Finalmente vittoria!

Finalmente vittoria!MilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 1 dicembre 2014, 01:03Vista dalla Curva
di Davide Bin
Dopo cinque partite senza successi, una doppietta di Menez nella ripresa consente al Milan di tornare a conquistare i tre punti in una sfida sostanzialmente dominata soprattutto nel primo tempo.

Alla fine la tanto sospirata vittoria è arrivata, meritata ma anche sofferta, perchè se è vero che il Milan ha dominato la partita contro l'Udinese, in particolar modo nel primo tempo, è altrettanto innegabile che per un'ora il risultato è rimasto inchiodato sullo 0-0 ed è servito un calcio di rigore (che ha provocato proteste e polemiche) a sbloccarla e a indirizzarla sui binari giusti. Una partita in cui non è mancato proprio nulla: gol fantasma, rigori dati e reclamati, espulsioni, proteste e polemiche, ma in fondo il risultato è giusto e gli eventuali errori arbitrali hanno scontentato entrambe le squadre. I rossoneri (si fa per dire, visto che sono scesi in campo con un'inguardabile maglia gialla) hanno giocato una delle migliori partite della stagione, favoriti anche da un'Udinese praticamente inoffensiva che non ha mai tirato in porta e hanno finalmente vinto e convinto in ogni reparto; Inzaghi può essere soddisfatto, perchè oltre alla prestazione è arrivato anche il risultato; nelle ultime settimane era stato impossibile abbinare le due cose e questa partita deve servire da iniezione di fiducia per il futuro, soprattutto quello immediato che vedrà il Milan impegnato prima di Natale con tre squadre che lo precedono in classifica. Ancora una volta il protagonista è stato Menez, autore della doppietta decisiva proprio nel giorno in cui Inzaghi lo ha riproposto al centro dell'attacco accantonando Torres; Pippo ha sempre detto che per lui il francese è un vero centravanti e non un "falso nueve" come molti si ostinano a definirlo e questa doppietta (primo gol su rigore, ma secondo bellissimo) servirà a confermare le sue idee e a convincere anche gli scettici che si può tranquillamente giocare e vincere senza un centravanti d'area di rigore, anche se in questo modo è più difficile scardinare le difese chiuse e arroccate, mentre è più agevole agire di contropiede o ripartenza che dir si voglia. 

Giornata grigia e piovosa a Milano e ciò non invoglia certo a passare un pomeriggio allo stadio; così anche la felice circostanza di giocare finalmente una partita casalinga alle 15 non attira certo il grande pubblico a San Siro: sempre i soliti 30000 circa, con ampi vuoti in ogni settore e qualche buco anche in Curva Sud; anche la mancata vittoria nel derby ha smorzato molti entusiasmi, così come la serie di partite senza successi e un Milan incerottato e con molte assenze evidentemente non ispira ottimismo; in fondo la vittoria a San Siro manca da quasi due mesi (inizio ottobre contro il Chievo) e per questo l'imperativo è tornare a vincere; ci prova una formazione che Inzaghi ha modificato solo in difesa rispetto alle previsioni della vigilia: non c'è Zapata centrale bensì Rami al fianco di Mexes con Bonera a destra e Armero a sinistra; tutto confermato negli altri reparti, con Van Ginkel in mediana insieme a Bonaventura ed Essien e il tridente d'attacco con El Shaarawy, Honda e Menez. La sorpresa all'entrata delle squadre in campo sta nelle divisa indossata dal Milan, ovvero la terza, quella simil Brasile che poco o nulla ha a che fare con i colori sociali; forse vi sembrerò un po' troppo tradizionalista, ma trovo incomprensibile questa scelta di giocare con colori diversi da quelli "ufficiali" soprattutto quando non c'è la necessità dettata da incompatibilità cromatica con la divisa degli avversari e visto che l'Udinese ha la maglia bianconera non c'era alcun motivo, se non quello pubblicitario ed economico di giocare con tale divisa, ma se pensiamo che si voleva disputare con questa inguardabile maglia addirittura un derby (quello di ritorno della scorsa stagione, scelta annullata a furor di popolo nel vero senso della parola) si può ben capire come chi dirige le società (non solo il Milan, basta guardare la sfilata di orrende maglie alla quale si assiste ogni domenica in qualunque stadio) ormai ha perso ogni rispetto nei confronti dei tifosi che amano i propri colori e gradirebbero vederli indossati dalla loro squadra.

