Per rialzarsi c'è bisogno di un cambiamento: per prima cosa il modulo...

Per rialzarsi c'è bisogno di un cambiamento: per prima cosa il modulo...
martedì 8 ottobre 2013, 22:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Cosa si può trarre di positivo dal primo mese della stagione rossonera? Tra classifica deficitaria, infortuni, gioco altalenante e squalifiche, i tifosi rossoneri sono caduti nello sconforto, faticando a trovare concreti appigli sui quali costruire speranze. Il rientro in pompa magna di de Jong e il buon impatto di Poli sono certamente note liete, ma non sono stati sufficienti per mantenere le ruote incollate ai binari. A cosa ci si può aggrappare per tentare un'utopica rimonta per un piazzamento Champions ed una comunque ostica per un posto in Europa League? Bisognerà lavorare sulla testa dei giocatori, professionisti sì ma non sempre concentrati come converrebbe, e ovviamente su tattica e modulo di gioco. Il 4-3-1-2 ha mostrato lacune enormi, tali da aumentare le già enormi difficoltà difensive emerse nella scorsa stagione: con la cessione di Boateng e il mancato acquisto di un esterno il 4-3-3 è diventato di impervia attuazione, ma può essere comunque ricostruito in maniera diversa. Il 4-3-1-2 diventa devastante qualora si possegga un centrocampo di qualità diffusa, due terzini costantemente dediti alla doppia fase ed un trequartista dall'alto rendimento. Ad oggi non si può dire che il Milan possieda tutti questi elementi, per motivazioni legate agli infortuni e alle lacune della rosa. Al ritorno di Stephan El Shaarawy dall'infortunio al metatarso (ne dovrebbe avere per circa 20 giorni), più che adattare il giovane savonese al modulo con le due punte sarebbe il caso di rimetterlo nelle condizioni di esprimersi al massimo.

Siamo tutti d'accordo che l'ex Padova può e deve migliorare su alcuni aspetti, ma pur con i suoi difetti resta un elemento fondamentale per l'undici rossonero. Perché quindi non riproporre il 4-3-3? A destra ci potrebbero stare sia Robinho che Niang, oltre a Saponara e Birsa. L'unico che farebbe difficoltà ad adattarsi sembra Kakà, arrivato coi migliori auspici ma costretto a fermarsi dopo appena 70 minuti di gioco con il Torino: il brasiliano certamente non potrà trasformarsi in ala offensiva, ma può diventare utile anche in quello che è stato il sistema di gioco della scorsa stagione. Visti i problemi di costruzione osservati in mediana, perché non tentare di utilizzare l'ex Pallone d'Oro come mezz'ala? Coadiuvato da elementi con spiccate doti di copertura come de Jong, Muntari o lo stesso Montolivo, Kakà potrebbe comunque dire la sua in un ruolo diverso, avendo anche maggiore spazio per inventare gioco e servire passaggi ai compagni di squadra. Il mercato poteva portare elementi più funzionali e garantire maggior solidità alla squadra, ma ora come ora bisogna sapersi arrangiare e trovare la soluzione migliore. Il 4-3-1-2 è stato un mezzo fallimento, se consideriamo i gol subiti e il ruolino di marcia di 3 vittorie, 3 pareggi (tutti tre in rimonta) e 3 sconfitte: se si vuole provare a risollevare la testa, serve un rapido e pronto cambiamento, cercando di mettere momentaneamente da parte quelle che erano state le idee estive.