Il malato prende un brodino

Il malato prende un brodinoMilanNews.it
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mercoledì 14 gennaio 2015, 01:07Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan approda ai quarti di finale di Coppa Italia battendo il Sassuolo e mostra qualche progresso sul piano del gioco e delle prestazioni personali, ma la vera guarigione è ancora lontana.

Al terzo tentativo la prima vittoria del 2015 è finalmente arrivata ed è una vittoria pesante che significa superamento del turno in Coppa Italia, unico e vero obiettivo stagionale dei rossoneri. Diciamo francamente e senza mezzi termini che una volta uno striminzito successo del genere in Coppa Italia, arrivato a quattro minuti dalla fine, sarebbe stato archiviato in fretta senza troppi entusiasmi, mentre ora fa notizia e quasi scalpore, ma, come si diceva alla vigilia, purtroppo i tempi sono cambiati e la coppetta nazionale che una volta era quasi un fastidio del quale liberarsi il prima possibile per concentrare tutti gli sforzi e le energie su obiettivi ben più prestigiosi, è diventata improvvisamente importante per una società e una squadra in fase decadente. Inzaghi si vendica del Sassuolo a una settimana di distanza e finalmente il Milan riesce a superare gli emiliani, diventati autentica bestia nera nel mese di gennaio (un anno fa il clamoroso 4-2 che costò la panchina ad Allegri, una settimana fa il successo 2-1 a San Siro), ma non è tutto oro quel che luccica: la prestazione è stata tutt'altro che perfetta, il Milan ha stentato e faticato e ha trovato il successo solo in extremis, quando i supplementari sembravano ormai imminenti e se consideriamo che Inzaghi ha limitato il turn-over al minimo sindacale, schierando quasi tutti i migliori, mentre Di Francesco ha dato ampio spazio alle riserve (anche questo particolare fa capire che i tempi sono cambiati, visto che una volta in queste partite il Milan dava spazio addirittura ai giocatori della Primavera...), si può ben capire che sono pochi i motivi di soddisfazione al di là del risultato. Le buone notizie per Pippo vengono dal reparto avanzato: buona la prestazione di Pazzini, promettenti alcuni spunti di Cerci, che ha mostrato buone giocate purtroppo non ancora suportate da una condizione fisica accettabile, pimpante El Shaarawy; non altrettanto si può dire del centrocampo, che ancora una volta ha faticato a costruire gioco e della difesa, visto che ogni calcio piazzato avversario si è trasformato in un autentico psicodramma e ciò fa capire che il lavoro da compiere è ancora molto per Inzaghi e che il malato è tutt'altro che guarito, ma a volte anche un brodino può servire per sentirsi meglio e, quindi, questa vittoria aiuterà a ritrovare serenità, autostima, convinzione nei propri mezzi ed entusiasmo in vista delle prossime sfide. Intanto il cammino in Coppa Italia prosegue e anche questa è una buona notizia in questa stagione costellata di alti e bassi.

Inzaghi propone un Milan con poche varianti rispetto a quello di campionato: c'è Abbiati (capitano per l'occasione) fra i pali, si rivede Abate titolare con De Sciglio a sinistra e coppia centrale Alex-Zapata; a centrocampo trio composto da De Jong, Poli e Bonaventura, mentre in attacco c'è finalmente la prima maglia da titolare per Pazzini e anche per Cerci, con il rilanciato El Shaarawy a completare il tridente. Come ampiamente previsto, anche se la Coppa Italia in questa stagione senza Europa per squadra e società rappresenta un succedaneo della Champions League, non attira certo l'interesse del grande pubblico e, quindi, ci sono solo 8400 spettatori circa sui deserti spalti di San Siro, la maggior parte dei quali radunati in Curva Sud e nel primo anello arancio, con pochissimi tifosi ospiti nel primo anello verde. Certo giocare alle 21 di martedì a metà gennaio non invoglia certo a passare una serata allo stadio, anche se poi fa meno freddo del previsto, ma questi sono i deleteri effetti del calcio moderno, in cui gli orari delle partite vengono decisi in base alle esigenze televisive e all'orario di messa in onda del telegiornale della rete che trasmette la partita; il calcio ha venduto la sua anima alle televisioni in cambio di (tanti) soldi e questi sono gli effetti...

