Supercoppa atto decimo

Supercoppa atto decimoMilanNews.it
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lunedì 19 dicembre 2016, 16:46Storia Rossonera
di Giuseppe Bosso
fonte Milan news
I precedenti rossoneri nella competizione, dalla prima edizione a San Siro alle trasferte americane e cinesi

Decima partecipazione per il Milan in Supercoppa Italiana. Dalla prima edizione, data 14 giugno 1989 a San Siro, i rossoneri sono stati tra gli assidui protagonisti della competizione nata sulla scia dell’inglese Community Shield per opporre i campioni d’Italia ai vincitori della Coppa italia. Ripercorriamo la storia del Milan nella competizione

1989. Come detto, è proprio il Milan a tenere a battesimo la Supercoppa Italiana, il 14 giugno 1989. La prima edizione , ìforzata' dell’estenuante calendario che ha visto il campionato iniziare a ottobre inoltrato causa Olimpiadi di Seul,  viene collocata al termine di una stagione esaltante per entrambe le squadre, che nonostante in campionato abbiano dovuto cedere il passo all’Inter record di Trapattoni sono state protagoniste in Europa, i milanisti conquistando alla grande la Coppa dei Campioni, i blucerchiati arrivando fino alla finale di Coppa delle Coppe dove però non hanno potuto nulla contro il Barcellona di Crujff. Vince il Milan 3-1 nonostante il vantaggio doriano firmato da Vialli; Rijkaard pareggia, ‘lupetto’ Mannari fa il 2-1 e al 90’ rigore realizzato da Van Basten, con annesso ‘siparietto’ che coinvolge il portiere rossonero Giovanni Galli, propostosi per battere il penalty. La Samp si consolerà due settimane dopo vincendo per il secondo anno consecutivo la Coppa Italia sul Napoli.

1992. Stavolta si gioca a fine agosto, inizio stagione come tradizionale primo atto ufficiale. Sulla panchina rossonera c’è Fabio Capello, vincitore col botto del tricolore senza subire sconfitte; avversario è il Parma di Scala. Van Basten porta subito in vantaggio il Milan, i gialloblù pareggiano sul finire del primo tempo con Melli su rigore; nella ripresa il gol-vittoria di Massaro. Saranno proprio gli emiliani, a marzo, a interrompere la striscia positiva di 58 risultati utili consecutivi dei rossoneri, con Asprilla.

1993. Qualcosa inizia a cambiare nel 1993, Milan campione d’Italia per il secondo anno consecutivo a parte. Si gioca nella padella del Kennedy Stadium di Washington, omaggio della Lega italiana agli americani prossimi organizzatori del Mondiale dell’anno venturo e più che mai affamati di ‘soccer’.  A contendere la Supercoppa ai rossoneri è il Torino di Mondonico, che tra i pali schiera Giovanni Galli, battuto da Simone dopo appena quattro minuti.

1994. Terzo scudetto consecutivo per la banda Capello, che come cinque anni prima ritrova sulla sua strada la Sampdoria. Sfide e destini incrociati quella sera: destino di quel Sinisa Mihajlovic a cui di fatto oggi il Milan deve la sua partecipazione alla competizione, allora neoacquisto doriano, autore su punizione, che diverrà negli anni suo punto di forza, del momentaneo vantaggio dei genovesi; destino di Gullit, rientrato a Milano dopo un anno a Genova in cui fondamentale apporto aveva dato alla conquista della Coppa Italia e autore del gol del pareggio, che però in autunno si ritroverà nuovamente blucerchiato; debutto ufficiale tra le fila dei genovesi per Walter Zenga e Riccardo Ferri, storici rivali di anni di derby; ai rigori sono fatali alla Samp gli errori dello stesso Mihajlovic e di un altro grande ex, Alberigo Evani.

