28 volte grazie per questi meravigliosi 30 anni

28 volte grazie per questi meravigliosi 30 anniMilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
sabato 20 febbraio 2016, 01:22Vista dalla Curva
di Davide Bin
Nel giorno del 30° anniversario della presidenza Berlusconi ripercorriamo un'era ricca di gioie e trionfi (28 trofei), ringraziando chi ci ha permesso di vivere momenti indimenticabili.

Gli anniversari sono le occasioni migliori per voltarsi indietro e ricordare i tanti momenti particolari del periodo cui si riferiscono; come ben sapete in questi giorni il Milan celebra un anniversario speciale, il trentennale della presidenza Berlusconi e inevitabilmente ogni tifoso rossonero che ha il Milan nel cuore non può esimersi dal rievocare e rivivere, magari con un po' di nostalgia visto lo sconsolante periodo attuale, i tanti successi di una vera e propria epopea, che ha visto un povero Diavolo sull'orlo del fallimento societario salire in pochi anni sul tetto del mondo e conquistare ben 28 trofei che hanno immensamente arricchito la bacheca della gloriosa società rossonera, portandola a essere nel 2007 la più titolata al mondo, anche se ora questo onore tocca ad altri. Silvio Berlusconi è uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio, un merito che nessuno può contestargli e per il quale merita un immenso grazie da parte dei tifosi, qualunque sia l'opinione personale su quest uomo che attira su di sè grandi consensi ma anche sentimenti di natura diametralmente opposta, soprattutto da quando è diventato un politico e, quindi, ha avversari non solo sportivi anche nella schiera dei tifosi del Milan, soprattutto di quelli che non gli perdonano di aver progressivamente abbandonato la squadra per dedicarsi anima e cuore alla passione per la politica. In questa sede, ovviamente, vogliamo e dobbiamo parlare di Berlusconi solo come presidente del Milan e, soprattutto, vogliamo ripercorrere brevemente le tappe più importanti di questi trent'anni in cui il Milan ha conquistato 8 scudetti, 5 Coppe dei Campioni (o Champions League), 3 Coppe Intercontinentali (o Mondiali per club), 5 Supercoppe Europee, 1 Coppa Italia e 6 Supercoppe Italiane. Non ci sono stati solo momenti meravigliosi e fantastici, non sono mancate le stagioni buie e deludenti e le sconfitte brucianti, ma se facciamo un veloce bilancio di questa lunga epoca non possiamo che essere contenti e, ovviamente, profondamente grati a chi ci ha permesso di viverla.

Come canta Max Pezzali in "Sei fantastica": "Siamo qui (trent'anni dopo, questo lo aggiungo io...), tante vittorie, giorni bellissimi, sconfitte stupide, giorni difficili, tristezze ed euforie, gioie e dolori..." e, soprattutto, come canta la Curva Sud siamo qui "col Diavolo in fondo al cuor", sperando che presto possa tornare il momento di esultare celebrando nuovi trionfi, anche se gli ultimi anni hanno portato più sofferenze che gioie. Tanto per dare ragione alla teoria dei corsi e ricorsi storici, il Milan attuale è per certi versi molto simile a quello di trent'anni fa, come ha fatto notare la Curva Sud in occasione del recente derby, accompagnando la maestosa coreografia del gol di Hateley con un eloquente striscione in cui si sottolineava che ora come allora ci sia una "società allo sbando senza ambizioni e una squadra mediocre senza campioni". Concetto un po' forte e magari un po' azzardato, perchè trent'anni fa il Milan stava fallendo e ricordo bene l'angoscia e l'ansia che si provavano al solo pensiero di vedere la propria squadra del cuore, per la quale si soffriva e raramente si gioiva tutte le domeniche, sparire dal grande calcio; l'arrivo di Silvio Berlusconi fu la classica manna dal cielo e di colpo noi tifosi di un povero Diavolo ci ritrovammo a sognare grandi traguardi, garantiti dall'ambizione e dalla voglia di primeggiare di un personaggio che era, non solo grande tifoso rossonero, ma anche imprenditore di successo che aveva idee innovative e rivoluzionarie anche per quanto riguardava il mondo del calcio. Il primo raduno dell'era Berlusconi all'Arena di Milano con gli elicotteri atterrati sul campo accompagnati dalle note della cavalcata delle Valchirie fece subito capire le intenzioni di un presidente che voleva vincere e convincere, conquistare trofei ma anche dare spettacolo e che, soprattutto, aveva promesso che in pochi anni il Milan avrebbe primeggiato in Italia, in Europa e nel mondo, come da precisa "mission" spiegata a tutto lo staff dirigenziale nella famosa convention del Castello di Pomerio; molti fra gli avversari sorrisero e ironicamente dissero che gli elicotteri sarebbero ben presto serviti per fuggire dalle ire dei tifosi alle prime sconfitte, ma poco più di tre anni dopo la promessa di Berlusconi era mantenuta, era diventata realtà e il Milan saliva sul tetto del mondo al termine della lunga, estenuante e stressante partita contro il Nacional Medellin, decisa da un gol di Evani negli ultimi secondi dei tempi supplementari; ovviamente in precedenza il Milan aveva compiuto tutta la trafila per arrivare fino a Tokyo, ovvero vincere scudetto e Coppa dei Campioni mandando in estasi i suoi tifosi e in seguito sarebbero arrivati tanti altri trionfi, più numerosi nei primi anni, poi via via più radi fino a giungere al nulla più assoluto delle ultime sconfortanti stagioni.

