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Longhi: "I cinesi potrebbero alzare da subito l'asticella degli obiettivi del Milan. Locatelli? Grande equilibratore"

ESCLUSIVA MN - Longhi: "I cinesi potrebbero alzare da subito l'asticella degli obiettivi del Milan. Locatelli? Grande equilibratore"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 1 dicembre 2016, 16:35Primo Piano
di Thomas Rolfi
intervista di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Bruno Longhi. Con il giornalista di Premium Sport abbiamo analizzato la situazione societaria in casa rossonera, il lavoro di Montella, soffermandoci anche sui singoli elementi della squadra allenata dal tecnico, e su quali possono essere gli obiettivi di questo Milan a fine stagione.

Come sta vedendo il Milan di Montella e quanto c'è del tecnico campano in questa squadra?
"C'è l'intelligenza e la pazienza. L'intelligenza di aver capito che giocando come aveva iniziato, cioè sbilanciando la squadra, rischiava di andare incontro a delle partite difficili. La pazienza è quella che mette in ogni gara. E' un Milan che aspetta che l'avversario si sfoghi. Non a caso i risultati arrivano sempre nei secondi tempi, quando spariscono le difficoltà dei primi tempi. Un'altra cosa importante è il nucleo della stessa nazionalità, non per forza italiani, ma della stessa nazionalità".

Quale pensa sia l'arma più importante a livello di singoli per il Milan?
"Montella è riuscito a compattare la difesa, ed è importante viste le difficoltà palesate ad inizio campionato. Un giocatore come Romagnoli ha trovato fiducia in sè stesso, fiducia nell'ambiente, fiducia da parte dell'allenatore e anche dalla stampa. Per cui gioca con quell'autorità che magari non gli veniva riconosciuta nei mesi scorsi. Poi ci sono giocatori come Bonaventura, che è un giocatore di livello internazionale, Suso, che riesce sempre a saltare l'uomo e a fare la differenza e poi c'è Locatelli. Mi ha stupito. Al di là dell'abilità tecnica e dei gol incredibili che ha fatto mi ha francamente sorpreso per la personalità e l'esperienza che mette in campo alla faccia dei 18 anni. Ogni volta che il Milan subisce un attacco avversario è sempre il primo a fare da frangiflutti davanti alla difesa, talvolta anche usando le maniere forti, cosa inaspettata per un ragazzino così giovane. E' il giocatore che riesce a bilanciare quelli che potrebbero essere gli scompensi di una squadra votata troppo all'attacco".

Si aspettava, quindi, che l'assenza di Montolivo, che negli ultimi anni era diventato l'equilibratore della squadra, pesasse maggiormente?
"Sì, mi aspettavo che potesse essere un problema irrisolvibile. Hai usato la definizione giusta parlando di equilibratore. Invece Locatelli ha dimostrato di potere essere un grande equilibratore dal punto di vista tattico nonostante la giovane età".

Poco fa ha nominato Suso. A questi livelli, forse, è una delle note più liete di questa stagione del Milan fino ad ora.
"Evidentemente siamo stati più distratti di Montella, che lo aveva sottomano a Marassi e che ha visto proprio dalla panchina della Sampdoria nel derby di Genova la bellissima doppietta segnata da Suso. E ci aveva visto giusto, perchè è un giocatore che crea superiorità numerica ed è dotato di un sinistro delizioso".

Come vede il Milan a fine stagione? Quale deve essere l'obiettivo fissato nella testa di allenatore e giocatori?
"E' una domanda complicata. Il Milan ha fatto veramente qualcosa di impensabile all'inizio stagione, basta guardare la classifica e i risultati che ha ottenuto. Inizialmente si parlava di colpi di fortuna. I colpi di fortuna, però, non ti fanno arrivare al secondo posto dopo 14 giornate. E' una squadra che ha bisogno partita dopo partita di consolidarsi, di aumentare la fiducia. Alla vigilia di Empoli e della partita con il Crotone si poteva ipotizzare che il Milan facesse 6 punti e quindi essere nelle zone ancora più in alto della classifica. Vediamo. E' una squadra che ha margini di miglioramento se continua a giocare con l'attenzione, l'intelligenza e la pazienza mostrata in questo momento. Negli ultimi anni gli avversari del Milan sapevano di potersela giocare anche a San Siro e questo dava un enorme vantaggio. Adesso, sanno che affrontano una squadra che, spesso, in un modo o nell'altro le partite le vince. Il Milan deve sfruttare questa situazione psicologica a proprio vantaggio. Non dimentichiamo che, poi, c'è il grosso punto di domanda del closing e questo potrebbe cambiare le cose".

Ecco, proprio lì volevo arrivare. Che idea si è fatto di questa situazione di continuo tira e molla e potrebbe far cambiare gli obiettivi del Milan per questa stagione?
"Il closing non dev'essere visto per forza come la manna che arriva dal cielo. Se però quelli che arrivano hanno le potenzialità economiche tali da poter aggiustare i buchetti che ci sono, è chiaro che anche quelle che sono le previsioni future possono cambiare. La mia sensazione? Sinceramente sono al 50 e 50, leggendo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sembra sempre che lasci sempre uno spiraglio aperto".

In questo contesto, però, la bravura di Montella è stata quella di isolare l'ambiente e la squadra in modo che non fossero distratti da queste voci societarie.
"Mi viene in mente l'esempio del Parma di Donadoni, due anni fa aveva rischiato di arrivare in Europa League e c'erano problemi ben più gravi a livello societario. La società è importante, ma io continuo a sostenere che, quando lavori bene a Milanello e c'è l'unità d'intenti, i problemi passano quasi in secondo piano. I giocatori leggono i giornali, ma non sentono il fiato sul collo continuamente sulle questioni societarie. Sono due mondi separati".