I 40 giorni di Brocchi: tra veleni, difficoltà oggettive ereditate, idee nuove e colpe affibiate a priori

I 40 giorni di Brocchi: tra veleni, difficoltà oggettive ereditate, idee nuove e colpe affibiate a prioriMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 26 giugno 2016, 15:47Primo Piano
di Pietro Mazzara

Cristian Brocchi ha deciso di farsi da parte. Lo ha comunicato al presidente Berlusconi in quanto non ritiene che vi siano le condizioni per andare avanti a lavorare unitamente con il Milan. La scelta è stata presa al termine di giorni di riflessione, in quel di Coverciano, dove Cristian ha riflettuto a lungo su quella che era la scelta da fare, in attesa di capire quello che sarebbe stato il suo futuro. La cessione del club ha decisamente influito sulla sua eventuale riconferma, con Berlusconi che avrebbe voluto continuare con lui mentre Galliani si è schierato, fin da subito, apertamente contro questa soluzione andando a ponderare, caldeggiare e sostenere la candidatura di Marco Giampaolo, presentato anche a Nicholas Gancikoff e, ormai, molto probabile futuro allenatore del Milan.

LE DIFFICOLTA’ -  Brocchi, nei suoi 40 giorni da allenatore del Milan, si è trovato davanti ad una squadra scarica mentalmente e fisicamente (arrivava da 2 punti in 5 partite) ed ha dovuto cercare di rivitalizzare un gruppo che, probabilmente, aveva dato tutto. Ha cercato, nel poco tempo a disposizione, di dare un nuovo gioco alla squadra con una doppia spada di Damocle sulla testa: una era quella dell’Europa League, l’altra quella della finale di Coppa Italia. Proprio nella sfida di Roma contro la Juventus si sono visti i frutti del lavoro fatto da Cristian, con il Milan che è tornato a giocare a pallone, che non ha aspettato i bianconeri e che ha sfiorato una vittoria che, vista la mole di gioco prodotta, avrebbe meritato di ottenere. Il tutto all’interno di un ambiente avvelenato, che lo ha condannato ancor prima di salire in cattedra e bollato come “il lacchè” di Berlusconi nonché colui che ha osato prendere il posto di Mihajlovic, che nell’immaginario di una parte del tifo rossonero, era stato eletto a capo popolo.

A TESTA ALTA -  Tuttavia Brocchi, che nelle ultime settimane ha sofferto tantissimo per gli insulti che gli sono arrivati (è stato costretto a chiudere i profili social), è una persona tutta d’un pezzo e nonostante quello che potrà succedere (ovvero l’arrivo di Giampaolo), proseguirà sulla sua strada a testa alta, con la coscienza pulita di chi ha lavorato 16-18 ore al giorno per cercare di salvare una barca alla deriva e prossima all’ennesimo naufragio, testimonianza evidente di un altro fallimento tecnico-organizzativo. Non faticherà a trovare una panchina, Cristian, perché la sua idea di calcio è moderna, bella e avvincente. E non avrebbe meritato di essere trattato a pesci in faccia. Il Milan ripartirà di nuovo da zero, per l’ennesima volta, mandando all’aria quel poco che aveva cercato di costruire.