L'infermeria si svuota e il Milan sorride, ma il problema della coperta corta prosegue
In quest'ultimo lunedì, oltre a rimuginare per un passo falso non preventivato, il Milan ha dovuto fare i conti con gli infortuni di Kucka e Niang, andati ad accumularsi ai problemi preesistenti. Pesava soprattutto l'assenza di Bonaventura, uno degli insostituibili dell'undici rossonero. La situazione giorno dopo giorno si è fatta più rosea e, ad eccezione di Kucka, Mihajlovic dovrebbe recuperare tutti i sopracitati. Tornerà arruolabile anche Luiz Adriano, per il quale il Milan ha rinunciato ad un'offerta del Beijing Guoan di Alberto Zaccheroni. Le prospettive in vista del Grifone si fanno più incoraggianti, sebbene la formazione rossonera abbia pericolosamente mostrato il fianco causa coperta corta.
COPERA CORTA - Tutte le rose pagherebbero dazio se, causa infortuni o squalifiche, dovessero rinunciare ad elementi di spicco. E' un dogma calcistico, ma al Milan si applica per quasi tutti gli slot dell'undici tipo, con grande concentrazione nella zona centrale del campo. Mancano alternative pure e semplici al duo Honda-Bonaventura, mancano mediani di peso e centimetri in grado di rimpiazzare eventualmente Montolivo o Kucka. Inevitabile fare di necessità virtù e adattarsi alle situazioni, ma per raggiungere il tanto decantato terzo posto sarebbero serviti certi correttivi che non si sono palesati.
IDENTITA' E MERITI - Tutto ciò serve a capire, se ce ne fosse ancora il bisogno, come il lavoro di Mihajlovic sia stato importante: la sua rosa è di sicuro qualitativamente superiore a quella degli ultimi Milan, ma la squadra è stata costruita inseguendo la chimera del 4-3-1-2, senza averne gli interpreti e le caratteristiche. L'allenatore serbo è riuscito a far quadrare il cerchio col 4-4-2, creando un'identità di squadra disponendo di un numero limitato di titolari e rare alternative di sorta. Immaginiamoci cosa avrebbe potuto fare con un altro esterno di ruolo e magari un centrocampista in più... Riflessioni che dovranno essere tenute vive anche nei prossimi mesi, quando si ragionerà (ancora una volta) sul futuro della guida tecnica e sull'oscillante progetto.
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