Poli a tutto campo: "Ho perso il mondiale per le scelte di Seedorf che non aveva dialogo con noi. Inzaghi può emulare Capello"

Poli a tutto campo: "Ho perso il mondiale per le scelte di Seedorf che non aveva dialogo con noi. Inzaghi può emulare Capello"
© foto di MilanNews.it
giovedì 26 giugno 2014, 08:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

Andrea Poli è stato l’ultimo degli ospiti della Crociera Rossonera ad incontrare i giornalisti presenti sulla MSC Splendida. E’ stato lungo e ricco di spunti il botta e risposta avuto con i cronisti dove ha parlato, a cuore aperto, davvero di tutto: dal mancato mondiale al suo riscatto da parte del Milan passando per Filippo Inzaghi fino ad arrivare alla voglia di ripartire per far parte di un Milan vincente e competitivo.

Per diverse settimane si sono alternate le voci sul suo riscatto. Come lo hai atteso?
“Essere stato riscattato è motivo di soddisfazione e di orgoglio. In questi mesi ho conosciuto questa società, questi tifosi e ho vissuto il mondo del Milan che è una grande famiglia. Indossare questa maglia è una soddisfazione e questo riscatto mi da grande carica per la prossima stagione per rifarsi dell’annata che si è appena conclusa. Sono molto contento e darò sempre il massimo per questi colori”.

E’ un riscatto che lei vive come una consacrazione?
“E’ una grandissima gioia essere rimasto. Mi porterà a dare sempre il 100% e a lavorare duramente per la squadra. Avrò grandi stimoli e sono convinto che sia io sia i miei compagni avremo la voglia e la determinazione per poter creare qualcosa di importante. Mi piacerebbe che il Milan ritorni a giocare per quello che merita, ovvero per stare ai vertici del campionato. Per arrivarci dobbiamo passare dal lavoro, dai sacrifici e da un grandissimo impegno che non dovranno mai mancare”.

Per colmare il gap con le squadre davanti servono giocatori più forti, testa più forte o corsa più forte?
“Sono tre elementi fondamentali per far bene. La squadra ha un’ossatura importante con giocatori di valore che devono trovare il loro assetto e spero che il Milan possa trovare questo assetto, che possa diventare una squadra veramente organizzata. Sono arrivati due giocatori come Menez e Alex che hanno una caratura internazionale e ci daranno una mano. Quello che spero io è che il Milan diventi davvero una squadra organizzata dove tutti vengano messi nei loro ruoli naturali per poter esprimere al meglio le proprie caratteristiche”.

Come si immagina o come crede che sia Inzaghi da allenatore?
“Sicuramente è un allenatore che ha fatto una bella esperienza con la Primavera vincendo il torneo di Viareggio. Mi dicono tutti che abbia un grande entusiasmo e per come la vedo io, questo è un fattore fondamentale per un allenatore e penso anche che questo entusiasmo possa essere affiancato da un gruppo di giocatori che ha voglia di vincere e di rifarsi dopo questa annata. Penso che sia un connubio importante all’interno di un progetto altrettanto importante”.

Le fa paura la sua inesperienza a grandi livelli?
“No, non mi fa paura perché ripenso a Fabio Capello. Anche lui ha iniziato la sua grande avventura nelle giovanili nel Milan ed ha vinto tutto. Spero che Inzaghi possa seguire la sua strada per diventare un grandissimo allenatore”.

La scorsa annata a cosa è legata?
“A San Siro dove abbiamo affrontato delle squadre molto forti e sinceramente la sento molto legata a questo stadio, che è un palcoscenico molto importante e all’affetto dei tifosi che mi sono sempre stati vicini e mi hanno sempre dimostrato il loro affetto”.

E’ più colpa di Poli o più colpa di Seedorf se lei non è andato al Mondiale?
“Io sono consapevole che per gran parte del campionato ho avuto un minutaggio importante. Con l’arrivo di mister Seedorf le mie presenze sono diminuite e per un giocatore come me che ambiva ad andare ai mondiali è normale che i due mesi nei quali non ho giocato non mi hanno dato una mano. Non do le colpe a nessuno però ci tengo a dire che non mi ha aiutato”.

