L'analisi tattica - Lazio-Milan 4-1: il crollo di Roma in tre punti fondamentali, da migliorare subito

L'analisi tattica - Lazio-Milan 4-1: il crollo di Roma in tre punti fondamentali, da migliorare subitoMilanNews.it
© foto di Federico Gaetano
martedì 12 settembre 2017, 18:30Primo Piano
di MN Tactical Analysis

Amici di MilanNews.it benvenuti alla prima puntata della nostra lavagna tattica, a cura di Daniele Castagna e Pietro Mazzara. In questa rubrica analizzeremo i punti salienti di ogni match del Milan, andando a sviscerare le situazioni che hanno portato un beneficio o un danno alla squadra dentro la sua prestazione. Ecco quanto analizzato in occasione di Lazio-Milan 4-1 di domenica pomeriggio. Buona lettura:

L’AVVIO - Il primo punto della lavagna non può che essere il tanto chiacchierato avvio di gara. A più di 48 ore dalla sfida, la corrente di pensiero si è spezzata in due tronconi: il partito della partenza perentoria del Milan, spentasi poi per poca energia; l’opposizione del “la Lazio ha lasciato giocare e ha studiato l’avversario”. Mai come in questo caso, la verità sta nel mezzo. Per i primi 17 minuti, il Diavolo ha messo in scena un bilanciato 4-3-3 con i movimenti cruciali di Calabria e Ricardo Rodríguez. Sembravano perfettamente coordinati, se uno attaccava l’altro rimaneva schiacciato con Bonucci e Musacchio. Con un simile equilibrio, facile capire come la manovra fosse fluida, con le mezzali sospinte in avanti. Cosa ha smesso di funzionare allora? La risposta sta nei contrasti. Dal 18’ fino al triplice fischio, la mediana a 3 contro una palizzata avversaria di 4 uomini più Milinkovic e Luis Alberto (quindi 6, ergo il doppio dei rossoneri) è stata letteralmente affondata. La percentuale di duelli vinti è scesa al 32%, quella dei contrasti aerei raggiunge a fatica il 20%. Pressoché immediata la comprensione di come il Milan non abbia più guadagnato alcun pallone giocabile. Una perdita territoriale che ha permesso a Basta e Lulic di inserirsi oltre le linee nemiche, tagliando a metà il Diavolo con Milinkovic e Luis Alberto. In poche parole, il Milan ha perso ogni linea di passaggio.

IL GOL TAGLIA GAMBE -  Ma è il gol del 2-0 della Lazio l’emblema di quanto sia andato giù il Milan nella sua fase cognitiva della partita e, di conseguenza, della sua fase difensiva. L’azione dei biancocelesti è armoniosa e viene condotta, in fase di transizione, da sei uomini contro gli otto della squadra di Montella. Già dall’avvio di Parolo si nota come Immobile sia già posizionato alle spalle di Bonucci, mentre Calabria effettua una diagonale sul taglio di Milinkovic-Savic. Basta taglia nella zona di Musacchio mentre Ricardo Rodriguez concede metri vitali a Lulic, spostatosi sulla corsia di destra. Tutti i giocatori del Milan, in questa azione, sono attratti dal movimento del pallone e perdono contatto visivo con i rispettivi uomini, tranne Calabria che segue e uomo Milinkovic. Quando la sfera arriva a Lulic, ecco che dentro l’area milanista si creano le seguenti coppie: Calabria-Milinkovic, Biglia-Basta e Luis Alberto-Bonucci. E Immobile? Completamente solo poco all’altezza dei 18 metri. L’errore di base sta nelle scalate, visto che Musacchio si ritrova senza uomo e Bonucci, che si fa attrare da Luis Alberto, capisce troppo tardi che Immobile è stato lasciato libero di scegliere al meglio la soluzione per fare gol. Un errore di reparto grave, con Kessie che arriva al limite dell’area di rigore sempre e solo attratto dal pallone, non curante che il pericolo si trovava a pochi metri da lui.

LUCI SPENTE - Detto dell’avvio, dell’andamento della sfida e delle difficoltà difensive, è la quarta rete quella che mette il sigillo sulla gara e rimanda a Milano un Diavolo ridimensionato. Ma per analizzare il poker biancoceleste, serve mandare un attimo avanti il tempo e spostarsi nel post gara, quando Bonucci parla di: “fase difensiva fatta insieme, con la paura di prendere gol”. Ecco, diciamo che la marcatura di Luis Alberto è l’esatto opposto. Al 49’, i ragazzi di Montella sono sotto di 3 reti, con un inizio di ripresa da incubo. Nel blackout più totale, sul lancio in avanti dai 45 metri di Montolivo ci sono ben 7 milanisti nei pressi dell’area di Strakosha, tutti attratti dall'accecante desiderio di rimonta: un’enormità che viene ingrandita da Bonucci nel tentativo di recuperare alto la sfera, dunque 8. Un doppio rimpallo ed il pallone finisce sui piedi di Parolo che, a memoria, lancia lungo per Immobile. Il solo Musacchio capisce il pericolo, attivando le antenne con il sensore della paura, e segue l’attaccante, mentre al centro ci sono almeno 20 metri (un abisso) tra Alberto ed un qualsiasi rossonero. Quando Calabria si accorge della corsa indisturbata dello spagnolo, è ormai troppo tardi. Occupazione degli spazi e transizione difensiva completamente da rivedere. 

Di Daniele Castagna e Pietro Mazzara