Gazzetta - Abbiati lancia Inzaghi: "È un esempio, la squadra lo segue in blocco. Chi non rispetta le regole finisce in tribune. Balo? Se dà il massimo ci sta bene"

Gazzetta - Abbiati lancia Inzaghi: "È un esempio, la squadra lo segue in blocco. Chi non rispetta le regole finisce in tribune. Balo? Se dà il massimo ci sta bene"MilanNews.it
© foto di Insidefoto/Image Sport
domenica 27 luglio 2014, 10:00Primo Piano
di Salvatore Trovato

Con Filippo Inzaghi ha condiviso successi e soddisfazioni, dalla notte di Manchester all’ultimo Scudetto targato Max Allegri. Christian Abbiati è uno degli ultimi senatori rimasti in rosa e la sua esperienza sarà fondamentale nel nuovo corso del Milan. Il portiere, che adesso chiama "mister" l’amico ed ex compagno di squadra, ha parlato alla Gazzetta dello Sport, partendo proprio da Pippo. "Un entusiasmo pazzesco, contagioso - dichiara Abbiati -. La squadra lo segue in blocco. Sono i primi passi giusti per ripartire: se tutti manterranno l’entusiasmo di Pippo, faremo molto bene. A me comunque il suo modo di lavorare non stupisce: lo conosco da tempo, so la maniacalità che ci mette. Le regole? Giusto così. In un contesto come questo vanno messi paletti anche nelle cose più piccole. Solo così si riparte. Pippo è un esempio concreto e credibile perché per primo mette in pratica ciò che chiede alla squadra. Le regole vanno rispettate e vale per tutti: altrimenti si finisce in tribuna". Nuove disposizioni, prima etiche poi tecniche, a cui dovrà sottostare anche Mario Balotelli: "Mario è arrivato con entusiasmo - afferma l'estremo difensore milanista -. Dopo un Mondiale così negativo per tutta la Nazionale, sono certo che in lui scatterà qualche meccanismo: vorrà dimostrare che le cose stanno diversamente rispetto a com’è andata in Brasile. È un bravissimo ragazzo, ogni tanto combina qualche marachella ma se dà il massimo non ci sono problemi. E poi chi meglio di Pippo può 'curarlo', visto che anche lui era un attaccante?". L’ultima stagione è stata in assoluto la peggiore dell’era Berlusconi: "Non ho ancora trovato una spiegazione, se non che è mancato il girone di andata.

Non è possibile fare solo 22 punti. È stato tremendo, stavo male, per la prima volta in carriera mi portavo il lavoro a casa. Non riuscivo a staccare. Devo fare un monumento a mia moglie. Una stagione che non fa parte del dna Milan. Nessuno dei 30 in rosa ha dimostrato di essere da Milan". L’obiettivo adesso è tornare in Champions. Ma questa squadra è in grado di arrivare tra le prime tre? "Sarò sincero: in questo momento no perché stiamo lavorando, stiamo costruendo. Diciamo che non partire come le due ultime stagioni sarebbe già un bel miglioramento... Noi come la prima Juve di Conte?. Di certo qualche analogia c’è, nel calcio può succedere di tutto. Basta anche una palla dentro di un metro, no?". Abbiati sta per iniziare la sua 14esima stagione in rossonero, ma senza la certezza del posto fisso: "Se mi sento titolare? No. Gabriel è giovane e ha un grosso potenziale, Agazzi è un ottimo portiere, molto esperto. Io sono un diesel, devo prepararmi bene e non sarà facile perché l’età avanza e faccio una certa fatica. Se la scelta dell’allenatore non cadrà su di me, non ci sarà alcun problema".