Voltarsi indietro e ripercorrere questi trent'anni è davvero emozionante e fa venire brividi da pelle d'oca: il primo scudetto, quello del 1988 vinto in rimonta ai danni del Napoli di Maradona e conquistato aritmeticamente a Como il 15 maggio 1988 con la grande festa di San Siro davanti a 80000 tifosi entusiasti; la prima Coppa dei Campioni, quella del biblico e inimitabile esodo al Camp Nou di Barcellona il 24 maggio 1989 (mai il Milan ha giocato davanti a così tanti suoi tifosi, perchè uno stadio più capiente di San Siro era completamente strapieno solo di tifosi rossoneri e non succederà più, per ovvi motivi, che una squadra possa disputare una finale di Champions davanti a circa 90000 propri tifosi), la prima Supercoppa Italiana vinta a San Siro il 14 giugno 1989, la prima Supercoppa Europea vinta a San Siro il 7 dicembre 1989, la prima Coppa Intercontinentale del 17 dicembre 1989; date indimenticabili, che non devi nemmeno andare a cercare sugli almanacchi perchè dopo tutti questi anni te le ricordi come se fosse ieri; ricordi meravigliosi e indelebili come tutte le prime ma non uniche volte, perchè di lì a breve il Milan avrebbe rivinto coppe (l'anno successivo) e scudetti (addirittura tre consecutivi, diventati poi quattro in cinque anni con Capello allenatore, dal 1992 al 1996, con tanto di record di imbattibilità di 58 partite per la squadra e di 929 minuti per il portiere Rossi), rendendo orgogliosi e felicissimi i propri tifosi. E pensare che solo qualche anno prima assistevamo invidiosi alle vittorie di altri in Italia e in Europa, ci accomodavamo sul divano a maggio per vedere le finali di coppe europee giocate da altri sognando senza troppe speranze di poter almeno una volta nella nostra "carriera" di tifosi vivere quelle straordinarie emozioni e, invece, quelle emozioni le abbiamo vissute più e più volte e infatti siamo forse gli unici (sicuramente in Italia, in Europa sinceramente non so) a poter dire di aver visto due finali di Coppa dei Campioni nella stessa città per ben due volte (Vienna e Atene) o di esserci presi la rivincita contro lo stesso avversario a soli due anni di distanza (Liverpool 2005 e 2007); tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 il Milan ha disputato cinque finali di Coppa dei Campioni in sette anni (di cui tre consecutive) al punto che eravamo quasi "stufi" di dover cercare ogni stagione i solitamente introvabili biglietti per la finale; ovviamente sto esagerando, perchè di certe soddisfazioni ed emozioni non ci si stufa mai, ma vorrei solo far capire, soprattutto a chi tale epoca gloriosa non l'ha vissuta in prima persona, quanto siamo stati fortunati e quanto dobbiamo ringraziare chi ha reso possibile tutto ciò, comprando campioni fantastici e creando una società perfetta e organizzatissima sotto ogni punto di vista che consentiva alla squadra di dominare in campo nazionale e internazionale. Siccome, però, nulla dura per sempre, il declino è stato quasi fisiologico e sicuramente inevitabile, ma il Milan ha continuato anche nel nuovo secolo a prendersi grandi soddisfazioni, chiudendo il vecchio millennio con lo scudetto del centenario, "targato Zaccheroni", nel 1999, vinto all'ultima giornata a Perugia dopo l'esaltante rimonta ai danni della Lazio: dal 2000 in poi sono arrivate l'indimenticabile e mitica Champions League vinta a Manchester eliminando l'Inter in semifinale e battendo la Juve in finale, la già citata rivincita di Atene del 2007 contro il Liverpool dopo la tragica notte di Istanbul, lo scudetto del 2004 con Ancelotti in panchina e l'ultimo del 2011 sotto la guida di Allegri; per brevità tralascio il corollario di supercoppe varie e mi limito a ricordare l'unica Coppa Italia del 2003 nella notte in cui si festeggiava anche la Champions vinta a Manchester, cioè un'altra notte da delirio.

