Il Milan non sa più vincere

Il Milan non sa più vincereMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
domenica 9 novembre 2014, 01:22Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il pareggio di Marassi contro la Sampdoria allunga a quattro la striscia negativa dei rossoneri, ma questa volta si tratta di un punto che fa bene al morale, perchè la prestazione è stata positiva.

Emozioni e ribaltamenti di risultato e di situazioni a Marassi, in una partita che ci restituisce un Milan capace di giocare con personalità per lunghi tratti dell'incontro e di fare meglio di un avversario molto temuto alla vigilia; finisce 2-2 perchè il gol subìto allo scadere del primo tempo ha mandato in black-out i rossoneri anche in avvio di ripresa, ma per quaranta minuti nel primo tempo e per una buona parte di ripresa si è visto un buon Milan cha ha mostrato la reazione voluta da Inzaghi ed è sembrato in crescita. Onestamente fare peggio rispetto alla partita contro il Palermo sarebbe stato difficile, ma se c'era una squadra che meritava di vincere questa partita, indubbiamente era il Milan, ma le solite amnesie difensive hanno addirittura fatto rischiare la sconfitta e alla fine è arrivata anche l'espulsione di Bonera che negli ultimi minuti ha convinto i rossoneri a fare un classico ragionamento di questo gioco, ovvero che quando non puoi vincere, almeno cerca di non perdere e così bisogna accontentarsi di un punto che non alimenta molto la classifica ma consente di uscire indenni da un campo molto temuto dove la Sampdoria sta facendo cose egregie. A contorno della buona prestazione collettiva ci sono anche soddisfazioni provenienti dai singoli: El Shaarawy che torna al gol in campionato dopo venti mesi (622 giorni); la buona partita dell'epurato Mexes, ripescato per necessità (ovvero le tante assenze nel reparto difensivo) ma che può tornare utile anche in futuro; la crescita di De Sciglio rispetto alle ultime scialbe prestazioni e chissà che non sia solo un caso che ciò sia avvenuto in concomitanza del suo ritorno sulla fascia destra. Insomma Inzaghi, comunque abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e a difendere i suoi ragazzi, può uscire soddisfatto da Marassi, anche se la vittoria manca ormai da quattro partite e tre soli punti conquistati in questo periodo non sono un bottino da squadra che vuole frequentare l'alta classifica.

Inzaghi rispolvera Mexes in difesa dopo la buona prestazione nel Trofeo Berlusconi, sposta De Sciglio a destra, schiera Bonera a sinistra ed Essien a centrocampo al posto dell'infortunato Muntari, preferendo Bonaventura a Poli e Menez a Torres, con Honda ed El Shaarawy a completare il tridente offensivo. Un Milan riveduto e corretto a causa delle assenze, ma anche perchè Inzaghi sta ancora cercando la quadratura del cerchio, ovvero la migliore formazione che possa costituire la base su cui fondare il suo Milan. I rossoneri hanno l'arduo compito di sfidare quella che di fatto è la terza forza del campionato nel suo fortino, quindi si tratta di un esame impegnativo per chi ha appena ricevuto due sonori schiaffoni a domicilio dal Palermo. Buona presenza di pubblico a Marassi, anche se non c'è il tutto esaurito e dalla vicina Milano arrivano molti tifosi rossoneri per stare vicini alla squadra in un momento delicato.

L'avvio del Milan è incoraggiante e i rossoneri sorprendono una Sampdoria meno grintosa del solito che timidamente lascia il pallino del gioco agli avversari; la squadra di Inzaghi ne approfitta subito e trova il gol del vantaggio con una prodezza di El Shaarawy, che evidentemente motivato dal fatto di giocare un personalissimo derby (ha militato nel Genoa) e rivitalizzato dall'aria "di casa", torna al gol dopo un'infinità di tempo e lo fa con la sua classica azione, ovvero convergendo da sinistra verso il centro e indirizzando di destro un tiro a giro sul palo lontano che non dà scampo a Romero. L'esultanza del Faraone è piena di emozione, perchè si tratta dell'uscita da un incubo che durava da troppo tempo e anche i compagni capiscono il suo momento particolare e l'abbraccio è più intenso del solito. Il gol dà entusiasmo a tutto il Milan, che gioca meglio, ha più coraggio, mostra una personalità che sembrava perduta e mette sotto per una mezz'ora abbondante i blucerchiati. I rossoneri comandano la partita, decidono quando rallentare il ritmo o quando accelerare, quando tenere in mano il pallino del gioco e quando lasciarlo ad avversari meno coraggiosi del solito, mostrando buona tecnica, mentre la Sampdoria prova a metterla sul piano della battaglia ma gli avversari non l'assecondano. Tutto bene, insomma, ma siccome il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ecco che un ottimo primo tempo viene rovinato sul più bello, ovvero a pochi secondi dal termine, quando Gabbiadini se ne va sulla sinistra e mette al centro un pallone sul quale si avventa Okaka, che anticipa sia Bonera che Lopez in uscita.

E' risaputo che non c'è momento peggiore per subire gol che lo scadere del primo tempo, circostanza che manda al riposo depresso e frustrato chi lo subisce ed entusiasta chi lo segna, rischiando di condizionare il resto della gara. Ecco, infatti, che in avvio di ripresa la Sampdoria ci crede con maggiore convinzione, il Milan sembra stordito e arriva il gol del vantaggio doriano, ovviamente su palla inattiva, punto di forza della Sampdoria e tallone d'Achille del Milan: pallone spiovente in area da calcio d'angolo, Obiang svetta in mezzo alle belle statuine rossonere e colpisce il palo, sulla respinta, manco a dirlo, il più lesto è un giocatore in maglia blucerchiata, ovvero Eder che ribadisce in rete. Il gol potrebbe mettere K.O. il Milan e far volare sulle ali dell'entusiasmo la Sampdoria, ma i rossoneri reagiscono e Inzaghi prova a cambiare qualcosa, inserendo Torres al posto del poco brillante Honda e defilando Menez. Il pareggio arriva grazie ad un calcio di rigore accordato per fallo di mano dell'ex Mesbah in area; Menez spiazza Romero dal dischetto e riporta in parità un Milan che da quel momento in poi torna a giocare bene e a mettere sotto gli avversari con azioni tambureggianti. Torres reclama un rigore, ma c'è un episodio dubbio anche nell'altra area; la partita rimane emozionante e ricca di episodi e le due squadre provano a vincere più che accontentarsi del pareggio. Quando Bonaventura sfiora il gol della vittoria con un bel diagonale c'è un po' di rammarico nel popolo rossonero, ma siccome questa è una partita in cui gli umori cambiano spesso e repentinamente, ecco che arriva l'espulsione per doppia ammonizione di Bonera, che costringe a giocare gli ultimi minuti in inferiorità numerica. Con Poli terzino (esce Menez), il Milan gioca coperto e attento gli ultimi minuti, rischia sul tiro di Soriano deviato da Diego Lopez, ma porta a casa un punto prezioso; potevano essere tre, ma anche zero, quindi alla fine va bene così e ciò che dà più fiducia è la buona prestazione di una squadra che è riuscita a reagire e a invertire una tendenza negativa. Ora arriva la sosta, quanto mai opportuna per riordinare le idee in vista di uno degli appuntamenti più attesi in questa stagione priva della ribalta europea, ovvero il derby, una partita speciale in cui ci vorrà un Milan speciale.