Coppa Italia salvagente del Milan e di Inzaghi

Coppa Italia salvagente del Milan e di InzaghiMilanNews.it
© foto di Federico Gaetano
martedì 27 gennaio 2015, 01:00Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan affronta nuovamente la Lazio, questa volta a San Siro e per la Coppa Italia; in palio non c'è solo un posto per la semifinale del torneo, ma soprattutto la possibilità di salvare una stagione che sta prendendo una brutta piega.

Eccoci al secondo appuntamento ravvicinato con la Lazio; dopo la netta sconfitta di sabato nella partita di campionato, arriva l'occasione della rivincita, già etichettata come ultima spiaggia per il Milan e, soprattutto, per il suo tecnico Inzaghi. Con l'Europa ormai lontana, non solo quella nobile della Champions League, ma anche quella meno ambita dell'Europa League, la Coppa Italia rappresenta un'ancora di salvezza importante e, qualora venisse vinta, permetterebbe di rientrare in Europa indipendentemente dal campionato, ma viene da chiedersi se la squadra di ectoplasmi vista in campo in queste prime partite del 2015 sia in grado davvero di poter puntare a questo trofeo, una volta snobbatissimo dal grande Milan che aveva ben altri obiettivi, ma ora diventato improvvisamente un obiettivo importante a conferma della decadenza di squadra e società. Il Milan è in crisi e non solo sul campo: investimenti zero, sessioni di mercato fatte solo di prestiti e acquisti a costo zero, rosa sempre più impoverita, allenatori inesperti e abbandonati a se stessi, per poi diventare il capro espiatorio di fallimenti annunciati, due amministratori delegati con compiti diversi ma che dovrebbero collaborare per il bene della squadra e, invece, di nascosto si fanno la guerra aumentando il caos e i problemi; un presidente assente, perchè non bastano le visitine lampo del venerdì per dimostrare di essere ancora il primo e più importante dirigente della società. Tutto ciò destabilizza ancor di più una squadra che già di per sè ha tanti problemi: ultimamente si è visto un Milan senza gioco, senza idee, senza personalità, senza coraggio, senza giocatori leader che sappiano guidare i compagni nei momenti di difficoltà, senza campioni (ma questo si sapeva fin dall'inizio) e, soprattutto, senza quelle qualità morali e caratteriali che Inzaghi aveva promesso a inizio stagione, dicendo che il Milan avrebbe perso solo con squadre evidentemente più forti e non contro squadre con più voglia. In tutto questo caos anche la Curva Sud ha voluto dire la sua, con un comunicato in cui il principale colpevole è stato individuato in Adriano Galliani, ovvero il responsabile dell'area tecnica; scelta legittima, ma comunque discutibile, perchè è vero che i pochi soldi a disposizione sono stati spesso spesi male, soprattutto con ingaggi spropositati per giocatori (e, soprattutto, per i loro procuratori...) che non valgono certe cifre, al punto che il Milan ha il terzo monte ingaggi della Serie A, ma, come sappiamo benissimo, purtroppo non è terzo in classifica, però bisogna anche ammettere che è stato lasciato senza la materia prima per poter operare bene sul mercato, cioè il denaro e in queste condizioni è davvero difficile fare bene e, quindi, bisogna considerare anche le responsabilità di chi non vuole più investire nel Milan o di chi utilizza le risorse a disposizione per operazioni diverse dal rafforzamento della squadra che, in una società di calcio, dovrebbe essere la cosa più importante.

Purtroppo questo è un discorso molto lungo e complicato che porta necessariamente lontano dalla stretta attualità, cioè l'ormai importantissima partita contro la Lazio che può permettere di proseguire il cammino in Coppa Italia. Inzaghi ha problemi di formazione, perchè la rosa si è ulteriormente impoverita con gli infortuni di El Shaarawy e Bonaventura e con la decisione di non convocare Mexes dopo il suo folle comportamento nella partita di sabato. Scelte obbligate in difesa, un po' più di abbondanza a centrocampo, anche grazie al rientro nella lista dei convocati di De Jong e attacco che dovrebbe prevedere al centro la presenza di Pazzini, con Menez defilato e Cerci a completare il reparto; c'è anche il ritorno di Honda, eliminato con il suo Giappone dalla Coppa d'Asia, ma il giapponese non dovrebbe partire titolare. In ogni caso, come sempre in queste situazioni delicate, non importa tanto chi va in campo, ma come scendono in campo gli undici giocatori che avranno il compito di salvare la stagione del Milan e, a quanto pare, la panchina di Inzaghi. Ci vuole davvero la bava alla bocca, invocata dall'allenatore alla vigilia della trasferta di Roma ma che non si è minimamente vista; ci vogliono undici leoni; ci vuole l'occhio della tigre e non quei volti terrei e spauriti che si vedono in campo e in panchina; ci vuole una squadra che mostri coraggio, personalità e determinazione, tutte doti che sembrano completamente scomparse, insieme, ovviamente, al gioco in questo allucinante mese di gennaio in cui il Milan non ha mai vinto in campionato, cosa che non avveniva da tempo immemorabile. Servirà anche l'aiuto del pubblico, ma è facile prevedere un San Siro pressochè deserto come in tutte le sfide di Coppa Italia, anche perchè negli ultimi tempi c'è un profondo distacco e disamore del popolo rossonero nei confronti della squadra e della società e la dimostrazione viene anche dalle partite di campionato, in cui ormai si fatica a raggiungere i 30000 presenti allo stadio. Insomma ci vuole una svolta a tutti i livelli per invertire una rotta che porta alla deriva e tornare a fare il Milan: la Curva Sud garantirà il sostegno come nelle grandi occasioni e come ha sempre fatto almeno fino al 20° minuto della ripresa della partita di sabato, quando sono cominciati i cori che invitavano i giocatori a tirare fuori gli attributi nel modo migliore e non facendo falli ingenui o prendendo per il collo gli avversari, ma al resto devono pensare i giocatori, con una prestazione gagliarda e mettendoci tutto l'impegno possibile per onorare la gloriosa maglia che indossano. Qualificarsi alle semifinali di Coppa Italia non è certo una cosa che può salvare una stagione e, invece, a fine gennaio è già diventato l'unico obiettivo raggiungibile; ciò la dice lunga sul declino della squadra ma questo è ciò che passa il convento e in attesa di tempi migliori bisogna accontentarsi di ciò che una volta veniva snobbato, anche e soprattutto da squadra e società. Siamo già all'ultima spiaggia e speriamo di non affogare...