Il Diavolo cala il poker

Il Diavolo cala il pokerMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 14 aprile 2014, 01:27Vista dalla Curva
di Davide Bin
Con un gol di Montolivo da 30 metri il Milan batte (a fatica) il Catania, conquista la quarta vittoria consecutiva e si porta a tre punti dalla zona Europa League.

Il Milan di Clarence Seedorf sta lentamente cambiando e maturando: la vittoria contro il Catania, sofferta e stentata, dimostra che ora la squadra sa essere opportunista e cinica, vincendo anche giocando male, come aveva chiesto apertamente Galliani qualche settimana fa; l'allenatore olandese ha capito che non basta giocare bene e che nel calcio, soprattutto in Italia, si viene giudicati per i risultati e bisogna ottenere quelli prima di pensare al bel gioco; ovvio che abbinare le due cose sarebbe perfetto, ma siccome questo Milan è ancora un cantiere aperto, pur con qualche certezza in più rispetto al passato, meglio privilegiare il risultato e cercare di dare un senso a questo finale di stagione, rincorrendo un posto in Europa League. Con questo poker di vittorie, unito al prezioso pareggio dell'Olimpico contro la Lazio, il Milan ha dimenticato il terribile periodo delle sconfitte in serie e della crisi che sembrava poter travolgere anche Seedorf dopo Allegri; la classifica è sensibilmente migliorata, la squadra ha acquisito certezze e sicurezze e tutto l'ambiente rossonero è molto diverso rispetto a un mese fa. Forse è servita anche la contestazione dei tifosi, che ha svegliato chi sembrava assopito, inchiodandolo alle proprie responsabilità e non è un caso se da allora sono arrivati solo risultati positivi; l'ultimo della serie è questa vittoria sul Catania, ottenuta con il minimo sforzo, soffrendo fin troppo contro il fanalino di coda della classifica, ma centrando un poker inedito in questa stagione che permette di superare Verona e Atalanta e proseguire la rincorsa all'Europa League appaiati a Torino e Lazio (per questo ha parlato di pareggio prezioso all'Olimpico). Di solito partite come questa contro il Catania sono molto pericolose e c'è tutto da perdere: se vinci hai solo fatto il tuo dovere, se le cose vanno male apriti cielo e via a processi e polemiche, perchè non è concepibile non ottenere i tre punti contro un avversario ormai con un piede e mezzo in Serie B. La vittoria è arrivata, stentata e sofferta, grazie al gol del migliore in campo, il capitano Montolivo; per il bel gioco ripassare un'altra volta, perchè ormai Seedorf ha capito e siccome gli è stato chiesto di fare risultato anche a discapito dello spettacolo, ecco accontentati tutti, con pochi complimenti ma tre punti in saccoccia.

Il tecnico olandese conferma la difesa alla francese, una sorta di "linea Maginot" in cui l'unico intruso insieme ai vari Mexes, Rami e Constant è l'italianissimo Bonera, centrale decentrato a destra; a centrocampo la diga De Jong è affiancata da capitan Montolivo e in attacco l'unico cambio è dettato dalla necessità, visto che l'indisponbile Honda è sostituito da Poli, che affianca Kakà e Taarabt alle spalle di Balotelli. Se possibile, San Siro è ancor più vuoto e desolante del solito: avversario di scarso richiamo, classifica ormai compromessa (l'Europa League, ammettiamolo, non attira più di tanto la maggioranza dei tifosi) ed ennesima partita in notturna; sta di fatto che c'è davvero pochissima gente e viene nostalgia di quei tempi in cui anche in partite come questa era necessario entrare con largo anticipo per trovare posto in curva, mentre ora si può anche arrivare a ridosso del fischio d'inizio, se non addirittura a partita iniziata. Un altro segno del dietro-front di Seedorf rispetto alle ambiziose idee dei suoi primi tempi da tecnico del Milan è la musica che accompagna l'ingresso in campo della squadra per il riscaldamento, che da un paio di partite a questa parte è tornata quella del glorioso passato, ovvero "We will rock you" dei Queen, la "sigla" di tanti trionfi, quando Clarence era giocatore di un grande Milan e Gattuso schizzava in campo come una molla per primo appena risuonavano le note della canzone dei Queen. Ora è un Milan molto diverso, ma dopo la musica scelta attraverso video motivazionali si è tornati al passato, segno che Seedorf sta davvero adattandosi al mondo Milan anche nei piccoli particolari, limitando le rivoluzioni.

