esclusiva mn

Maniero: “Milan con le p***e finalmente, che reazione dopo il gol. 2018? La TIM Cup per tornare a vincere”

ESCLUSIVA MN - Maniero: “Milan con le p***e finalmente, che reazione dopo il gol. 2018? La TIM Cup per tornare a vincere”MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 1 gennaio 2018, 11:00ESCLUSIVE MN
di Daniele Castagna

Un derby conquistato, Fiorentina riacciuffata ed un 2018 tutto da vivere. Per affrontare queste ed altre tematiche, la redazione di MilanNews.it ha intervistato Filippo Maniero, attaccante rossonero nel 1998 e bomber di Serie A con Sampdoria, Parma e Venezia tra le altre.

Sig. Maniero, torniamo alla sfida del Franchi. Che gara è stata Fiorentina-Milan?

Le partite spettacolari sono certamente altre, diciamo così… Ma è stata fondamentale per i rossoneri, un punto cruciale in un campo storicamente ostico. Vincere è roba da big, in poche passano al Franchi convincendo, ed anche un pari è sicuramente complicato. Fossi in Gattuso, mi terrei buona la reazione dopo il gol. Certamente un segnale significativo, il Diavolo ha fatto vedere le p***e, il carattere. In un momento come questo, può succedere che un gol a venti minuti dalla fine possa caderti addosso e pesarti come una montagna, invece il Milan si è scosso ed ha risposto veementemente. Un punto che non smuove la classifica ma accresce il morale”.

Nell’immediato post gara, la difesa rossonera è finita nel centro del ciclone per aver ‘dimenticato’ Simeone in area. Da ex attaccante, come valuta l’episodio? Bonucci e Romagnoli colpevoli?

“Mi è parsa evidente una cosa osservando il movimento difensivo ed il gol di Simeone, alla coppia serve tempo. È tutta una questione di abitudine, che cambiando il compagno di reparto ad ogni gara non si può fisicamente trovare. Bonucci è arrivato a luglio e, in questi mesi, credo stia giocando per le prime volte consecutivamente al fianco di Romagnoli. Prima ha vissuto tre cambi di sistema ed innumerevoli rotazioni al suo fianco: prima Zapata, poi Musacchio, poi Romagnoli, poi ancora Musacchio, nuovamente Zapata. Così è normale faticare anche se si è un grande difensore. Il Diavolo paga amnesie figlie di questi fattori, di non completa amalgama. Quando Leonardo ed Alessio si conosceranno anche ad occhi chiusi, allora sì che il Milan inizierà a subire meno”.

Ricollegandomi al suo discorso precedente, a livello caratteriale inizia a vedersi il Milan di Gattuso? Reagire al Franchi dopo un gol subito non è cosa da niente…
C’è stata una svolta a livello caratteriale. Ma è un mix di fattori ad aver reso il Milan più cattivo. Non è la sola presenza di Gattuso ad aver inca**ato nel senso buono la squadra, anche il momento di difficoltà porta a questa attitudine mentale. Quando i risultati non arrivano, i grandi giocatori sono portati spontaneamente a dare qualcosa di più per dimostrare il proprio valore ed uscire dal periodo negativo. Poi conoscendolo da giocatore, c’è poco da fare: la sua impronta caratteriale già l’ha data, poi dovranno arrivare anche gioco ed equilibrio. Rino sta facendo un buon lavoro, passata poi questa fase spero di vedere un Milan sereno e nella parte sinistra importante della classifica”.

In tema di svolte e miglioramenti, Hakan Çalhanoglu pare aver cambiato marcia nelle ultime apparizioni. Secondo lei, può essere l’uomo in più del Milan?

Lo spero, io come tutto l’universo rossonero. Gattuso e la dirigenza sanno di avere tra le mani un giocatore di qualità, un talento del quale la squadra ha bisogno. Più gare buone riuscirà ad inanellare, maggiormente migliorerà il suo tasso tecnico e l’autostima. Può essere l’uomo in più del Milan, ma non solo lui. Ci sono altri giocatori che Gattuso ha il compito di far brillare nuovamente, e qui entra in gioco la serenità”.

Si spieghi meglio.
Passa tutto dalla tranquillità, dalla chiarezza mentale ed emotiva con la quale si entra in campo. Quando si sta bene, si cercano le giocate con più facilità e senza aver paura di sbagliare. Al Milan sta mancando questo, e credo che i più tecnici in rosa debbano buttarsi alle spalle le pressioni, le paure e le ansie per tornare ad alti rendimenti”.

Tornando alle tematiche di campo, il calendario presenta il Crotone a San Siro nella prima dell’anno. Gara insidiosa?
Indubbiamente. Ha tutti i crismi della classica partita trappola che solo il nostro campionato sa offrire. Il concetto generale è che il Crotone arrivi a San Siro, contro il Milan, e non abbia chance. Nulla di più sbagliato. Perché al primo passaggio errato o alla prima azione conclusa male, il Meazza non perdona ed inizia a rumoreggiare. Nella testa dei giocatori entra un po’ di paura, od apprensione, e la sfida si fa in salita. Sulla carta non ci dovrebbe essere partita, ma le insidie ci sono e serve un Diavolo vivo per fare tre punti”.

2017 alle spalle, orizzonte su questo 2018 appena inaugurato. Cosa si attende dal Milan in questo nuovo anno?

A livello sportivo, mi auguro che la squadra possa combattere per la zona europea. La classifica attuale dice undicesimo piazzamento, ma questo Milan ha la necessità di confermarsi, almeno, in posti da Europa League. Attenzione però alle coppe, da secondo obiettivo potrebbero scalare le gerarchie. Il percorso europeo è difficile da prevedere, dipende da molti fattori ed anche un pizzico di fortuna per, eventuali, prossimi sorteggi. Molto più fattibile la Coppa Italia invece. Essere arrivati in semifinale è un traguardo importante ed il trofeo, numeri alla mano, è distante solo tre partite. Con altre prestazioni simili a quelle del derby, i ragazzi di Gattuso potrebbero farcela ed alzare la TIM Cup sarebbe un buon modo per tornare a vincere. E, perché no, per salvare la stagione”.