Brutta partita, brutto Milan, brutta sconfitta

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domenica 22 novembre 2015, 01:12Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri perdono per la quinta volta consecutiva allo Juventus Stadium: attenti in difesa, compatti ma inconcludenti in attacco senza quasi mai tirare in porta e basta un guizzo bianconero per decretare la sconfitta.

Evidentemente il Milan è davvero allergico allo Juventus Stadium, visto che da quando è stato inaugurato i rossoneri hanno collezionato solo sconfitte nello stadio bianconero; la quinta è forse la più bruciante, perchè subita contro la Juventus più dimessa degli ultimi anni, che fatica a creare gioco e occasioni da gol, ma alla quale è bastata un'improvvisa accelerazione e l'unica azione decente per sorprendere la difesa del Milan, attenta fino a quel momento ma distratta nell'occasione decisiva. Lo spettacolo mediocre per tutti i novanta e più minuti dimostra che entrambe le squadre hanno problemi e difficoltà e che mai come questa volta il Milan avrebbe potuto e dovuto tentare l'impresa, ma per vincere bisogna segnare, per segnare bisogna tirare in porta e se l'unica vera parata di Buffon è stata effettuata al 93° sulla conclusione di Cerci, ecco che sperare di vincere è davvero impossibile. Mihajlovic è riuscito a sistemare la difesa, a schierare una squadra compatta, arcigna e in grado di lasciare pochi spazi alla Juventus, ma evidentemente vale la teoria della coperta troppo corta, che se la tiri da una parte lascia scoperta un'altra parte ed ecco che a una ritrovata compattezza difensiva corrisponde una sterilità offensiva che dura da due partite in cui il Milan non ha segnato e ha costruito davvero poco. La sfida ha avuto il copione ipotizzato alla vigilia, con la Juventus superiore nel possesso palla e nel predominio territoriale e il Milan bravo a chiudersi in attesa di colpire in contropiede, cosa che, però, non è mai riuscita. Qualcuno aveva ipotizzato che questa sfida fosse una sorta di spareggio per provare a rientrare in zona Champions, se non addirittura in zona scudetto e il verdetto finale è che l'impresa sarà difficile ma non impossibile per la Juventus, mentre ancora una volta si prospetta una "mission impossible" per un Milan che ha ancora molti problemi e che sicuramente non ha mai avuto alcuna possibilità di lottare per lo scudetto (e chi a inizio stagione ha detto il contrario ha mentito sapendo di mentire), visto che ogni volta che incontra squadre che stanno davanti in classifica, inevitabilmente arriva una sconfitta che ridimensiona ambizioni di rinascita e ritorno a grandi livelli e ciò dovrebbe finalmente far riflettere chi ha costruito per l'ennesima stagione una rosa non all'altezza del blasone rossonero, con l'aggravante di spacciarla per competitiva e tentare di illudere chi, però, ormai non si illude più ed è abbonato alle delusioni e sto parlando, ovviamente, del popolo rossonero, ancora una volta scottato da un'altra bruciante sconfitta, oltretutto subita contro un avversario storico come la Juventus.

Juventus-Milan non è mai una partita qualunque; è stata anche finale di Champions League, molto spesso è stata scontro diretto per lo scudetto, quasi sempre ha messo in palio punti importanti per traguardi prestigiosi, almeno per una delle due squadre se non per entrambe. Questa volta la sfida vede impegnate due squadre già in ritardo in classifica e sembra l'ultima spiaggia per poter sperare di rimanere agganciate alle zone alte; certo il campionato è ancora lungo, come hanno detto all'unisono gli allenatori delle due squadre, evitando di parlare di sfida decisiva, ma è chiaro che si tratta di una partita importante, molto sentita e che può risultare una svolta in positivo per una delle due, ovvero quella che dovesse uscire vincitrice e con tre punti in tasca. Mihajlovic prova a dare coraggio alla sua "truppa" con uno schieramento offensivo e coraggioso: tridente con Niang, Cerci e Bacca; il rientrante Bonaventura (la cui assenza si è sentita molto nella partita contro l'Atalanta) a centrocampo accanto a Montolivo e Kucka e difesa ridisegnata con Abate e destra e Alex centrale, con Romagnoli e Antonelli a completare il reparto davanti al confermatissimo portiere Donnarumma, giovanissimo e già chiamato all'esame di maturità in una supersfida, in uno stadio che può mettere soggezione e davanti a un collega come Buffon che potrebbe essere suo padre ma del quale potrebbe essere l'erede, viste le qualità e la personalità già messe in mostra. Atmosfera delle grandi occasioni allo Juventus Stadium, non rovinata dai controlli meticolosi ai cancelli o dalla paura di attentati, anche se un doveroso pensiero va a ciò che è successo poco più di una settimana fa a Parigi nel momento in cui le note della Marsigliese risuonano nello stadio prima della partita, come doveroso omaggio a una nazione ferita e alla quale bisogna mostrare vicinanza e solidarietà anche in occasioni come questa, perchè lo sport e il calcio possono essere veicoli importanti per promuovere unione e pace.