Il Catania prova a sorprendere il Milan in avvio con atteggiamento spavaldo; il suo nuovo tecnico vuole che la squadra finisca il campionato a testa alta e viene accontentato: Barrientos prima sfiora il palo, poi costringe Abbiati alla parata miracolosa e tutto ciò sembra il preludio a una serata inaspettatamente sofferta per il popolo rossonero. Il Milan inizialmente è impreciso e lento, poi piano piano migliora il suo rendimento, trascinato dal tarantolato Taarabt, che appena conquista o riceve palla punta gli avversari, li salta con finte e sterzate e prova il tiro da ogni posizione. Anche Kakà sembra ispirato e motivato, corre tanto come al solito e crea il primo vero pericolo con una progressione vanificata con un tiro a lato. Poco male, perchè il gol arriva subito dopo: Balotelli appoggia una punizione a Montolivo, che da trenta metri prende la mira e scaglia un rasoterra chirurgico che sorprende Andujar e si infila all'angolino basso; bel gol e giusto premio per l'infaticabile capitano rossonero, che corre, recupera palloni come un mediano, rilancia l'azione come un regista e vede la porta come un attaccante. Rinfrancato dal gol, il Milan continua a spingere e mette in difficoltà un Catania scosso e calato dopo il buon avvio: Taarabt ci riprova con un tiro fuori di poco e Balotelli lo imita con una punizione che non inquadra la porta. Il primo tempo è tutto qui, senza troppi sussulti, ma con il Milan in vantaggio e questo è l'importante.

La ripresa è, se possibile, ancor più noiosa, soprattutto in avvio; bisogna aspettare un quarto d'ora per la prima occasione, una spettacolare ma imprecisa girata al volo di Mexes, imbeccato da Balotelli. Il Milan, poi, cala vistosamente dal punto di vista fisico e il Catania, anche solo per inerzia, si porta in avanti alla ricerca del pareggio: Abbiati deve fare anche il "libero", uscendo a colpire il pallone di testa fuori dalla propria area, poi deve volare a respingere l'insidiosa punizione dello specialista Lodi. Il Catania sembra avere più energie del Milan e Seedorf prova a inserire forze fresche: Abate per Poli, Emanuelson per il fischiato Constant e Pazzini per Kakà, ma il Milan combina davvero poco in avanti e deve soffrire dietro, anche se si difende con ordine e compattezza. Mentre la Curva Sud intona il coro "You'll never walk alone" in memoria della strage di Hillsborough di 25 anni fa (quando morirono 96 tifosi del Liverpool), dimostrando la stessa sensibilità di allora, quando cantò lo stesso coro durante la mitica semifinale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid, giocata quattro giorni dopo la strage, l'ultima occasione è rossonera ed è un tiro alto di Balotelli, che ha corso molto, si è impegnato, ma ha sbagliato parecchio e, soprattutto, è rimasto costentemente lontano dall'area, privando i compagni di un punto di riferimento là davanti; prestazione tutto sommato opaca per SuperMario e per tutto il Milan, ma la vittoria arriva comunque e con essa tre punti che portano la squadra a ridosso della zona Europa League. Tutto bene ciò che finisce bene, ma sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più da questa partita, contro un Catania ormai spacciato ma che con grande dignità ha saputo mettere in difficoltà un Milan impacciato e cinico, al quale è bastato un episodio per calare il poker di vittorie e far sua l'intera posta.