Disastro Milan

Disastro MilanMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
lunedì 19 gennaio 2015, 01:03Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri perdono in casa anche contro l'Atalanta: senza gioco, senza idee, senza determinazione, la squadra di Inzaghi va alla deriva e l'Atalanta ne approfitta vincendo meritatamente grazie a un gol di Denis.

~Battuto, fischiato e deludente: è questa la fotografia del Milan che ci restituisce la partita di San Siro contro l'Atalanta, che i rossoneri hanno perso giocando in modo pessimo e dimostrando di essere davvero in crisi di gioco e risultati. Si è capito fin dall'inizio che, come accade spesso ultimamente, gli avversari erano più pimpanti, determinati e convinti e la miriade di palle perse in modo banale a centrocampo che hanno innescato ripartenze devastanti dell'Atalanta, fra cui quella del gol decisivo, hanno fatto capire che il problema è serio, anzi in verità ci sono vari problemi che Inzaghi è chiamato a risolvere al più presto, perchè tutti siamo consapevoli che questa rosa non è competitiva ai massimi livelli e andrebbe integrata se non addirittura stravolta, ma mi rifiuto di pensare che questo gruppo sia inferiore a quello dell'Atalanta, del Sassuolo o del Torino e ciò chiama pesantemente in causa il tecnico e i suoi giocatori. Le sconfitte ci possono stare, ma quando vedi giocatori che trattano la palla con sufficienza, la consegnano agli avversari senza nemmeno poi rincorrerli, si intestardiscono in cervellotici colpi di tacco, corrono poco e arrivano sempre un attimo dopo sul pallone rispetto agli avversari, non puoi non avere brutti pensieri. Quando vedi una difesa che si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè resti sbigottito e quando ti accorgi che la "veemente" reazione della ripresa porta alla miseria di due o tre tiri in porta nemmeno troppo pericolosi, ti senti davvero scoraggiato. Vengono in mente le solite trite e ritrite parole di Inzaghi, che aveva promesso che la sua squadra avrebbe perso solo con avversari evidentemente più forti e non più determinati e convinti, perchè il suo Milan ci avrebbe sempre messo grande voglia e massima determinazione e, invece, ti rendi conto che quello che doveva tornare a essere un fortino inespugnabile, ovvero San Siro, è ormai terreno di conquista per chiunque, perchè ci sta perdere contro la Juve, ma con Palermo, Sassuolo e Atalanta ti aspetti risultati ben diversi e, soprattutto, prestazioni più convincenti e con più cuore, onorando la maglia che si indossa. Il Milan è partito male, dimostrandosi molle, deconcentrato e poco attento; l'Atalanta ha giocato meglio fin da subito e ha meritato il vantaggio al quale i rossoneri hanno poi opposto davvero troppo poco, attaccando con più convinzione nella ripresa, ma facendo più confusione che altro, al punto che è stata più l'Atalanta ad andare vicina al raddoppio che il Milan al pareggio. Stendiamo un velo pietoso anche sulle prestazioni di molti singoli, a partire dall'indisponente Menez che non ne ha azzeccata una e se questo deve essere il trascinatore della squadra, non siamo messi bene; anche capitan Montolivo ha "festeggiato" il trentesimo compleanno con una prestazione negativa e lo stesso De Jong è stato meno lucido del solito; difesa impresentabile come troppe volte in questa stagione, attacco che ha prodotto tanto fumo e poco arrosto; l'unico a salvarsi davvero è stato Bonaventura, che evidentemente aveva voglia di fare bella figura contro la sua squadra e ci è riuscito, dimostrandosi di fatto il più pericoloso in attacco anche se schierato nel terzetto di centrocampo. Ora si può davvero parlare di crisi ed è meglio riporre definitivamente nel cassetto i sogni di terzo posto, almeno finchè la squadra non si sveglierà e ritroverà la voglia e la grinta di inizio stagione, sparita dopo le buone prestazioni di fine 2014 che hanno illuso e ingannato molti (i giocatori per primi) e dopo le tante "coccole" presidenziali durante le visite a Milanello; forse era meglio non far credere a certi giocatori di essere addirittura al livello di Juventus e Roma, anche se certe parole sono sicuramente state dette ad arte per far credere che questa squadra non avesse bisogno di innesti dal mercato e, invece, la realtà ha impietosamente smentito queste bugie e ora serve che tutti si rimbocchino le maniche, dal presidente all'intera dirigenza, allo staff tecnico e ai giocatori, perchè questa situazione sta diventando insostenibile e i tifosi stanno davvero perdendo la pazienza, già ampiamente messa alla prova nelle ultime deludenti stagioni.

