Gazzetta - Berlusconi racconta: “Ecco cos’è per me il Milan, ho nel cuore la mia prima Coppa Campioni. Formazione? Dettata mai, suggerita spesso”

Gazzetta - Berlusconi racconta: “Ecco cos’è per me il Milan, ho nel cuore la mia prima Coppa Campioni. Formazione? Dettata mai, suggerita spesso”MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
mercoledì 7 ottobre 2015, 08:01Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Nella giornata di domani, uscirà in libreria la biografia di Silvio Berlusconi, scritta da Alan Friedman (il titolo è “My way”). Il presidente rossonero ha parlato di tutto, compreso di Milan e di cosa significhi per lui il club milanista: “Il vero significato del Milan per me è che mi ricorda l’infanzia, mi ricorda mio padre. Ne parlavamo quasi ogni sera, quando lui tornava dal lavoro. Quando mi chiedeva della scuola e dei compiti, io cercavo subito di indirizzare la conversazione sul Milan. A quell’epoca non era un grande club, non vinceva mai niente. Ma in qualche modo mi proiettavo in quella squadra. Mi identificavo con i singoli calciatori. Fantasticavo. Così quando nel 1986 mi proposero di comprarla, pensai subito a mio padre, e mi decisi. Comprai il Milan anche per questo”.

DNA MILAN - L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport riporta poi altre anticipazioni di questa biografia, come per esempio quella che riguarda la famosa questione delle formazioni dettate agli allenatori: “Ho mai dettato una formazione? No. Ne ho suggerito una? Certo. Molto spesso. Discuto sempre con i miei allenatori, parliamo della formazione e di ciascun calciatore prima di ogni partita. Certe volte non sono d’accordo con l’allenatore, e in questi casi vince sempre lui. Così non ho mai abusato della mia posizione di proprietario e presidente del club. Non ho mai tentato di essere superiore al coach. Dopo tutto, è lui il responsabile dei risultati della squadra. Con Sacchi, per esempio, abbiamo inventato la formula di un Milan che avrebbe sempre comandato il gioco, abbiamo inventato una squadra che si sarebbe sempre divertita a giocare, che avrebbe rispettato gli avversari e per questo sarebbe stata applaudita dai suoi tifosi. Ecco, credo che adesso questo concetto sia ormai un elemento fondamentale del Dna del Milan”.

STILE MILAN - Il numero uno del club di via Aldo Rossi ha poi parlato anche dello ‘stile Milan’: “Lo stile Milan è un comportamento sempre corretto, in campo e fuori dal campo. Significa essere leali nei confronti degli avversari, evitare reazioni eccessive e mantenere la calma qualunque cosa succeda. E significa anche un certo modo di presentarsi. Oggi, per esempio, ci sono giocatori coperti di tatuaggi o con strane pettinature. Ai miei tempi, mi spiace usare quest’espressione, io controllavo perfino il nodo della cravatta, prima che un calciatore si presentasse a fare una dichiarazione in tv. Quali giocatori del mio Milan ho sempre nel cuore? Dei vecchi giocatori di quando ho cominciato la mia missione nel Milan io ho soprattutto nel cuore Maldini e Baresi”. Berlusconi ha ricordato con grande entusiasmo anche la prima Coppa dei Campioni alzata in cielo a Barcellona contro lo Steaua Bucarest: “Quella di Barcellona fu la prima vittoria internazionale del mio Milan. Giocammo una partita straordinaria, e in quel momento il Milan sembrava proprio la più forte squadra del mondo, con un gioco praticamente perfetto. Quella sera lo stadio era meraviglioso, e fu stupendo quando alla fine i tifosi sugli spalti accesero tutti insieme migliaia e migliaia di luci: fu un paradiso di stelle che durò per tutta la notte. Quando arrivammo in albergo, io addirittura mi affacciai al balcone per fare un discorso. Mi sembrava di essere un novello Mussolini perché i tifosi del Milan mi vollero a forza sul balcone per celebrare la vittoria. Comunque fu la mia prima vittoria in Coppa dei campioni, ed è rimasta non solo nel mio cuore, ma nel cuore di tutti gli innamorati del Milan”.