Rami a Forza Milan!: "Sono rossonero, voglio chiudere qui la mia carriera. Siamo una famiglia e Inzaghi ci dà fiducia"

Rami a Forza Milan!: "Sono rossonero, voglio chiudere qui la mia carriera. Siamo una famiglia e Inzaghi ci dà fiducia"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 25 gennaio 2015, 18:00Primo Piano
di Salvatore Trovato

Il difensore francese, Adil Rami, ha rilasciato una lunga intervista al numero di gennaio del mensile "Forza Milan!", la rivista ufficiale del club rossonero. Il centrale transalpino, la scorsa estate, ha fatto di tutto per lasciare Valencia e tornare al Milan, la squadra che ha sempre ammirato fin da bambino: "Del 2014 non voglio dimenticare niente - ha dichiarato -, sono felice di quello che ho fatto. Anche della situazione che si era creata con il Valencia non voglio dimenticare nulla, perché anche quell’episodio è servito a realizzare quello che sono riuscito a fare quest’anno. Quello che invece ricordo con maggior piacere è la firma per il Milan, è stato il momento più bello della mia vita. In questo momento mi piacerebbe continuare a giocare come sto facendo ora. Con mister Inzaghi mi sento bene, riesco a essere calmo quando sono in campo e mi piace la mentalità che sono riuscito a trovare in questo periodo".

Rami ha parlato del suo attaccamento ai colori rossoneri: "Quando arrivi al Milan non vuoi andare da nessun’altra parte qui mi sento bene, mi piace la storia di questo club. Mi sento molto rossonero, anche se sono francese. Nonostante non sia nato in Italia, fin da piccolo mi è sempre piaciuta Milano. Sono sempre stato affascinato dalla storia del Milan e dai giocatori che l’hanno fatta, come ad esempio Paolo Maldini. Vorrei ripercorrere le loro orme e terminare qui la mia carriera. Sarà molto difficile entrare nella storia del club perché siamo tutti consapevoli che rispetto a qualche anno fa il Milan attraversa una fase diversa. Il mio primo pensiero è dare tutto il mio carattere e mettere tutte le mie forze nell’obiettivo di vincere con questa squadra. Sarà però difficile diventare un grande campione come Nesta o Maldini e avere una storia in rossonero come la loro, anche perché sono arrivato qui a 28 anni".

Un amore, quello di Rami per il Milan, che nasce da lontano: "Io sono nato a Fréjus, vicino al confine con l’Italia, e a mio fratello maggiore piacevano tantissimo Nesta e Maldini. Quando ho visto quella maglia ed ho conosciuto la sua storia mi sono subito innamorato del club. Guardavamo sempre le partite del Milan e lo vedevamo sempre primeggiare, era il club più forte del mondo. Quando sono riuscito a diventare calciatore professionista mi sono posto come obiettivo quello di arrivare al Milan. Ci sono riuscito e questo mi rende davvero felice. La prima volta che ho indossato questa maglia ero molto felice, ma mi ricordo che fisicamente non stavo bene. Abbiamo affrontato lo Young Boys ed erano quattro mesi che non giocavo una partita, perciò è stato molto difficile dimostrare il mio valore e le mie qualità. Se sento la parola Milan penso al club più titolato al mondo. Anche quando parlo con le persone di questo momento particolare rispondo che la sua storia rimarrà per sempre. Quello che mi piace di più di Milano sono i tifosi, come si comportano con me, c’è molto rispetto. Amo molto anche i negozi di Milano. Quello che mi piace meno è il clima atmosferico".

Una considerazione anche sul clima che si respira nello spogliatoio: "Io parlo con tutti, anche con una persona come Honda al quale invece non piace parlare molto. Sono un po’ pesante con lui perché a volte gli faccio degli scherzi e gli parlo in continuazione. Mi incuriosisce e credo sia una grande persona. Siamo una vera famiglia. Io parlo in italiano, in spagnolo con Diego Lopez, in francese, in inglese anche se non benissimo. Insieme passiamo tutti i momenti, da quelli felici a quelli più difficili. Ho legato in modo particolare con Daniele Bonera, è un grande uomo, è simpatico ed è molto importante per lo spogliatoio. Il mister ci sta dando la fiducia. Fin dal primo giorno ha detto che siamo un gran gruppo, ma che dovevamo ritrovare la fiducia attraverso il lavoro, in questo modo possiamo tornare a essere grandi".