Inzaghi schiera il Milan ipotizzato alla vigilia, con Bonera terzino sinistro, coppia centrale Mexes-Rami, Abate a destra; a centrocampo ci sono De Jong, Montolivo e Bonaventura, mentre in attacco prima maglia da titolare in campionato per Cerci con Menez centravanti e El Shaarawy a completare il tridente. San Siro più che mezzo vuoto, con meno di 30000 spettatori sugli spalti e se uno degli obiettivi di Inzaghi era riportare i tifosi rossoneri allo stadio, a metà campionato possiamo dire che per il momento tale obiettivo è fallito. Intanto c'è da vincere la partita contro l'Atalanta, per chiudere in bellezza il girone di andata e avvicinarsi al terzo posto, ma in realtà bisogna prepararsi all'ennesima sofferenza: la palla persa da Abate fa subito capire l'andazzo ed è solo la prima di tante; i bergamaschi, senza tifosi al seguito a causa del divieto di trasferta di tre mesi comminato dopo gli incidenti di Atalanta-Roma, capiscono subito che contro questo Milan ce la si può giocare senza problemi, alzano il pressing, mandano in confusione il fragile centrocampo rossonero e insidiano più volte una difesa tutt'altro che ermetica. La traversa di Denis è solo il preludio all'irreparabile, che si concretizza qualche minuto dopo, quando Menez perde un pallone in modo indisponente nella metà campo avversaria e si innesca una fulminea ripartenza con gli attaccanti orobici che penetrano come una lama nel burro di una difesa rossonera inguardabile e troppo distratta. Brutto l'errore di Menez ma non è da meno chi non ha nemmeno tentato di opporsi all'affondo avversario, lasciando completa libertà; mancava solo lo zerbino con su scritto "benvenuti" davanti alla porta di Diego Lopez per completare l'opera... Il Milan avrebbe tempo e modo di reagire, ma mancano idee e gioco; Bonera si fa male e Inzaghi lo sostituisce con Armero, che oltretutto dovrebbe garantire più spinta, ma il tempo si chiude senza apprezzabili cambiamenti e con il Milan in svantaggio perchè ha giocato peggio e creato meno occasioni, giusto due o tre tiri con Bonaventura, un'incursione di El Shaarawy e un tiraccio alto di Menez.

Nella ripresa ecco la mossa tanto attesa e, in fondo, scontata: dentro Pazzini, fuori il deludente Cerci, ancora a corto di condizione, ma questa volta non si può accusare Inzaghi di non aver schierato il Pazzo dall'inizio, in quanto il giocatore ha avuto la febbre per tre giorni dopo la partita di Coppa Italia contro il Sassuolo. La mossa sembra funzionare, perchè con un punto di riferimento là davanti si può finalmente scodellare palloni in area e provare a sfondare il muro atalantino, ma in fin dei conti non ci sono poi queste grandi occasioni da ricordare; ci si mette anche la sfortuna, con un colpo di testa di De Jong che poteva essere pericoloso ma viene deviato involontariamente da Rami e San Siro si infiamma perchè finalmente la squadra sembra metterci voglia e grinta, ma i risultati sono modesti e all'ennesimo passaggio indietro o laterale i fischi aumentano di intensità. Inzaghi prova anche la mossa della disperazione inserendo Niang al posto di Montolivo, anche lui confusionario e opaco, poi Pippo si fa espellere per un pallone calciato via in un eccesso di nervosismo, dovuto anche alle tante perdite di tempo di un'Atalanta che difende con le unghie e con i denti una vittoria preziosissima. In fin dei conti, la cosa più negativa e umiliante è che il portiere avversario Sportiello non abbia dovuto compiere parate miracolose, ma solo di ordinaria amministrazione e ciò la dice lunga sulla sterilità offensiva della squadra, cosa che deve far riflettere, perchè il Milan si trovava di fronte una squadra invischiata nella zona calda della classifica e avrebbe potuto e dovuto fare molto di più. Invece finisce fra i fischi, che una parte della curva cerca di coprire cantando "Siamo sempre con voi", ma non riuscendoci, perchè anche dal settore del tifo più caldo piovono fischi sui giocatori che vengono a scusrasi per la pessima prestazione e l'ennesima delusione.

Un solo punto in tre partite di campionato del 2015, due delle quali a San Siro, quarta sconfitta interna, dodici punti nelle ultime dodici partite e vittoria che manca dal 14 dicembre; cifre impietose che costringono a lasciar perdere sogni di terzo posto, ora distante sette punti e a puntare a obiettivi molto più terra terra, ovvero ricostruire al più presto una squadra che ora non c'è, perchè mancano gioco, idee, leader, giocatori con carisma che trascinino i compagni e li guidino nei momenti di difficoltà. Il Milan attuale è una navicella che va alla deriva, con un capitano, nel senso di guida tecnica, che sembra più spaurito e sperduto dei suoi marinai e pare aver perso completamente la rotta con scelte sbagliate e una gestione del gruppo che non sta dando risultati nè dal punto di vista del gioco nè delle motivazioni. Inzaghi ha le sue colpe e responsabilità, ma non deve diventare il solo capro espiatorio; si sapeva che questa rosa aveva limiti e difetti, che sia la difesa che il centrocampo avevano bisogno di innesti per migliorarne la qualità, ma a qualcuno piace di più rincorrere l'acquisto dell'ennesimo attaccante, oppure fare orecchie da mercante alle legittime richieste dei tifosi e dello stesso allenatore dicendo la solite frasi "Siamo a posto così", "Siamo ultra competivivi", "L'obiettivo è il terzo posto" e amenità simili, prontamente smentite ogni domenica senza che alcuno senta la necessità di scusarsi e porre rimedio. La situazione è davvero difficile e il doppio impegno contro la Lazio (in campionato prima e in Coppa Italia poi) sembra già un crocevia decisivo per questo Milan senza capo nè coda e per il suo mister, che doveva ridare alla squadra il suo DNA vincente e, invece, sta affondando nella mediocrità a suon di brutte figure. Serve una reazione, serve un svolta, serva una squadra degna di tal nome e bisogna fare in fretta, perchè la pazienza è ormai finita e i tifosi rossoneri meritano di più!