Il Milan parte forte e mette subito in chiaro che vuole vincere a ogni costo; il primo tempo è, come si suol dire, monocromatico e c'è una sola squadra in campo; l'Udinese di Stramaccioni (fischiatissimo al momento della lettura delle formazioni in quanto ex interista) fa da sparring-partner, anche il temutissimo uomo bicentenario Di Natale fa scena muta e Diego Lopez passerà un pomeriggio da spettatore non pagante. Menez fa subito capire di essere ispirato e arriva un paio di volte alla conclusione, una delle quali, in diagonale, pericolosissima, visto che sibila fuori di pochissimo sul palo lontano. El Shaarawy vuole farsi perdonare l'erroraccio che probabilmente è costato la vittoria nel derby e ci mette il massimo impegno, correndo molto anche a discapito della lucidità in attacco; Honda è il meno propositivo del tridente, ma anche lui dà il suo contributo, mentre a centrocampo Van Ginkel è un po' lento e impacciato, Essien non è certo un regista e, così, il più pimpante è sicuramente Bonaventura. Il gol tarda ad arrivare, ma la colpa non è solo dei giocatori, visto che il colpo di testa di Rami su angolo di Bonaventura sembra vincente e fa gridare al gol, ma Valeri e i suoi collaboratori decidono che il pallone respinto da Karnezis non ha interamente varcato la linea; davvero difficile stabilirlo a occhio, sofisticati mezzi elettronici poi decreteranno che una porzione minima di pallone forse non ha superato l'immaginaria linea (visto che si tratta di un pallone a mezz'aria), ma siccome in Italia non si utilizza la tecnologia e vale ancora l'impressione visiva, sembrava davvero gol. Il Milan non si lascia deprimere o innervosire dall'episodio e continua ad attaccare con impegno, ma il gol non arriva e si va al riposo con uno 0-0 che sembra bugiardo e così si leva anche qualche impietoso e ingiusto fischio dagli spalti di San Siro, forse dettato dalla paura che l'astinenza di vittorie prosegua, più che dal rendimento di una squadra che tutto sommato sta giocando bene.

Altri problemi per l'arbitro Valeri nella ripresa: in una delle rare occasioni in cui un suo giocatore entra in area, l'Udinese reclama il rigore perchè Badu viene agganciato da Armero; l'arbitro fa proseguire mentre poi, nell'altra area, vede e punisce la spinta di Domizzi su Honda, che secondo i friulani ha controllato il pallone con un braccio; rigore ed espulsione per il difensore bianconero; Menez va sul dischetto, realizza con freddezza e sblocca il risultato proprio nel momento in cui il Milan sembrava un po' in difficoltà, visto che faticava a rendersi pericoloso dopo il bel primo tempo. Vantaggio provvidenziale, insomma e partita che sembra tutta in discesa, vista anche la superiorità numerica che però Valeri riequilibra quasi subito estraendo il secondo giallo e, di conseguenza, il rosso a Essien per un prolungato fallo su Allan con tanto di manata in faccia. Per fortuna poco dopo arriva il raddoppio, con una splendida azione personale di Menez, che parte dalla sinistra, si accentra entra in area e fulmina il pur bravo Karnezis. La partita di fatto si chiude quì, perchè l'Udinese non ha certo la forza per rimontare due gol, visto anche che nel frattempo ha perso il suo cannoniere per eccellenza, ovvero Di Natale e, quindi, l'unica vera notizia nel finale è il gradito ritorno in campo di Montolivo, applaudito dai tifosi, anche se il più acclamato è sicuramente Pazzini, entrato al posto del match-winner Menez, forse perchè i tifosi tentano di consolarlo per le tante panchine e i pochi minuti giocati. Purtroppo neanche in quest'occasione il Pazzo riesce a sbloccarsi, ma poco male, perchè il Milan torna alla vittoria e questa è la cosa davvero importante per Inzaghi, per la squadra e per i tifosi rossoneri, che da tanto tempo aspettavano di poter finalmente tornare a esultare per un successo dei loro beniamini. Con questi tre punti il Milan risale in classifica e, in fondo, il terzo posto non è poi così lontano; sognare si può, ma è meglio rimanere con i piedi per terra e non farsi illusioni, perchè abbiamo visto un buon Milan ed è arrivata la vittoria che mancava, ma bisogna ancora lavorare e crescere molto e Inzaghi questo lo sa.