Il Milan ha paura di perdere ma soprattutto di vincere: le ragioni del K.O. e di una stagione difficile da salvare

Il Milan ha paura di perdere ma soprattutto di vincere: le ragioni del K.O. e di una stagione difficile da salvareMilanNews.it
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martedì 5 dicembre 2017, 14:30Primo Piano
di Matteo Calcagni

Sono passate all'incirca quarantotto ore dal frastornante pareggio beffa di Brignoli al Ciro Vigorito, episodio sufficiente da solo per abbattere un gigante, figuriamoci una squadra febbricitante come il Milan. Il Benevento non solo aveva fin qui incamerato zero punti, ma aveva segnato la miseria di sei reti, mai più di una per gara. I rossoneri sono stati i primi a subirne due, andando ad aggravare quindi il giudizio su quanto accaduto in Campania. Di chi sono le colpe? Sicuramente il meno colpevole è Gattuso, il cui unico "errore" è rappresentato dalla sostituzione Suso-Zapata. Con una squadra talmente devastata psicologicamente inserire un uomo offensivo avrebbe forse evitato la situazione finale e continuativa da "Fort Apache", abbastanza paradossale a prescindere dall'inferiorità numerica.

TRA UOMINI E MERCATO - Sostituzione a parte, le responsabilità della figuraccia vanno ricercate altrove. Dirigenza da un lato e giocatori dall'altro. Le scelte estive si stanno rivelando sempre più erronee, non tanto nel valore intrinseco dei giocatori acquistati, ma nella mancata concatenazione tra caratteristiche e moduli. Il Milan ha speso 65 milioni per due attaccanti ma è costretto a giocare con una sola punta, Calhanoglu non ha una vera e propria collocazione e, nonostante la mole di risorse a disposizione, Montella prima e Gattuso poi si sono ritrovati con soli quattro centrocampisti di ruolo. Nei momenti di difficoltà è necessario inserire forze fresche (e di fisico) in mediana, ma il Diavolo non ne ha. Ma scaricare tutto sulle scelte effettuate in campagna acquisti sarebbe sbagliato, perché i giocatori non possono più avere alibi. Impensabile e intollerabile che un gruppo di professionisti, alcuni decisamente esperti, si faccia logorare dalla paura contro una squadra ancora a zero punti.

SQUADRA IN DISARMO - Gennaro Gattuso ha predicato pazienza e calma, usando più carota che bastone per i suoi ragazzi, almeno a livello di dichiarazioni. Al Vigorito si sono visti gli stessi difetti che già si erano potuti osservare in questi mesi: il Milan è una squadra che ha delle qualità ma manca di cattiveria e tenacia, come se non riuscisse mai a liberarsi della sindrome del "braccino". Non è un caso che in situazioni concitate i rossoneri ne siano quasi sempre usciti con le ossa rotte. E' capitato con la Roma, in una gara persa proprio nel momento clou, così come contro l'Inter. Il Milan non solo sembra aver paura di perdere, ma anche di vincere, non riuscendo mai a compiere un vero step verso l'alto. E l'aspetto incomprensibile è che questa squadra, nonostante possa contare su giocatori di caratura e spessore come Bonucci, Biglia e Kalinic, ha meno convinzioni di quella dello scorso anno, dove la qualità era più bassa ed anche l'esperienza internazionale. E' opinione comune addossare le colpe alla condizione atletica, e i dati sul chilometraggio sembrerebbero confermare ciò, ma può davvero essere questa l'unica motivazione? Forse la preparazione anticipata per via dell'Europa League ha inciso negativamente, ma il Milan ha iniziato con appena qualche giorno di vantaggio rispetto alle rivali, oltretutto affrontando sfide decisamente abbordabili. Questa situazione, più che dal tenore dei muscoli, dipende più per la psicologia di alcuni e la sopravvalutazione di altri. Intanto Gattuso, dopo il figurato gancio ricevuto al Ciro Vigorito, proverà a compiere un miracolo per risollevare una stagione già ampiamente compromessa.