CorSera - Dal gioco al carattere, i problemi del Milan sono sempre gli stessi. E il silenzio della società non è un bel segnale per Mihajlovic

CorSera - Dal gioco al carattere, i problemi del Milan sono sempre gli stessi. E il silenzio della società non è un bel segnale per MihajlovicMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
martedì 6 ottobre 2015, 09:59Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Il deludente inizio di campionato del Milan, che ha raccolto appena 9 punti nelle prime sette giornate, si può spiegare con i pessimi numeri della squadra rossonera: 13 reti incassate (seconda peggior difesa), otto segnate (1,1 a partita, il Milan è 11° in questa classifica), di cui zero nelle quattro sconfitte, solo 57 tiri, appena 25 nello specchio, e inoltre, secondo i dati della Lega di A, il Milan è la formazione che corre di meno con appena 606,21 km percorsi. Nel mirino della critica, come sempre accade nel calcio, è finito l’allenatore, che dopo la disfatta contro il Napoli è sembrato piuttosto rassegnato per la prestazione dei suoi ragazzi.

SILENZIO - Il giorno dopo la pesante sconfitta contro la squadra di Sarri, la società di via Aldo Rossi ha deciso di non rilasciare nessuna dichiarazioni e di intraprendere la strada del silenzio: come riferisce questa mattina il Corriere della Sera, il club rossonero non ha infatti processato Mihajlovic, ma allo stesso tempo non lo ha nemmeno sostenuto in queste ultime ore. Questo silenzio fa sicuramente molto rumore e non è assolutamente un bel segnale per nessuno, in primis per il serbo, che in questi mesi non è ancora riuscito a risolvere i problemi del Milan.

LIMITI - Nonostante i tanti soldi spesi in estate sul mercato, la difesa e il centrocampo del Milan non sono ancora all’altezza: né Romagnoli, né Bertolacci, cioè due degli acquisti più costosi, non hanno infatti finora fatto fare il salto di qualità ai due reparti, dove alcuni giocatori continuano a mostrare limiti importanti. I problemi della formazione milanista non sono solo tecnici, ma è evidente anche che ci sono preoccupanti limiti di personalità: il Milan, infatti, quando scende in campo, ha paura e anche per questo non riesce ad esprimersi nel migliore dei modi. A Milanello, c’è ancora molto su cui lavorare, ma bisogna farlo in fretta, prima che la sfiducia prenda piede e contagi tutto.