L'Analisi Tattica - Inter-Milan 3-2: difesa, che direbbe Cicerone? Svolta secondo tempo, focus sulle punte

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© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 16 ottobre 2017, 16:30Primo Piano
di MN Tactical Analysis
fonte a cura di Daniele Castagna e Pietro Mazzara

Perdere un derby come quello di ieri brucia, perché la sensazione di aver buttato via un tempo è cresciuta ora dopo ora. Perderlo, poi, per degli errori marchiani dei singoli, da Bonucci e Ricardo Rodriguez, fa ancora più rabbia. Ma c’è anche un aspetto positivo, dal punto di vista tattico, che è la squadra scesa in campo nel secondo tempo, priva di incontristi e piena di qualità in mezzo al campo. Ecco la nostra analisi tattica degli episodi principali del derby di domenica sera.

CAMBIO DI PASSO -  Se sarà un caso o meno ce lo dirà solo il tempo, ma la rivoluzione tattica effettuata da Vincenzo Montella nell’intervallo del derby ha ribaltato completamente il Milan. Fuori un irriconoscibile Franck Kessie, apparso anche nella stracittadina con le candele bagnate, e dentro Cutrone a dare peso e manforte ad André Silva in attacco. La logica conseguenza è stato lo spostamento di Suso nel ruolo di mezz’ala destra, con piena libertà d’azione. È con questo accorgimento tattico che il Milan ha cambiato pelle ed ha iniziato a schiacciare l’Inter nella propria metà campo. Non è un caso, infatti, che con due punte effettive in campo, i due centrali di difesa interisti si siano abbassati di almeno 20 metri rispetto al primo tempo così come i due terzini, che sono stati tenuti bassissimi dalla nuova occupazione dello spazio fatta da Borini e Ricardo Rodriguez. In questa fase, poi, si è notata una certa propensione alla fase offensiva di Musacchio, che con un movimento tanto semplice quanto efficace, ha aperto lo spazio a Suso in occasione del gol dell’1-1. In più, con questo cambio di pelle, si è certificata l’inattuabilità del 3-5-1-1. Per fare il 3-5-2 ci vogliono le due punte vere, a prescindere che ce ne siano solo due a disposizione. Perché l’ingresso di Cutrone è stata una manna dal cielo per tutti e uno così, ad oggi, non può stare fuori.

A SCUOLA DI DIFESA - Mai come oggi, il Milan dovrà ascoltare il consiglio della Curva Sud ispirato da Cicerone. Perché quel “per aspera ad astra” (attraverso le asperità sino alle stelle), dovrà velocemente tramutarsi in realtà per raddrizzare una stagione nata sotto una buona luce, ma velocemente offuscatasi nel cielo. E rimanendo nel campo degli studi classici, chissà che riadattando un celebre passo del “De oratore” (sempre dell’amico Cicerone) qualcosa non possa cambiare: “Dicendo homines ut dicant efficere solere”, che volgarmente leggiamo con “di solito, parlando, si impara a parlare”, potrebbe tornare utile dalle parti di Milanello con un più calcistico “di solito difendendo, si impara a difendere”. Sì perché è questo il grave problema che emerge dalle ultime apparizioni del Diavolo: 2 gol subiti dalla Samp, 2 dal Rijeka, 2 dalla Roma, 3 dall’Inter. Con l’impressione di totale vulnerabilità, che Donnarumma possa venir perforato ogniqualvolta gli avversari mettano piede nella trequarti milanista. L’altra metà di Milano non ha vinto il derby per guizzi o invenzioni rivoluzionarie, “solo” cinismo e spietatezza sugli errori macroscopici della retroguardia milanista. Tralasciando la terza marcatura dal dischetto (follia di Rodríguez), i 2/3 della tripletta di Icardi giungono da gentili omaggi del Milan a linea schierata. Sulla prima rete, Candreva scappa via dopo un sanguinoso pallone scoperto perso, Romagnoli non esce in contrasto, Bonucci copre il taglio colpevolmente fuori ora e Musacchio tarda la diagonale per seguire il 9 argentino. Il secondo, se possibile, è anche peggio. Qualcosa da tunnel degli orrori: Musacchio non può fisicamente tenere il passo di Perisic che corre verso il fondo, ma è in mezzo che si inscena l’horror. Biglia e Bonucci presidiano una porzione di area completamente inutile, uno spigolo dell’area piccola senza maglie avversarie, lasciando Icardi solo a 4 metri da Donnarumma. Nulla può un Romagnoli solitario sul secondo palo, eventualmente sovrastato in caso di respinta dalla presenza doppia di Vecino e Borja Valero, ovviamente liberi. Difendere in area non è mai una brutta idea.