Primo tempo senza troppi spunti per una buona mezz'ora: il Milan prova a fare la partita, ci mette impegno e voglia, ma i risultati sono modesti; l'azione fatica a partire e a svilupparsi e ciò non permette di creare nitide azioni da gol. Il Sassuolo controlla la situazione senza soffrire troppo, non disdegna di punzecchiare una difesa che mostra sempre qualche affanno, ma non si rende particolarmente pericoloso. La svolta arriva nel finale di tempo, quando un traversone di Cerci viene deviato in acrobazia da Pazzini che batte Pomini; esultanza rabbiosa e scatenata del Pazzo che si libera di un peso e segna il primo gol ufficiale stagionale, confermando di avere un ottimo feeling con la Coppa Italia (21 reti segnate in questa competizione). Il Milan ha il merito di non fermarsi come, invece, aveva fatto nelle recenti partite giocate nel 2015 e dopo il vantaggio prova a chiudere subito la partita; potrebbe riuscirci, ma sul cross di De Sciglio Cerci colpisce il palo e deve rinviare il momento della prima rete in maglia rossonera, a San Siro e sotto la Sud, ma la sua prestazione resta confortante, perchè si sono visti spunti interessanti che avrebbero messo ancor di più in crisi la difesa avversaria se la sua condizione fisica fosse più brillante, ma le premesse per far bene ed essere utile a Inzaghi ci sono tutte. All'ultima azione, però, potrebbe succedere il patatrac, visto che, come al solito, la difesa va in crisi su un pallone spiovente in area da calcio piazzato e Vrsaljko appoggia in rete di testa, ma Tommasi annulla per fuorigioco, si può tirare un sospiro di sollievo e le squadre vanno immediatamente al riposo.

Nelle ripresa c'è più Sassuolo che Milan (i rossoneri si ripresentano in campo con Bonera al posto di De Sciglio): come successo nella partita di campionato di una settimana fa, gli emiliani, pur senza le loro stelle, soprattutto in attacco (Zaza e Berardi), alzano il baricentro, pressano alti e il Milan va in difficoltà; Abbiati è bravo e reattivo in un paio di occasioni su Sansone e Pavoletti, ma anche il Milan va vicino al gol con un bel colpo di testa di Pazzini che costringe Pomini alla parata miracolosa, a dimostrazione che quando c'è chi sa mettere al centro un cross decente (in questo caso Abate) e un centravanti di peso che sa svettare in area, è più semplice creare occasioni da gol, perchè in fondo il calcio può essere anche semplice. Ancora Pazzini si rende pericoloso sfruttando una verticalizzazione di Cerci, ma Pomini respinge anche il suo diagonale e poco dopo arriva l'episodio che cambia la partita: Zapata commette un'ingenuità doppia, prima lasciandosi aggirare da Pavoletti e poi stendendolo in area; calcio di rigore e giallo per il colombiano, sul dischetto va Sansone che spiazza Abbiati e riporta il punteggio in parità. In campo e sugli spalti si rivedono i fantasmi di una settimana prima e si teme un'altra beffa, ma questa volta il Milan reagisce e Cerci mostra le sue qualità anche sui calci piazzati con una bella punizione che impegna Pomini, prima di lasciare il posto a Montolivo per gli ultimi minuti di gara. Quando i supplementari sembrano ormai alle porte, con grande rammarico soprattutto per gli infreddoliti spettatori, arriva il gol vincente: calcio d'angolo, pallone per Poli che colpisce la traversa e sulla respinta si avventa De Jong che ribadisce in rete, scacciando la paura e facendo esultare il popolo rossonero. Di Francesco, che aveva appena mandato in campo Zaza con l'intento di provare a vincere, tenta il tutto per tutto e inserisce anche Berardi e Floro Flores, ma il tempo a disposizione è davvero poco, il Milan gestisce con sufficiente esperienza e tranquillità gli ultimi minuti e conquista una vittoria importante dal punto di vista pratico e, soprattutto, per il morale, perchè vincere aiuta a vincere e, soprattutto, è la miglior medicina per una squadra malata, anche quando è solo un brodino caldo.