Terza Parte - Nozze d'argento con uno scudetto. Cinque squilli per la scossa nel segno di Ruud

Terza Parte - Nozze d'argento con uno scudetto. Cinque squilli per la scossa nel segno di RuudMilanNews.it
© foto di Balti Touati/PhotoViews
martedì 14 maggio 2013, 20:00Storia Rossonera
di Giuseppe Bosso
fonte Milan news
Terza parte: Gullit protagonista contro Inter, Napoli e Juventus. Lo scudetto è ancora in gioco

"Questo episodio ci incita a continuare. La passione di una città non può venire frustrata dal gesto di un isolato individuo". E'un Silvio Berlusconi scosso ma più che mai determinato a non vedere naufragare il suo progetto di riportare il Milan ai vertici del calcio mondiale negli spogliatoi di San Siro dopo Milan-Roma. La sconfitta a tavolino contro i giallorossi propiziata dai petardi che hanno colpito il portiere romanista deve essere immediatamente archiviata, tanto più che, nonostante il freddo invernale, il calendario per gli uomini di Sacchi si profila decisamente 'caldo': una settimana dopo, nell'ultima partita dell'anno solare 1987, infatti è in programma il derby contro l'Inter di Trapattoni e, dopo la pausa natalizia, a San Siro scenderà in campo il Napoli di Maradona primo in classifica; dulcis in fundo, nel turno seguente i rossoneri dovranno rendere visita alla Juventus che, sebbene lontana dai fasti degli anni di Platini e del Trap, è sempre un osso durissimo. La squadra recepisce il messaggio presidenziale e la reazione in campo è a dir poco miracolosa. Prima del derby Trapattoni abbraccia calorosamente l'ormai non più sconosciuto avversario che, dopo qualche perplessità, è riuscito a compattare la squadra rossonera, che domina i cugini e riesce a batterli senza segnare: infatti il gol della vittoria è frutto di un gentile 'omaggio' di Riccardo Ferri che, sovrastato da Gullit, spiazza il compagno Zenga e regala ai tifosi del Diavolo un'altra immagine da conservare nella memoria, come il colpo di testa con cui Hateley, tre anni prima, aveva deciso la stracittadina sovrastando Collovati. Mister Arrigo può dunque godersi il famoso panettone con un pizzico di serenità in più e preparare con più calma il difficile confronto con i partenopei, che sembrano avviati a bissare lo scudetto dell'anno appena passato. Prima del fischio di inizio, quel 3 gennaio 1988, va in scena il gemellaggio tra le due tifoserie, da anni amiche. L'esito di quel campionato, sfortunatamente, porrà fine a questo legame e l'inizio di un'aspra rivalità che negli anni a venire registrerà spiacevoli episodi di violenza da una parte e dall'altra. Tornando al calcio giocato, il Napoli parte forte e dopo pochi minuti Careca beffa Giovanni Galli; ma incassato il colpo, il Milan mette sotto gli avversari e la resistenza della difesa azzurra, dopo soli venti minuti, cede quando Gulit, ricevuta palla da Tassotti, indovina l'assist per Colombo che gela il portiere Garella. Il pareggio non può bastare ai rossoneri, e non passano che altri cinque minuti e il risultato è ribaltato con Virdis. Il Napoli non riesce a reagire, e nella ripresa la musica non cambia: Gullit segna il gol del 3-1 e nel finale è Donadoni, con uno spettacolare tiro da fuori area non trattenuto da Garella, a chiudere i conti nel tripudio dei tifosi rossoneri che mai avrebbero immaginato di cominciare l'anno in manera così roboante. E'la prima sconfitta stagionale degli azzurri, che però conservano ancora quattro punti di vantaggio sugli antagonisti rossoneri; i quali non hanno ancora finito di stupire e, infatti, anche la Juve deve cadere sotto i colpi dell'armata Sacchi. Ancora una volta il match winner è il Tulipano nero, che gela Tacconi di testa a metà del secondo tempo, regalando al Milan un successo che mancava da 18 anni.

Ormai Ruud è il personaggio del momento, la risposta milanista al Pibe de Oro: le sue trecce sono diventate oggetto di culto non solo per i supporter del Diavolo. E'stato insignito del Pallone d'oro per i brillanti risultati ottenuti nel 1987, dal titolo olandese conquistato con il suo Psv prima del passaggio a Milano alla qualificazione della nazionale orange agli Europei di Germania che si sarebbero tenuti quell'estate, oltre ovviamente al felicissimo avvio dell'avventura rossonera. Protagonista dentro e fuori del campo, dedica il premio che gli ha attribuito France Football a Nelson Mandela, ancora detenuto in Sudafrica, e spopola anche in ambito musicale, con un gruppo reaggae che manda in visibilio il Palatrussardi.

Unica nota stonata di quel periodo l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del solito Ascoli che a San Siro, pochi giorni dopo il trionfale successo sui partenopei, si impone con un gol di Flavio Destro, non ancora padre di quel Mattia che oggi spopola nella Roma, e soprattutto grazie alle parate di Andrea Pazzagli, protagonista sia a Milano che nel ritorno al Del Duca, dove il Milan riesce a pareggiare lo 0-1 grazie a Virdis, ma deve soccombere ai rigori. Dopo un'altra stagione nelle Marche, Pazzagli sarà acquistato proprio dal Milan.

Il girone di andata si chiude con un'altra scoppiettante vittoria: tocca al Como venire strapazzato dai rossoneri, che pure si trovano quasi subito in inferiorità numerica a causa dell'espulsione di Tassotti. Poco male, perchè i lariani incassano ben cinque reti, ed è ancora una volta Gullit il mattatore del match con una doppietta, che si aggiunge alle marcature di Colombo, Ancelotti e Virdis. Dopo 15 giornate il Napoli è distante solo tre lunghezze, e gli uomini di Sacchi hanno più che mai legittimato il loro ruolo di antagonista dei partenopei, ai quali sono intenzionati davvero a strappare lo scudetto.

E a conferma del momento felice giunge il quinto successo consecutivo, alla prima giornata di ritorno contro il Pisa, che viene piegato da Colombo, più che mai elemento fondamentale di un gruppo che è riuscito a superare le difficoltà iniziali e a scoprire risorse inaspettate. I partenopei, pur ancora primi, iniziano ad avvertire i primi cedimenti, a causa soprattutto del difficile rapporto dell'allenatore Ottavio Bianchi con buona parte dei giocatori e delle frequenti intemperanze di un Maradona più che mai inquieto in questo periodo. Ma la strada del tricolore per il Milan è ancora lunga e tutt'altro che sgombra da insidie e ostacoli.