Contro 10, il trequartista atipico: racconti di Çalhanoglu

Contro 10, il trequartista atipico: racconti di ÇalhanogluMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 26 giugno 2017, 21:30Primo Piano
di Daniele Castagna

Fa quasi male vedergli correre quella fascia a perdifiato, un deliberato affronto all’estetica del calcio. Quello con la C maiuscola. Quello in cui il 10 è al centro di un universo creato a misura su di sé, e non viceversa. Quello in cui è la palla a viaggiare e non a farsi rincorrere. Sull’altare del collettivo viene sacrificato il talento di un tedesco di seconda generazione, figlio di immigrati a Mannheim ma sempre orgogliosamente turco in ogni scelta. A differenza di Mesüt Özil, nome che ciclicamente ritroveremo in questa storia, lui ha detto no alle avance della Fußball-Bund, acquisendo lo status di semi-divinità per l’intero popolo ottomano. Gli scout che lo hanno scovato ed allevato nella Baden-Württemberg hanno pochi dubbi al riguardo, è un talento che passa raramente, divertente da osservare, capace di riportare la sfera nuovamente al centro dello sport. Eppure Hakan in Germania è considerato un Gegen10, letteralmente un contro10, il trequartista atipico se ne esiste uno. 

ANTI BAROCCO - Diverso, non tanto per caratteristiche ma per filosofia di gioco. Un 10 di manovra e non di chiusura, un talento visivo più che finalizzativo. E se la posizione in campo è la più lampante discrepanza dal suo modello calcistico (ancora una volta Mesüt Özil), sono i dettagli a tratteggiarne il profilo. Un jolly, una carta matta con la quale scompaginare le trappole avversarie. La lista di ruoli impersonificati in carriera crea imbarazzo ad un semplice fantasista: regista basso, mediano di centrocampo a due, mezzala sinistra, mezzala destra, esterno sinistro di centrocampo, esterno destro di centrocampo, ala sinistra, ala destra, seconda punta. Non stupisce affatto come il Milan possa essersi interessato a lui. Se la geometrica localizzazione sul rettangolo verde non è sufficiente, è il suo intendere fußball che lo differenzia, nuovamente, dal suo idolo di casa Arsenal. Se l’ex Werder Brema e Real incanta (prevalentemente) per se stesso, con una pigra attitudine verso i compagni, Hakan è l’esatto opposto. La risposta sta nei numeri. La visione barocca dello sport gli piace poco, le sue pennellate sono lineari ma tremendamente verticali. Çalhanoglu non cerca l’appoggio facile per il compagno a 4 metri, ma tenta l’imbeccata per il collega lanciato 20 metri più avanti. Un modus operandi che riflette alcuni appunti altrimenti inspiegabili: percentuale bassa di passaggi riusciti (circa l’80%), ma assoluto leader di categoria per lunghezza media di passaggi, superando i 18 metri, più di qualsiasi altro “numero 10” dei top campionati. 

BOCCA DI FUOCO - Quando in precedenza si raccontava di sacrificio per il collettivo, non era un semplice concetto astratto. Il classe ’94 ha una sinistra capacità di rubare palloni inserendosi nel giro palla difensivo. I vantaggi sono immediati. Non a caso (dati Wyscout), il Leverkusen con il turco in campo è la squadra che tira di più nei primi 7 secondi successivi al possesso rubato, permettendo al ragazzo di primeggiare nell’ambito delle conclusioni da fuori area. Se con il destro le traiettorie che riesce a disegnare sono imprevedibili, il mancino è tutt’altro che terra inesplorata, con botte elementari ma precise e comunque violente. In inglese li chiamano ‘screamer’, in italiano sono semplicemente gol da urlo, è questo il marchio di fabbrica dell’ex Amburgo e Karlsruhe: forza nelle gambe, baricentro basso nonostante i 178 cm ed allenamenti speciali giornalieri, ecco il segreto. Per una risposta più chiara, prego rivolgersi al sig. Neuer Manuel (non uno qualunque), certamente ricorderà in maniera nitida il pallone in fondo al sacco. Un arma bivalente, buona anche in termini di visione e di assist. Guardandolo giocare, anche solo per pochi secondi, balza all’occhio come il retropassaggio non sia contemplato nel suo play book, ed anche qua le statistiche ne indicano 15 di media a partita contro i 29 di un 10 qualunque. Certamente diverso, indubbiamente atipico, differente, a tratti strano, calcisticamente difforme, dissimile dai cliché: in due parole, Hakan Çalhanoglu.