L’analisi tattica - Austria Vienna-Milan 1-5: le punte yo-yo e Çalha al potere, il 3-5-2 viaggia

L’analisi tattica - Austria Vienna-Milan 1-5: le punte yo-yo e Çalha al potere, il 3-5-2 viaggiaMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
venerdì 15 settembre 2017, 14:30Primo Piano
di MN Tactical Analysis

Dopo il 4-1 dell’Olimpico, che abbiamo analizzato nella nostra prima puntata, rieccoci amici di MilanNews.it con l’analisi tattica di Austria Vienna-Milan 1-5, gara d’esordio del 3-5-2 in quella che potrebbe essere una veste molto simile a quella che ha in mente Montella. Suso e Bonaventura in panchina sono state due scelte inevitabili visto che l’allenatore milanista ha optato per il doppio centravanti Kalinic-André Silva, una mezz’ala di contenimento e una di spinta ai lati di Biglia, che è sembrato più a suo agio in questa posizione di regista “protetto”.

KALINIC SILVA, COPPIA YO-YO - Sì, si può giocare bene anche con le due punte. Dopo anni, se non un decennio intero di supremazia di una punta unica all’interno di un tridente (o di un albero di Natale), il Diavolo si riscopre vincente con il tandem del gol. Termine voluto, perché in un campo che profuma di storia come quello di Vienna, Nikola Kalinic ed André Silva mettono in piedi una lezione di coordinazione offensiva. Non tanto nelle prove balistiche ma quanto in movimenti tattici. Il volgare yo-yo in fase di non possesso è una gioia per gli occhi di chi osserva dalla panchina: se il primo pressing lo attua il portoghese, il croato si sgancia e scende sulla linea di galleggiamento della mediana; e viceversa. Ed è proprio così che nasce la prima rete: l’ex Fiorentina va in contrasto a centrocampo con il portare di palla avversario, facilita la palla rubata di Çalhanoglu, si lancia in avanti, lavora da boa al limite dell’area e mette in condizione il turco di far partire un missile terra-aria verso la porta di Hadžikić. Balistica al potere, sublimata però dal puntuale lavoro senza palla delle punte. Per i cultori della tattica poi, guardarsi il movimento all’unisono sulla terza rete: quando il 10 rossonero ha la palla tra i piedi, Kalinic e Silva partono nel medesimo istante attaccando l’area avversaria, difesa tagliata in due e doppia possibilità di mandare in porta i compagni per l’ottomano volante. 

MEZZ’ALI DEI MONDI OPPOSTI - Nel 3-5-2 varato al “Prater”, Montella ha scelto di dare equilibrio ai tre centrocampisti centrali con un regista (Biglia), una mezz’ala di contenimento e fisicità come Kessie mentre l’altra di inventiva e spinta, ovvero Calhanoglu. Proprio l’alternanza delle caratteristiche dei due ha dato stabilità sulla mediana, con i due che hanno agito principalmente nelle loro aree di competenza. Se saliva uno, l’altro rimaneva in copertura, con Kessie più dedito a questa fase per consentire a Calhanoglu di sfruttare al meglio le sue doti dai 30 metri in su. Il turco, come si evince dalla sua heatmap in allegato (fornita da Squawka), ha giostrato principalmente sul centro sinistra, spostandosi all’occorrenza sull’altro lato, come in occasione del gol del 2-0 di André Silva. Venuta meno, dunque, la posizione ipotizzata alla vigilia, con Calha che si sarebbe potuto alzare dietro le due punte, formando un 3-4-1-2 che si è visto solo in fase dinamica, mai in fase di non possesso. Kessie, invece, ha preso in consegna Holzhauser, mettendolo spesso in difficoltà con il suo dinamismo. Da una situazione di pressing è nato anche il giallo che, in parte, lo ha frenato nel resto del match, ma è stato bravo a gestire questa situazione, mai facile per un intermedio con le sue caratteristiche. Anche lui, però, si è fatto apprezzare in fase di rifinitura con l’assist per il gol del 4-1 di André Silva, arrivato quando è stato lui a salire come mezza di spinta.

LA LINEA DA 3+2 - Ultimo ma non meno importante, un veloce focus sulla linea difensiva messa in scena all’Ernst Happel Stadion. Bonucci, finalmente, si sarà sentito a casa nel suo comodo loft protetto ai lati da Romagnoli e Zapata. Tridente difensivo perfettamente funzionante, perforato solo da palla inattiva. Alessio e Cristian erano pronti a coprire alle spalle del capitano quando decideva di guadagnare metri, assicurando così a Donnarumma una continua presenza di vigilanti difensivi. Serata tatticamente da applausi per la coppia Antonelli-Abate, i due senatori home-made hanno svolto con attenzione e diligenza il cruciale ruolo di esterno nel centrocampo a 5. Doppia fase continua e costante, senza mai far mancare il proprio apporto in fase difensiva. Le rare volte che l’Austria Vienna ha avuto il pallone tra i piedi, potendo attaccare con una sorta di 4-2-3-1, la retroguardia rossonera era già schierata a 5, chiudendo ogni linea di passaggio alla regia di Holzhauser e compagni. La via è segnata. 

Di Daniele Castagna e Pietro Mazzara

© foto di MilanNews.it
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