Che impressione le ha fatto Inzaghi quando lo è andato a vedere al Vismara?
“Sono andato a vedere la partita contro l’Udinese dei play-off. Ancora non lo conosco, lo conoscerò tra poche settimane ma è un allenatore molto organizzato, che punta a dare un’identità alla sua squadra e questo è un fattore fondamentale a questi livelli. La Juve, oltre alle qualità tecniche, gioca a memoria e per tre anni ha spadroneggiato in Italia”.

Inzaghi parla spesso con i suoi giocatori. Seedorf invece pare che non lo facesse molto.
“L’esonero di Allegri ci ha amareggiati molto perché quando un allenatore viene mandato via c’è sempre la colpa anche dei giocatori. Seedorf è arrivato in un momento in cui il nostro gruppo aveva avuto molti problemi e aveva bisogno di certezze e sicurezze. Forse Seedorf ha voluto fare dei cambiamenti che in quel momento erano difficili da assimilare per un gruppo che era in difficoltà oggettiva. Un po’ di dialogo in più non avrebbe fatto male”.

Il 4-3-3 potrebbe essere il modulo di base della prossima stagione. Crede che sia il sistema di gioco più adatto alle sue caratteristiche?
“E’ un modulo nel quale mi trovo molto bene dove posso giocare sia a destra che a sinistra”.

Pensa che il Milan possa essere la sorpresa del prossimo campionato?
“Io lo spero. Ovviamente non giocheremo le coppe e avremo molto tempo per lavorare e affrontare il campionato nel migliore dei modi. Abbiamo voglia di rivalsa e di costruire qualcosa di importante”.

Quanto può pesare la presenza o l’assenza di Kakà nello spogliatoio?
“Ricardo è un buon amico ed è stato un ottimo compagno di squadra con il quale ho instaurato un rapporto speciale. Io spero che possa essere ancora un mio compagno perché la sua capacità di trasmettere tranquillità al gruppo. Se dovesse andar via verrebbe ricordato da tutti come un grande campione, sia dentro che fuori dal campo”.

Ha parlato di organizzazione, quindi con Seedorf un po’ questo aspetto è mancato?
“In un momento in cui si cambia l’allenatore, la situazione è sempre difficile. Mi sarei aspettato un dialogo maggiore con il mister. Lui ha cercato d’imporci la sua filosofia ma secondo me parlare di più con noi ci avrebbe aiutati perché avevamo bisogno di sicurezze e certezze venendo da un periodo difficile e non siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi che erano eliminare l’Atletico in Champions e andare in Europa League”.

E’ vero quello che si è detto sui problemi tra Seedorf e il gruppo degli italiani?
“Ho sentito spesso parlare di questa cosa. Non sono d’accordo perché abbiamo sempre dimostrato in campo di giocare per il Milan, per la maglia e ci siamo sempre impegnati al 100%”.

Voi avete voglia di un bel mercato da parte della società per sentirvi ancora più forti?
“Per quanto riguarda il mercato, lasciamo fare a Galliani che è un grande dirigente e sicuramente farà un ottimo lavoro. Io credo che noi giocatori speriamo di diventare una squadra competitiva e penso che questo succederà e i calciatori che arriveranno ci daranno una mano”.

Quali sono stati i momenti più brutti e più belli della scorsa stagione?
“E’ stata una stagione difficile dove non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati. Il momento negativo è stata l’eliminazione dalla Champions e nelle due partite non ho visto questa netta superiorità loro. Al ritorno abbiamo perso 4-1, è vero ma forse all’andata dovevamo vincere. Abbiamo giocato alla pari con la squadra rivelazione. Il momento più positivo è stata la continuità nelle partite importanti, i due gol e poco altro”.

Cosa pensa di Iturbe?
“E’ un giocatore molto importante che ha fatto un grande campionato. Se dovesse arrivare sarebbe un tassello di qualità”.

Da milanista quanto le ha fatto piacere vincere il derby?
“Tanto perché erano tre anni che il Milan non lo vinceva. E’ stata una bella emozione anche perché abbiamo meritato la vittoria”.

Se lo vede un Milan senza Balotelli?
“E’ un giocatore importante della nostra squadra che ci può dare tanto”.

Le ha fatto piacere ritrovare Tassotti?
“Molto perché Mauro è stato uno dei grandi protagonisti del Milan degli Invincibili e ti può trasmettere la mentalità vincente. Lui fa bene a questo gruppo perché rappresenta un esempio di quello che è stato il Milan vincente degli anni d’oro”.