1996. Per la prima volta il trofeo viene vinto dalla squadra detentrice della Coppa Italia, in questo caso la Fiorentina di Batistuta, mattatore del match con una doppietta e dichiarazione d’amore ‘urlata’ alla moglie Irina alle telecamere dopo la punizione che vanificava il momentaneo pari di Savicevic. Peggio non poteva iniziare l’avventura rossonera di Oscar Washington Tabarez, mister uruguagio chiamato a sostituire Fabio Capello quell’estate, e peggio sarà strada facendo l’annata del Milan, a cui nemmeno il ritorno di Arrigo Sacchi in corsa eviterà un piazzamento mediocre in campionato e una bruciante eliminazione in Champions. Come scriverà il Guerin Sportivo mesi dopo “sembrava l’inizio della trionfale cavalcata viola, era invece l’anticipo del calvario milanista” a sintetizzare una stagione poco propizia anche per i toscani e il loro bomber argentino.

1999. Nell’anno del Centenario il Milan di Zaccheroni si aggiudica lo scudetto al fotofinish dopo un’estenuante testa a testa con la Lazio, ma la Supercoppa è ancora stregata per il Diavolo. Il Parma di Malesani, vincitore anche della Coppa Uefa oltre che della Coppa Italia, cala il tris di successi a San Siro rimontando l’iniziale svantaggio firmato da Guly con Crespo e - a tempo quasi scaduto quando ormai sembravano imminenti i calci di rigore - Boghossian.

2003. Il 1° agosto 2003 il Milan per la prima volta si presenta nella competizione da detentore della Coppa Italia, che i rossoneri hanno vinto sulla Roma di Capello tre giorni dopo il trionfo di Manchester in Champions League contro la Juventus ai calci di rigore. Sono proprio i bianconeri  campioni d’Italia, allora come oggi, gli avversari  di una partita che si gioca all’estero, al Giants Stadium di New York. A distanza di due mesi dalla notte dell’Old Trafford, si ripete l’esito ai calci di rigore, che però stavolta premiano i bianconeri. Dopo lo 0-0 dei 90’, si passa ai tempi supplementari con la regola, unico caso nella storia della Supercoppa, del ‘silver gol’, ossia se una squadra è in vantaggio alla fine del primo extra si aggiudica automaticamente la vittoria; ed è proprio quello che per poco il Milan sfiora, perché Pirlo su rigore porta in vantaggio i rossoneri proprio al minuto 105’; ma nei pochi attimi di recupero concessi arriva subitaneo il pareggio di Trezeguet . Dagli undici metri è fatale l’errore di Brocchi, e la sconfitta ‘americana’ sarà l’inizio di un trittico di altrettante finali perse dagli undici metri, che proseguirà prima in dicembre a Yokohama contro il Boca Juniors nella Coppa Intercontinentale e, due anni dopo, si chiuderà con la beffa di Istanbul contro il Liverpool in Champions League.

2004. Campione d’Italia record, il Milan di Ancelotti si prende la sua rivincita con la Supercoppa un anno dopo. Avversaria la Lazio del neo presidente Lotito, ancora tuttavia alle prese con le turbolenze di un’estate che l’aveva quasi portata al fallimento e con la necessità di dover imbastire in fretta e furia una campagna acquisti ‘supplementare’ generosamente concessa dalla Lega. In campo non c’è storia, Shevchenko con una tripletta è mattatore di una gara a senso unico.

2011. E siamo giunti all’ultimo capitolo, che è anche il capitolo dell’ultima conquista della storia rossonera. Si vola in Cina, patria del probabile nuovo corso dirigenziale rossonero e del sicuro e attuale nuovo corso dell’Inter, vincitrice della Coppa Italia con il ‘traditore’ rossonero Leonardo in panchina, giubilato però per far posto a Gianpiero Gasperini. Ad eccezione di Pirlo, ‘scaricato’ e acquistato a costo zero dalla Juve, ai nastri di partenza Allegri si ripresenta con la stessa squadra che ha conquistato lo scudetto. A Pechino è scontro aperto, Snejder porta in vantaggio i nerazzurri nel primo tempo, nella ripresa nel giro di dieci minuti Ibrahimovic pareggia e Boateng chiude il conto.