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Crudeli: "Milan, mancano uomini di carisma. Addio San Siro? Meno sentimentalismi per tornare competitivi"

ESCLUSIVA MN - Crudeli: "Milan, mancano uomini di carisma. Addio San Siro? Meno sentimentalismi per tornare competitivi"
giovedì 26 febbraio 2015, 18:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

Quella appena trascorsa è stata una settimana sicuramente più serena delle precedenti per i colori rossoneri. La redazione di MilanNews.it ha contattato Tiziano Crudeli, giornalista e accanito sostenitore del Milan, per parlare della situazione attuale e futura del Diavolo.

Sig. Crudeli, avrà sicuramente sentito della lite nello spogliatoio avvenuta tra Cerci e Inzaghi. Che idea si è fatto della vicenda?

"Il discorso è semplicissimo: giusto o sbagliato, c'è un allenatore che fa delle scelte. Tu le puoi contestare vis-à-vis, non pubblicamente. Altrimenti si rischia che poi vengano fuori delle polemiche che sono controproducenti e che finiscono anche per intaccare l'ambiente. D'altronde nel Milan ne son successe di tutti i colori in questi mesi, basti pensare alle reazioni di Mexes e Muntari nelle scorse partite. Nello spogliatoio una volta c'erano anche giocatori di un certo carisma. Vi racconto un aneddoto: senza fare nomi, qualche anno fa un giocatore del Milan, che ora fa l'opinionista, è stato preso per il collo dal capitano rossonero di allora e da un altro uomo carismatico dello spogliatoio perchè non si comportava come doveva. All'interno del gruppo ci vogliono queste figure con forte personalità che sappiano redarguire i vari Cerci che contestano le scelte del tecnico".

Il Milan visto contro Cesena e Juventus sembra essere finalmente in lenta ripresa. Quali sono le sue sensazioni?

"Aspetto conferme perchè non voglio illudermi più di tanto. Con il Cesena abbiamo visto delle cose buone ma c'è ancora molto da perfezionare se si vuole essere competitivi per le posizioni più importanti in campionato. Menez là davanti insieme a Destro può essere la scelta giusta, a patto che l'ex Roma riesca ad entrare sempre di più nei meccanismi della squadra. Bonaventura trequartista sicuramente è un'idea interessantissima che può dare una mano al Milan. Lui insieme a Menez sono due delle note più lieti di questa stagione. Gli aspetti meno positivi riguardano come sempre la fase difensiva che concede sempre qualcosa di troppo e gli infortuni a catena soprattutto nel reparto arretrato. Ora dietro siamo davvero contati dopo l'infortunio di Rami".

Ha nominato Bonaventura, lei ritiene che possa avere le doti carismatiche giuste per poter essere un leader del Milan del futuro?

"Sinceramente non so rispondere, perchè lo conosco ancora poco. E' sicuramente un giocatore poliedrico che può interpretare bene molti ruoli. Che poi possa avere anche la personalità per fare il capopopolo dell'organico rossonero è tutto da vedere. E' uno degli acquisti più azzeccati in assoluto, considerando anche che è stato 'soffiato' all'Inter, cosa che è una nota positiva a mio modo di vedere".

Sono sempre più insistenti e frequenti le voci che vorrebbero quote di minoranza o maggioranza del Milan in vendita. E' giunta l'ora che Berlusconi passi la mano o che ceda una parte della società?

"Teniamo presente che devono essere fatti degli investimenti nel Milan. Si parla, per incrementare i ricavi, di costruire uno stadio nuovo. Per poterlo realizzare servono almeno 300 milioni di euro, quindi di conseguenza ci vogliono dei partner e l'ideale sarebbe vendere una parte delle quote della società. Dubito fortemente che Berlusconi abbia intenzione di cedere il 51%. A mio avviso è più facile che trovi una o più partnership per costruire il nuovo impianto potenziando di conseguenza la squadra".

A proposito di stadio nuovo, crede che ormai una società per continuare a essere competitiva abbia bisogno di una ventata di modernità o fa parte della schiera dei nostalgici di San Siro?

"I sentimentalismi per noi tifosi sono fondamentali, ma i sentimenti purtroppo si scontrano spesso con la realtà dei fatti. Basti pensare a certi giocatori, ai quali ci siamo legati, che dopo anni e anni nel Milan, quando sono andati via, hanno baciato la maglia di un'altra squadra alla prima partita. Al di là dell'attaccamento a San Siro, adesso bisogna incrementare i ricavi e per farlo è necessario costruire uno stadio di proprietà. La Juventus con lo Stadium ha incassato 41 milioni di euro e grazie anche a quei ricavi ha potuto costruire una squadra molto forte. Se non aumenti il fatturato non potrai mai essere competitivo ai massimi livelli".