Gazzetta - Nesta: “Milan, riparti da un gruppo di italiani mentalmente forte. I cinesi dovranno spendere tanto per tornare in Champions. Ai miei tempi…”

Gazzetta - Nesta: “Milan, riparti da un gruppo di italiani mentalmente forte. I cinesi dovranno spendere tanto per tornare in Champions. Ai miei tempi…”MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 24 maggio 2017, 07:57Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Alessandro Nesta, indimenticato campione rossonero, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha commentato così la stagione del Milan e i festeggiamenti per il sesto posto domenica contro il Bologna: “Mi schiero dalla parte di chi ha festeggiato. È giusto farlo quando si raggiunge un traguardo, e il Milan l’ha raggiunto. Ovvio, rispetto alla mia epoca gli obiettivi si sono abbassati molto, ma il Milan adesso è questo. Quindi, in quest’ottica, è un passo importante e un grande traguardo. E poi, pensateci un attimo: l’Inter farebbe carte false per trovarsi dove si trova ora il Milan... Occorre solo avere tanta umiltà e smettere di pensare al Milan di Berlusconi, perché quel Milan non c’è più. Umiltà è la parola chiave, è con quella che devi affrontare una trasferta a fine luglio in qualche posto semisconosciuto”.

CAMBIO DI PROPRIETA’ - Non poteva poi mancare una domanda sull’addio di Silvio Berlusconi e l’arrivo in società dei cinesi: “Che effetto mi fa il Milan senza Berlusconi? Tristezza. Io sono un nostalgico, rimpiango anche Moratti... Gente che guidava i club per passione e non per soldi. Negli ultimi anni c’è stato tanto caos e il club non era abituato a programmare in condizioni di emergenza. C’è stata confusione nei ruoli in società e così è stato molto più facile cambiare gli allenatori. Hanno sempre pagato loro, ingiustamente. Mi chiedo: al quarto, quinto tecnico che non funziona, magari dovrebbe venirti in mente che non può essere sempre e solo colpa di chi sta in panchina. Milan cinese? Questo dev’essere un punto di partenza, adesso occorre cambiare marcia rispetto al passato. Non so, per giudicare prima bisogna capire come lavorano. Addosso mi resta una sensazione di perplessità, mi pare che la proprietà interista si muova di più. Di certo riportare il Milan in Champions sarà dura, dovranno spendere molto. Da cosa bisogna ripartire? Da un gruppo di italiani mentalmente forte. E chi arriva dopo, si allinea. Com’era ai miei tempi e com’è ora nella Juve”.

MENTALITA’ - L’ex difensore milanista è infine tornato a parlare del suo Milan che in quegli anni ha vinto di tutto e di più: “Il segreto di quel Milan era la mentalità, più che la tecnica: eravamo sempre pronti a giocare partite come quella di Atene. Voglio dire che eravamo sempre pronti alla massima tensione e a sapere come gestirla. Il 23 maggio? Il più bello è stato rientrare nello spogliatoio con la coppa. Ce lo eravamo promessi dopo Istanbul, e potrebbero sembrare quelle frasi fatte. Ma esserselo promessi ed esserci riusciti significa essere al top. Mi ricordo che Ronaldo ci aspettava dentro con le birre (risata, ndr), poi abbiamo festeggiato in piscina fino a notte fonda. Vincere è come una droga, hai sempre bisogno di rivivere le stesse emozioni e quando non le provi più vai fuori di testa”.