o passaggi sbagliati ad una serie di movimenti impacciati e controproducenti alla manovra della squadra, sommati alle chances mancate sottoporta per chi, sotto la gestione Mihajlovic e nelle precedenti esperienze, si era dimostrato un killer dell'area piccola per gli avversari, colpendo spesso anche al primo pallone toccato. Tutto storto, insomma, in una stagione in cui Bacca avrebbe voluto rendersi ancor più protagonista, nell'intenzione (ribadita più volte) di portare il Milan in Europa senza tuttavia risultare, dati alla mano, particolarmente decisivo.

ADDIO SCONTATO - Con l'insediamento della nuova proprietà cinese, Fassone e Mirabelli hanno da subito lasciato intendere implicitamente come, da grande biglietto da visita, la dirigenza avrebbe voluto portare a Milanello un attaccante di primo livello per inaugurare al meglio il nuovo corso. Con Morata primo obiettivo, ed il trio Aubameyang-Belotti-Kalinic come alternative, appare così ulteriormente scontata la partenza di Bacca, già vicino all'addio tra l'estate scorsa (sponda West Ham) e lo scorso gennaio (Cina): il comportamento poco positivo dell'attaccante dopo alcune sostituzioni decise da Montella, tra cene "riparatrici" e scuse pubbliche, ha influito ulteriormente anche su un tifo che non ha perdonato il calo evidenziato dal giocatore nel proprio rendimento e lo scarso apporto fornito alla squadra, anche negli aspetti più semplici. Dettagli capaci di portare anche ai fischi del pubblico, arrivati in più di un'occasione, e ad una frattura sempre più evidente con il mondo Milan: destinato a salutarlo, senza rancore o rimpianti, in vista della prossima finestra di mercato.