M&F - I cinesi pronti a investire 1,2 miliardi nel Milan: i numeri della proposta della cordata asiatica

M&F - I cinesi pronti a investire 1,2 miliardi nel Milan: i numeri della proposta della cordata asiaticaMilanNews.it
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mercoledì 27 aprile 2016, 19:03Primo Piano
di Thomas Rolfi

Potremmo essere vicini - o perlomeno non così lontani - a una svolta storica per il Milan. La due diligence (l'analisi dei conti) del club di via Aldo Rossi è già stata fatta da parte della nuova cordata cinese, che ora vuole stringere i tempi per acquisire la società rossonera. Secondo quanto riferisce Milano&Finanza, la cordata asiatica sarebbe disposta ad investire complessivamente nel Milan 1,2 miliardi di euro compreso i debiti.

1,2 MILIARDI: I DETTAGLI - Vediamo nel dettaglio come. Il gruppo di investitori cinesi valuta il Milan intorno ai 500-550 milioni. Ricordando che il club rossonero ha chiuso il 2015 con una perdita di 89 milioni di euro, al mezzo miliardo vanno sommati i 240 milioni di debiti (188 milioni solo nei confronti di banche e società di factoring) che portano la valutazione complessiva intorno ai 740-790 milioni di euro. Secondo fonti di mercato vicine alla trattativa e riportate da M&F, il consorzio di imprenditori cinesi avrebbe già preso l'impegno di investire nel Milan una cifra intorno ai 300-400 milioni su base pluriennale. Complessivamente, dunque, la spesa potenziale per rilevare il controllo del Milan potrebbe raggiungere gli 1,2 miliardi.

I TEMPI- La risposta definitiva, ovviamente, dovrà arrivare da Arcore, ma qualora fosse positiva, l'incognita resta per quanto riguarda le tempistiche. L'obiettivo è cercare di arrivare alle firme entro l'inizio della prossima campagna acquisti estiva per affrontare il mercato già con l'eventuale nuova proprietà e quindi entro luglio. E' possibile che inizialmente la holding della famiglia Berlusconi continuerebbe a detenere una piccola quota di minoranza (20-30%), anche se Fininvest vorrebbe evitare che si verifichi una situazione come quella Inter-Thohir-Moratti, con quest'ultimo che detiene ancora il 29%. Per questo motivo gli accordi ancora in fase di definizione potrebbero prevedere diverse tappe in termini di percentuale di quote e controllo.