L'assenza di Montolivo spegne la luce

L'assenza di Montolivo spegne la luceMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
lunedì 11 febbraio 2013, 08:00Primo Piano
di Emiliano Cuppone

Il pari di Cagliari riapre una ferita aperta per la squadra di Massimiliano Allegri, un nodo ancora da sciogliere per una compagine in crescita, ma alla continua ricerca di un vero sostituto di Riccardo Montolivo.
I problemi di manovra legati all’assenza del Caravaggio rossonero erano preventivabili ed anche comprensibili, ma l’opaca prestazione del diavolo in Sardegna ha messo in evidenza le serie difficoltà di un Milan senza il suo faro di centrocampo. Senza Montolivo in campo si spegne la luce, l’offensiva abulica del diavolo a Cagliari n’è l’esempio, il trio di creste non ha mai avuto un pallone giocabile, salvo dover affrontare l’intera difesa sarda schierata.
Novanta minuti caratterizzati da un Milan lento, impacciato, con difficoltà evidenti a far circolare il pallone ed a portare la sfera oltre la metà campo prima che i cagliaritani potessero ripiegare e schierarsi come una vera e propria diga davanti ad Agazzi. Le occasioni da gol sono state pressoché inesistenti sino all’espulsione di Astori ed al forcing finale, le poche chance di andare in porta sono arrivate dalle iniziative di Niang, fra i più attivi, sempre nate dall’uno contro uno dell’esterno francese, mai servito sulla corsa.
Il Milan si è rifugiato sugli esterni, sfruttando a più riprese l’asse destro, ma scontrandosi in continuazione con i limiti derivanti da una manovra poco fluida che ha saputo liberare il solo Abate al cross, tra l’altro evidenziando le difficoltà tecniche dell’esterno rossonero, arrivato sul fondo a ripetizione, ma incapace di imbeccare le punte.
Riccardo Montolivo si palesa sempre più come l’ago della bilancia rossonera, l’unico uomo in rosa capace di dirigere il traffico in mediana, il vero e proprio direttore d’orchestra, circondato da una serie di ottimi esecutori del proprio ruolo, ma incapaci di organizzare le operazioni. Massimo Ambrosini non è mai stato un metronomo e l’età si fa sentire anche negli anticipi, Sulley Muntari non è propriamente quello che si definirebbe un regista, Mathieu Flamini ci mette corsa, voglia e tanta grinta, ma neanche lui è capace di giocare a testa alta.

Il centrocampo dei tre mediani non funziona più come nell’anno dello scudetto, il perché è evidente, da un lato l’assenza di Van Bommel, certo più ordinato dei sopracitati, dall’altro, e diremmo soprattutto, quella di Thiago Silva, vero e proprio regista arretrato, oltre che difensore centrale più unico che raro.
Se la difesa preoccupa per le continue sbandate, l’assenza del vice-Montolivo (che ricorda molto più che vagamente l’annoso tormentone che si affiancava al sostituto di Pirlo e che ci ha accompagnato quasi per un decennio) non è secondo nella scala delle ansie di Massimiliano Allegri. Il centrocampista di Caravaggio non è d’acciaio, anche lui ha bisogno di rifiatare ogni tanto, peri di più non è stato progettato per difendere, ergo le ammonizioni sono sempre dietro l’angolo, e con loro le squalifiche. La prestazione di Cagliari ci ha mostrato che senza il suo fulcro la girandola dei gol rossonera resta immobile, mettendo in ombra il trio di creste ed il lavoro dei pluriosannati terzini del diavolo (De Sciglio non si è mai visto in fase offensiva se non in occasione del rigore, Abate ci ha messo tanto impegno, ma senza qualcuno che lo peschi sulla corsa mostra tutti i suoi limiti), a Massimiliano Allegri il compito di trovare un’alternativa tattica al Caravaggio, con la speranza che la sorte ci permetta di averlo in campo il più possibile.