Rosa sopravvalutata ed obiettivi utopistici: un tracollo costante per un Milan già all'ultima spiaggia

Rosa sopravvalutata ed obiettivi utopistici: un tracollo costante per un Milan già all'ultima spiaggiaMilanNews.it
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domenica 25 gennaio 2015, 13:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Il tornado che ha sradicato il Milan dalle sue fondamenta, causando una crisi di identità e risultati senza precedenti, ha origini decisamente antecedenti a questo turbolente inizio di 2015. L'errore vero fu commesso nell'estate del 2013, quando si pensò (o meglio ci si illuse) che quella rosa valesse il terzo posto. La verità è che quella squadra realizzò un vero e proprio miracolo sportivo, figlio di una grande gestione di Allegri, dell'exploit di El Shaarawy e di una delle migliori versioni di Mario Balotelli. Quell'estate sarebbe dovuta servire per proseguire con la ricostruzione, spendendo ove necessario in maniera logica e mirata. Ciò non accadde e il miracolo (ovviamente) non venne ripetuto.

INTERROGATIVI - Perché, dopo quell'ottavo posto, la società ha riproposto il diktat della Champions ad un allenatore esordiente? Perché ha costruito una rosa senza nessun giocatore che avesse chiuso in doppia cifra nel campionato precedente? Perché non si è investito nel vero e proprio punto debole di questa squadra, il centrocampo? Interrogativi che difficilmente avranno una risposta. Ora Filippo Inzaghi appare come il capro espiatorio di questa intera situazione, sebbene le sue colpe siano relative: ha commesso qualche errore di inesperienza, sta difettando in termini di gioco, ma le problematiche vere vanno ricercate a monte. Clarence Seedorf sapeva benissimo che il Milan necessitasse di una ristrutturazione importante, finendo poi con l'essere esonerato nonostante i 35 punti in 19 partite. L'olandese aveva ragione: servono modifiche importanti e nette, un lavoro lungo e tortuoso che dovrà portare il club rossonero a risalire la china, un passo alla volta.

ULTIMA SPIAGGIA - La stagione 2014/15 è ormai compromessa, la Champions è sfumata, la qualificazione Europa League è molto difficile. L'unica residua fiammella è rappresentata dalla Coppa Italia, competizione che potrebbe regalare la qualificazione diretta alla ex Coppa Uefa in caso di finale. Il Milan martedì dovrà riaffrontare una Lazio che, per quasi cento minuti di gioco, ha dettato totalmente legge senza possibilità di replica. Basterà una rinnovata ricerca di motivazioni per compiere l'impresa? Le percentuali non appiaono favorevolissime, nonostante la sfida di San Siro rappresenti una sorta di "ultima spiaggia". I vertici rossoneri dovrebbero rendersi conto del decadimento tecnico e caratteriale della rosa e, qualsiasi sia il risultato della sfida di coppa, pensare ad un rinnovamento sostanziale di filosofia per programmare il futuro. Forse sarà una strada meno comoda, ma è l'unica percorribile perché il Milan possa tornare prima o poi a rialzare la testa.