Partita fin dall'inizio molto tattica e primo tempo sostanzialmente bruttino: ritmo basso, molti errori, pochissime occasioni ed emozioni con il contagocce. La Juventus prova a fare la partita ma il Milan chiude tutti gli spazi e così abbondano solo i tiri dalla distanza, da una parte e dall'altra; per il Milan ci provano Kucka, Bonaventura e Niang, ma il pallone finisce alto, innocuo fra le braccia di Buffon o a lato e così l'occasione migliore è solo potenziale, visto che Cerci spreca un bel cross tentando un'improbabile sponda di testa per nessuno invece di concludere da favorevolissima posizione verso la porta di Buffon. Non combina molto di più la Juventus, che si affida a tiri dalla distanza fuori misura o sui quali Donnarumma è sempre attento; da sottolineare la bella parata con riflessi felini sulla punizione di Hernanes deviata da Bonaventura ed è proprio questa la più grande emozione di un primo tempo che va agli archivi con tanti sbadigli e davvero poco divertimento. Lo 0-0 è specchio fedele di una partita brutta e troppo bloccata e sembra difficile invertire la tendenza per due squadre che sembrano mostrare ancora una volta limiti e problemi.

La ripresa sembra promettere qualcosa in più e c'è subito un episodio dubbio in area bianconera: Bonaventura viene steso nettamente in area nel classico caso da rigore ed espulsione, ma Mazzoleni vede e punisce un fallo di Niang su Sturaro in occasione della precedente sponda di testa, quindi la recriminazione è solo "virtuale". La partita è più intensa e fra un colpo di testa fuori di Kucka da buona posizione, un tiro alto di Alex Sandro e un'altra bella parata di Donnarumma su tiro insidioso di Pogba, sembra finalmente giunto il momento in cui le due squadre provano a vincere invece che a non perdere, ma ancora una volta un episodio condanna il Milan: una bella azione in velocità iniziata da Pogba, rifinita da Alex Sandro e finalizzata da Dybala sorprende la distratta difesa rossonera e permette alla Juventus di sbloccare il risultato. Il Milan prova a scuotersi e a reagire, alzando il baricentro e riversandosi per qualche minuto nella metà campo avversaria, ma succede davvero poco (solo un altro tiro alto in girata di Kucka) e non serve nemmeno la mossa coraggiosa di Mihajlovic, che toglie uno dei migliori in campo (Kucka) per mandare in campo Luiz Adriano e varare una sorta di 4-2-4 che in fase di ripiegamento diventa un 4-4-2, visto che Cerci e, soprattutto, Niang fanno un gran lavoro anche di copertura. La mossa della disperazione nel finale è proprio togliere l'ormai stanco Niang per inserire Honda, ma la Juventus non soffre, regge il poco convinto assalto rossonero e solo nel terzo e ultimo minuto di recupero arriva l'unico vero tiro nello specchio della porta effettuato dal Milan, una bella conclusione dalla distanza di Cerci che finalmente impegna il praticamente inoperoso Buffon.

La classica partita da 0-0 viene risolta da un episodio e premia la squadra che in fin dei conti ci ha provato di più; il Milan si è limitato a difendersi e ha faticato a rendersi pericoloso, sbagliando troppo in fase di ripartenza e la prestazione generale è stata mediocre se si pensa che fra i migliori in campo c'è ancora una volta il portiere Donnarumma (e non è un buon segno), il "comprimario" Kucka (giocatore più di quantità che di qualità) e Niang, mentre hanno fatto scena muta i teorici trascinatori e punti di forza della squadra, come Bacca o capitan Montolivo, anche se in realtà sembra davvero difficile capire chi possa essere la vera stella di una squadra senza fuoriclasse. La serie di risultati positivi si ferma a cinque e arriva un'altra sconfitta in un teorico scontro diretto, dopo quelle contro Fiorentina, Inter e Napoli ed è davvero impietoso osservare la differenza tecnica con chi sta davanti in classifica e sembra sempre più irraggiungibile. La sconfitta ha come effetto collaterale il sorpasso da parte della Juventus, ma viene davvero da chiedersi se sia ancora giusto guardare all'alta classifica e alla cosiddetta zona Europa o se non sia meglio rassegnarsi all'ennesima stagione sprecata, visto che non si riesce a fare risultato nemmeno contro una Juventus ampiamente alla portata. Un altro passo indietro dopo quello contro l'Atalanta, un'altra delusione cocente, un'altra sconfitta bruciante in una brutta partita in cui abbiamo visto un brutto Milan; insomma un'altra serata da dimenticare in fretta e il vero problema è che nelle ultime stagioni ormai sono davvero tante le cose da dimenticare e poche quelle da ricordare con soddisfazione e orgoglio.