Suso, risposta con stile: altro che appannamento o ripetitività, in quel febbraio dal ricordo lontano ma indelebile...

Suso, risposta con stile: altro che appannamento o ripetitività, in quel febbraio dal ricordo lontano ma indelebile...MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 5 febbraio 2018, 14:30Primo Piano
di Simone Nobilini

Metterla dove niente e nessuno può arrivare. Né i guantoni di un portiere, in questo caso Bizzarri, né il velato spiffero di un pizzico di malumore generale percepito dopo le recenti prestazioni, guastate da un gol mancante dalla gara di Coppa Italia contro il Verona. Si era parlato di aspettative in più, nei confronti di Suso: le parole di Gattuso in conferenza stampa pre Udinese da un lato, pur volte ad elogiarne l'operato e il grande sacrificio, e la voglia del mondo rossonero di rivederlo trovare la porta dall'altro. Richieste esaudite in un solo, unico grande gesto, Post-it qualitativo per confermarsi indiscusso leader tecnico ed offensivo del suo Milan.

DESTINO - Nel parlarne si rischia di diventare spesso ripetitivi, un po' come la giocata costantemente proposta dallo nativo di Cadice: spesso simile ma, a livello di riuscita, utile ed efficacissima. Eppure il gol di ieri, segnato alla Dacia Arena, trascende ogni ideale di fotocopia immaginato: una perla arrivata praticamente tre anni dopo il giorno della sua presentazione a Casa Milan da neo acquisto rossonero, in compagnia di Bocchetti, Destro, Paletta e Antonelli, in un passato da talento ancora tutto da scoprire giunto da Liverpool sul quale, tra poco spazio concesso e un processo di crescita ancora non al via, il dubbio sovrastava ottimismo e curiosità. Dal 5 febbraio 2015 al 4 febbraio 2018, e soprattutto nelle ultime due stagioni, la musica è però totalmente cambiata: e la nota più alta, a livello di bellezza, è arrivata proprio ieri, contro l'Udinese. Destino di un fuoriclasse che, con il tempo, ha saputo prendersi con voglia gol, titolarità e, più in generale, Milan.

PROMEMORIAAccusa principale: astinenza da gol. Dalla trasferta di Sassuolo in campionato, per la precisione, datata 5 novembre: a ben vedere tuttavia, nonostante la rete non più trovata per tre mesi in Serie A, l'unica versione davvero opaca di Suso si è vista nella sfida di due domeniche fa contro la Lazio, in un calo giustificabile per chi risulta, ormai da tempo, pedina inamovibile di questo Milan. L'inventiva dello spagnolo nell'assistere i compagni, tra i palloni recapitati per i gol di Cutrone in Coppa Italia e, più in generale, all'interno della manovra rossonera, resta semplicemente qualcosa di imprescindibile: un po' come a Firenze, dove un paio di giocate decisive hanno rappresentato (almeno in quell'occasione) l'intera produttività offensiva di una squadra ancora alla ricerca della miglior prolificità. A darle una mano, da ieri, è tornato anche Jesus Joaquin Fernandez Saez de la Torre: chi è capace di riunire in un nome (Suso) e in un gesto l'essenza della straordinarietà. Rispondendo con stile, eccome, a un apparente momento di difficoltà.