Dalla ricostruzione fisica alla metamorfosi: la "rivoluzione" meticolosa di Gattuso per un nuovo vecchio Milan

Dalla ricostruzione fisica alla metamorfosi: la "rivoluzione" meticolosa di Gattuso per un nuovo vecchio MilanMilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 1 marzo 2018, 21:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

In quella corsa a testa bassa sotto la neve, dopo il rigore trasformato da Romagnoli, c'è tutto lo spirito battagliero di un tecnico che ha preso una squadra malandata, sfiduciata e ferita, riuscendo a restituirgli uno splendore che sembrava smarrito da quasi una decade. Gattuso, nel postpartita dell'Olimpico, ha mostrato la stessa umiltà che lo ha sempre contraddistinto, sottolineando come i giocatori siano i principali artefici di questa (clamorosa?) risalita: calciatori che in estate erano stati pagati profumatamente e che ora, dopo mesi difficili, sono tornati ad esprimersi come nelle precedenti esperienze. Ma sappiamo benissimo che prelevare un elemento e collocarlo in un ambiente completamente diverso è un processo tutt'altro che scontato.

IL PESO DELLA "RIVOLUZIONE" E LA METAMORFOSI - E' verissimo che questo Milan non valeva la classifica deficitaria che occupava prima (e che occupa anche ora nonostante i miglioramenti), ma la solidità della squadra non può essere soltanto figlia della bravura dei protagonisti in campo, ma di un lavoro approfondito e certosino che ha dato il là alla costruzione dell'attuale fortino. Un processo meticoloso, strutturato per reparti, per una vera rivoluzione tattica impostata sulla semplicità dei concetti e sulla filosofia del sacrificio e dell'aiuto in campo, senza distinzioni. Dopo il pensionamento del 3-5-2, modulo che è stato lanciato troppo frettolosamente da Montella, il Milan si è uncinato nel collaudato 4-3-3, interpretato con lo spirito battagliero del suo allenatore. Una metamorfosi obbligata.

LA RICOSTRUZIONE FISICA E IL NUOVO VECCHIO MILAN - E pensare che prima del derby del 27 dicembre, vinto dal Milan grazie alla gemma nei supplementari di Cutrone, c'era chi ipotizzava un esonero per Gattuso, visti i risultati tutt'altro che esaltanti del suo primo mese in rossonero e la pesante figuraccia del Bentegodi. La realtà tuttavia era ben diversa, perché a Milanello si stavano oliando gli ingranaggi, anche lavorando in maniera intensiva sul piano fisico, per quello che sarebbe arrivato da lì a poco. Non è un caso che il Diavolo abbia faticato in quelle settimane per poi lanciarsi, anche a livello mentale, dopo quella grande vittoria. Dalla stracittadina sono arrivati tredici risultati utili consecutivi e sole quattro reti incassate, con una difesa che ora sembra la lontana parente del colabrodo dei primi mesi della stagione. Bonucci e Romagnoli rappresentano forse la miglior coppia arretrata del campionato e il vero paradosso e che, prima dell'arrivo di Gattuso, avevano giocato insieme in una difesa a quattro soltanto una volta, nel primo tempo di Shkendija-Milan. Rino è stato bravo anche in questo, nello scegliere con criterio, mettendo in campo i migliori, nei loro ruoli, in un architrave collaudato e noto. Suso è tornato a fare l'esterno d'attacco dopo aver navigato su e giù per il campo, Calhanoglu è cresciuto svestendo i panni della mezz'ala e tutta la mediana, dopo mesi difficili, ha ritrovato una sua fisionomia ben precisa e continuativa. Tanto è stato profuso finora ma, come direbbe giustamente l'ex centrocampista rossonero "ancora niente è stato fatto". E ora c'è il derby in vista, il secondo della gestione Gattuso.