Crescita lenta ma produttiva: dall'Inter al Torino, i primi segnali del vero Gustavo Gomez

Crescita lenta ma produttiva: dall'Inter al Torino, i primi segnali del vero Gustavo Gomez
venerdì 13 gennaio 2017, 21:00Primo Piano
di Simone Nobilini

Forse era solo e semplicemente questione di tempo. L'arrivo inatteso dal Lanus e da un campionato (nonchè continente) totalmente diverso per tipologia di calcio, con la fama di difensore aggressivo e particolarmente duro (ricordando l'intervento su Tevez), e un periodo di iniziale adattamento incapace di fornire alla Serie A la giusta immagine di quello che Gustavo Gomez, con ogni probabilità, non è. Piano piano, dopo qualche mese e con qualche occasione da titolare, il centrale paraguaiano sta iniziando a dimostrare buone cose, partita contro il Torino compresa. Per una risorsa che, gara dopo gara e con sempre più fiducia acquisita, potrebbe diventare ulteriormente importante come alternativa ad una coppia difensiva al momento inamovibile.

SCENARIO DIFFERENTE - Quantomeno rispetto alle iniziali sensazioni e idee post arrivo di Gomez a Milano, l'ex difensore del Lanus avrebbe dovuto teoricamente ricoprire il ruolo di difensore centrale titolare al fianco di Alessio Romagnoli, componendo un duo giovane e futuribile. Il convincente precampionato disputato da Gabriel Paletta, le cui prestazioni sono ulteriormente salite a livello qualitativo nel corso della stagione, ha tuttavia modificato in maniera probabilmente definitiva le gerarchie del reparto difensivo di Montella, deciso ad affidarsi ad un elemento ben più esperto e già abituato alla realtà del campionato italiano.

CRESCITA - Dopo le prime apparizioni stagionali lontane dall'essere convincenti, contro Napoli, Sassuolo e Pescara su tutte, Gomez ha evidenziato una netta crescita proprio nel momento in cui la sua presenza si è resa più necessaria che mai: dal derby (contenendo bene Icardi) e dalla gara con l'Empoli, in cui il numero 15 rossonero è stato chiamato a sostituire Romagnoli, alla buona prova di ieri contro il Torino, con chiusure precise ed importanti soprattutto nel finale di partita. Per struttura fisica, piuttosto massiccia e macchinosa nei movimenti, Gomez ha dimostrato in qualche occasione di soffrire la marcatura su giocatori piccoli, rapidi e bravi nell'1 contro 1, dando il meglio invece nel contenere prime punte più statiche e fisiche: dettagli sui quali l'ex Lanus dovrà lavorare e lavorerà ancora, per dimostrarsi sempre più pronto ad ogni occasione in cui verrà chiamato in causa. Ed il miglioramento mostrato nelle ultime gare giocate, in questo senso, è certamente di buon auspicio.