Torres, centravanti con un solo gol: adattamento al gioco rossonero e viceversa

Per un centravanti il gol può essere una benedizione o una maledizione, il fulcro sulla quale si muove un sottile equilibrio tra osannazione e mugugni. Fernando Torres, nuovo centravanti del Milan, ha segnato il suo primo (ed unico) gol rossonero al debutto da titolare al Castellani di Empoli. A seguito di quella prova sono piovuti apprezzamenti ed elogi, anche per quanto profuso in termini di assist. I giudizi favorevoli e le belle parole si sono però velocemente smarriti appena l'ex Chelsea ha smesso di timbrare il tabellino.

PROBLEMI E FALSI PROBLEMI - Stare tre gare senza segnare non è certamente la miglior cosa per un centravanti, soprattutto per un giocatore che deve ritrovare fiducia e convinzioni dopo annate complicate. Le ultime prestazioni di Torres non sono state esaltanti, ma vanno analizzate sotto tanti punti di vista. Con i gol sono mancate anche le occasioni da rete, non perché il numero 9 le mancasse, ma perché il 4-3-3 rossonero non sembra (ancora) favorire la prolificità dell'attaccante centrale.

ADATTAMENTO E MODULO - I tanti gol di Honda, vero protagonista di questo avvio di stagione, sono stati favoriti anche dai movimenti della squadra che lo ha messo spesso nelle condizioni di battere a rete (il primo a Verona è stato merito anche dello spagnolo). Il 4-3-3 con gli esterni dai piedi invertiti favorisce questi ultimi in fase realizzativa ma, allo stesso tempo, premia raramente il centravanti: l'esempio lampante è Torres che, pur giocando bene con i compagni, finora ha ottenuto un unico vero assist (quello di Abate a Verona). Questo non toglie che l'ex Chelsea possa crescere e adattarsi maggiormente allo stile di gioco rossonero, così come la manovra debba provare a valorizzare maggiormente le doti del suo punto di riferimento.