Visione verticale. Il calcio di Çalhanoglu nel sistema Gattuso

Visione verticale. Il calcio di Çalhanoglu nel sistema GattusoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
mercoledì 10 gennaio 2018, 18:30Primo Piano
di Daniele Castagna

La transizione del Milan è cambiata. Una rivoluzione silenziosa ma potente, capace di stravolgere l'aspetto offensivo del Diavolo. Da una squadra susocentrica ad una manovra stereo, capace di produrre calcio moderno su entrambi i lati. È questa, senza raccogliere ancora i giusti meriti, la grande svolta di Rino Gattuso sulla panchina del Milan. Gennaro Ivan, persona pratica e diretta, non ha avuto problemi a tagliare la difesa a 3, cambiare l'impostazione del centrocampo e, come ultimo passo, rivedere l'assetto tattico offensivo del Milan. La mutazione del Diavolo passa, e passerà, dalla visione verticale di Hakan Çalhanoglu, talento cristallino dalla difficile comprensione superficiale. 

QI CALCISTICO - Il turco non ruba l'occhio per una ruleta o un doppio passo a 20 km/h, bensì grazie alla sua comprensione del gioco. Il QI calcistico dell'ex Leverkusen è elevatissimo, tanto da rapire intellettualmente il proprio tecnico. Hakan non vive le partite, le legge e cerca di intuirne il flusso, l'andamento. Gattuso, affascinato da uno sviluppo verticale della manovra, ha sforbiciato le linee orizzontali di Borini (momentaneamente in panchina), per provare un azzardo maggiormente offensivo. E se il dibattito sul ruolo migliore per il numero 10 (probabilmente) non cesserà mai, Rino gli ha dato le chiavi della corsia mancina chiedendogli precisi compiti di assaltatore. Quando sei l'atleta che tira maggiormente da fuori area nei massimi 5 campionati europei (stagione 15/16), fare indefinite volte avanti e indietro seguendo ogni avversario della tua zona serve meno. La fase difensiva è chiaramente necessaria, ma inserendo Çalhanoglu al posto di Borini il tecnico dei rossoneri ha aggiunto un problema in più agli avversari, limitandone le avanzate dei terzini ed aumentando le bocche di fuoco del proprio Diavolo. Il concetto è molto facile: con Çalhanoglu ti attacco e ti metto in apprensione, poi vediamo cosa succede; con Borini, attaccami che mi difendo con gli esterni d'attacco e poi cerco di ripartire. 

SEMPRE IN AVANTI - Il calcio del turco è squisitamente in avanti, con gli occhi sempre fissi verso la porta avversaria. E se su 36 azioni offensive ben 16 sono passate dalla fascia di Suso, nessuno contro il Crotone ha calciato più di Çalhanoglu. Eccola la prova che Gattuso aspettava, una dichiarazione bellica d'intenti. Che poi Cordaz gli abbia negato due volte la rete conta relativamente, i primi frutti sono arrivati. L'inserimento del classe '94 nel tridente allarga le maglie della retroguardia opposta, costretta ad una copertura preventiva fissa sul nativo di Mannheim, situazione non sempre presente con altri esterni in campo. La visione ambidestra del nazionale turco, poi, gli permette di puntare l'avversario sull'out sinistro con la stessa facilità con cui cambia il campo di 50 metri con un lancio per Suso. La sventagliata del primo tempo di San Siro per lo spagnolo cantava e ballava, solo da stoppare e depositare in porta. Non un lampo isolato, ma solo l'ultimo pezzo di un repertorio che vede Hakan provare molti meno passaggi rispetto all'élite europea (circa l'80% di realizzazione, lontano anni luce dai numeri di Kroos, Modric e Pjanic) ma con un coefficiente di difficoltà e verticalità alle stelle. L'appoggio a 4 metri in orizzontale lo lascia ad altri, Hakan guarda dall'altra parte del manto erboso e prova a mettere in porta un compagno.

CONTRO 10 - Questa è la conoscenza del gioco di Hakan Çalhanoglu, un 10 intellettivo e tecnico più che istintivo ed agonistico. Capace di creare, in Bundesliga, una vera e propria corrente di pensiero sul fantasista moderno: il gegen 10, tradotto letteralmente il contro dieci. Un contro dieci perché perde le classiche abilità barocche del trequartista globalmente noto, per inserire nelle proprie corde una innata capacità di densità, verticalità, senso di attrazione verso la porta e pressing sui primi portatori avversari. Eccoli i lampi di Çalhanoglu nel sistema Gattuso... E ancora mancano i calci piazzati.