La (nuova) domenica dall'esame non superato: tra campo e panchina, quanti "meno" per questo Milan

La (nuova) domenica dall'esame non superato: tra campo e panchina, quanti "meno" per questo MilanMilanNews.it
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domenica 24 settembre 2017, 20:30Primo Piano
di Simone Nobilini

Illusioni e delusioni. L'impressione di aver dimenticato definitivamente il bruttissimo K.O. di Roma, dopo il tris di successi contro Austria Vienna, Udinese e SPAL, e un nuovo, pesante tonfo a rimettere in discussione una crescita interrottasi ancora. Il lunch match odierno contro la Sampdoria si è rivelato come secondo esame non superato (e con voto decisamente basso) dal Milan di Vincenzo Montella, sceso in campo a Marassi con scarsa cattiveria e ancora con tanti problemi evidenziati a livello di singoli e gioco.

TRA CAMPO… - Se il piano partita rossonero poteva prevedere la ricerca di un predominio sulle corsie esterne, evitando di stagnare eccessivamente nella trappola del rombo sampdoriano, la risposta sul campo è stata tutt'altro che convincente: giro palla lento, scarsissimi cambi di gioco senza sfruttare i grandi spazi concessi sulla destra e una generale impressione di non essere scesi in campo con la giusta cattiveria, non affondando troppo il colpo e accontentandosi, almeno fino al 72', del pari. Atteggiamento in campo tutt'altro che gradito, come sottolineato anche da Fassone a fine partita, e inspiegabile per una squadra decisamente rinforzata rispetto alla passata stagione, chiamata a lottare per un obiettivo imprescindibile (dentro e fuori dal campo) come la qualificazione alla prossima Champions League.

…E PANCHINA - Questione modulo compresa, dalla difesa a 4 a quella a 3 o dal tridente offensivo a al nuovo suo Suso-Kalinić, Montella sembra non aver ancora trovato la quadra giusta per far girare al meglio la propria squadra. Al centro dell'attenzione resta, inevitabilmente, anche la posizione di Suso, fondamentale ago della bilancia rossonera nella passata stagione: chiamato ad incidere maggiormente soprattutto in zona gol dal proprio allenatore, lo spagnolo è ancora apparso in difficoltà nel 3-5-1-1, pur risultando uno dei pochissimi elementi in grado di tentare di creare qualcosa nel buio del "Ferraris" con il pallone tra i piedi. La sostituzione a 12' dal termine, con la squadra sotto di un gol, è risultata poco chiara nell'ottica del tentativo di recupero del risultato, togliendo estro e fantasia ad una squadra ancora alla ricerca di una precisa identità e capace di finire, oggi, per fare un nuovo passo indietro. Dall'approccio sbagliato, che suona come novità rispetto alle precedenti gare, ad una generale improduttività offensiva contro un avversario ben preparato ma non certamente irreprensibile, passando per amnesie di un reparto arretrato che dovrebbe rappresentare il punto di forza di una squadra (almeno oggi) in confusione. Al secondo, brutto stop di una stagione in cui fallire l'obiettivo primario, al di là di ogni giustificazione sulla grande rivoluzione vissuta, non può risultare ipotesi contemplabile.