In questi giorni ho visto sui social network sondaggi in cui si chiede ai tifosi rossoneri di indicare la più bella partita di questi trent'anni: personalmente sono in difficoltà a sceglierne una sola, perchè ce ne sono tantissime che, per motivi diversi, meritano il primato o almeno un posto sul podio: la finale di Barcellona, la prima finale di Atene (4-0 contro il Barcellona, per alcuni la partita perfetta), il 5-0 contro il Real Madrid, il 3-2 di Napoli il 1°maggio '88, la sfida di andata contro il Napoli dello stesso campionato (4-1 in rimonta), il 3-0 contro il Manchester nella semifinale del 2007, il 6-0 nel derby dell'11 maggio 2001, altri derby vinti con punteggi meno roboanti ma dominando la partita o rimontando due gol di scarto e scusate se ne dimentico qualcuna di eclatante, perchè sono davvero molte e ognuno avrà le sue preferenze. Anche questo lungo elenco di partite entrate nel mito permette di dire che il bilancio di questi trent'anni sia positivo, molto positivo e sul giudizio non devono influire, se non marginalmente, gli ultimi deficitari cinque anni in cui non si è vinto; addirittura da due stagioni il Milan è assente dalla scena europea e ciò ci riporta, sempre per la teoria dei corsi e ricorsi storici, proprio a trent'anni fa, quando si faticava a raggiungere la zona UEFA (oggi zona Europa League, perchè in questi tre decenni il calcio è cambiato molto anche nei nomi delle sue competizioni principali); la speranza è che ora come allora arrivi qualcuno che abbia le stesse ambizioni del primo Berlusconi e riporti la squadra laddove merita di stare per storia e blasone; ovviamente potrebbe essere lo stesso Berlusconi, a patto che ritrovi davvero e non solo a parole entusiasmo e voglia di primeggiare, oppure qualcun altro che possa ridare slancio a un ambiente che sembra in declino come quelle famiglie nobili che si specchiano nei fasti di un passato glorioso ormai finito e continuano a mangiare cibi scadenti in piatti d'argento. Il Milan merita di più della lotta per un quinto o sesto posto (ma anche del terzo...) giocando partite in un San Siro desolatamente vuoto per il disamore del popolo rossonero, quel popolo rossonero che merita di più ma deve anche tornare a dare di più, ricordando i leggendari tempi di Milan-Cavese in serie B con gli spalti gremiti, quando la tifoseria rossonera era un esempio di attaccamento ai propri colori e di fedeltà pur nelle difficoltà. Molti tifosi probabilmente hanno la pancia piena, sono stati abituati a caviale e champagne e ora disdegnano cibo più scadente e se ciò è avvenuto la "colpa" è di chi ci ha viziato facendoci vincere trofei in quantità e regalandoci soddisfazioni continue per un'intera era durata almeno venticinque anni (al netto delle ultime decadenti stagioni), che possiamo tranquillamente definire i "migliori anni della nostra vita" (da tifosi). Abbiamo vissuto emozioni e sensazioni meravigliose al seguito di una squadra fantastica e vincente in cicli diversi, abbiamo ammirato campioni eccezionali, abbiamo fatto di San Siro la nostra seconda casa in cui abbiamo passato momenti indimenticabili, siamo entrati nella Scala del calcio da ragazzini sognanti che non avevano mai vinto alcunchè (e qui sfocio nell'autobiografico...) e ora siamo uomini che hanno realizzato (più volte) i loro sogni calcistici e magari a San Siro (o in giro per il mondo) abbiamo fatto nuove conoscenze, amicizie e, perchè no, trovato anche l'amore di una vita, sempre con il Diavolo in fondo al cuor e se tutto ciò è avvenuto dobbiamo dire 28 (come il numero dei trofei) volte grazie all'uomo che l'ha reso possibile, tralasciando per una volta le rispettabili ma superflue opinioni personali sull'uomo Berlusconi, giudicandolo come presidente di tutta questa lunghissima era senza farci condizionare dal presente e dandogli un bel 30 (come gli anni di presidenza) come voto, ma senza lode; per quella aspettiamo i prossimi anni, visto che lo stesso Berlusconi proprio in questi giorni ci ha promesso che il Milan giocherà due finali di Champions nei prossimi cinque anni. Ora come ora, visto l'attuale livello della squadra, sembra una presa in giro, una dichiarazione utopistica e magari qualcuno sorriderà o addirittura si sganascerà dalle risate, ma c'era chi rideva e ironizzava anche nel 1986 quando gli elicotteri atterrarono all'Arena, prima di questi leggendari anni di un'epopea lunghissima e poi sappiamo tutti come è andata a finire e chi ha riso per davvero!  "Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c'è in tutti noi che abbiamo avuto questa ventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan"; sono passati tanti anni da quando Silvio Berlusconi ha scritto queste parole, ma continuiamo a illuderci che siano ancora valide e attuali e il domani comincia proprio al San Paolo di Napoli, praticamente laddove tutto ebbe inizio nel 1988 con la vittoria del sorpasso che consentì di ottenere il primo di una lunghissima serie di trionfi; forse è un segno del destino, quel destino che ha voluto che un povero Diavolo sull'orlo del fallimento improvvisamente diventasse il dominatore del calcio nazionale e internazionale, grazie all'ambizione e alle idee innovative di un presidente che ha salvato il Milan per portarlo (più volte) in cima al mondo e per questo merita di essere ringraziato ma anche spronato e convinto a fare in modo che il sogno chiamato Milan possa continuare.