Il Milan sorride a fatica

Il Milan sorride a fatica
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 26 ottobre 2015, 01:03Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri battono il Sassuolo e tornano alla vittoria dopo un mese, ma mostrano soliti vizi e difetti faticando a sfruttare la superiorità numerica; per il momento bisogna accontentarsi di carattere, cuore e, soprattutto, di tre punti.

Ci sono momenti in una stagione in cui conta solo vincere, non importa come, senza badare all'estetica; per il Milan di Mihajlovic la sfida interna contro la "bestia nera" Sassuolo era uno di questi momenti e i tre punti conquistati a pochi minuti dal termine, quando si prospettava l'ennesima delusione, sono un buon viatico per guardare al futuro con un po' più di serenità. Quando brancoli nel buio e ti ritrovi nel tunnel della crisi, basta un raggio di luce a indicarti la via e il gol nel finale di Luiz Adriano è uno di questi raggi che può aiutare una squadra in palese difficoltà e che anche contro il Sassuolo ha mostrato antichi vizi e difetti che sarà difficile far scomparire del tutto. I rossoneri ancora una volta hanno faticato a gestire una partita che sembrava incanalata sui giusti binari: in vantaggio di un gol e con un'ora da giocare in superiorità numerica, la vittoria non sembrava in discussione, ma mai dare per scontato qualcosa con questo Milan, che si è fatto nuovamente raggiungere con l'ennesimo gol subìto da parte di Berardi, ma almeno questa volta ha saputo reagire con cuore, carattere e volontà, ha attaccato in modo magari confusionario ma generoso, ha dato l'assalto alla porta avversaria, centrandola poche volte con tiri sballati che hanno fatto imprecare il già "nervosetto" popolo rossonero, ma alla fine è stato premiato dal gol di Luiz Adriano. E' finita 2-1 con gol di Bacca e, appunto, Luiz Adriano, ovvero stesso risultato e stessi marcatori della partita contro l'Empoli (e anche in quell'occasione il brasiliano aveva segnato di testa insaccando un cross proveniente da calcio d'angolo) e si tratta di un bel deja-vu che permette a Mihajlovic di abbassare la temperatura sotto la sua panchina, bollente nonostante le pallide smentite dirigenziali.

La partita "esame" per la banda Mihajlovic comincia con la contestazione scritta e orale da parte del popolo rossonero, in particolare della Curva Sud: striscioni in rima contro tutto e tutti srotolati nel settore centrale della curva lasciato vuoto e poi, durante la partita, la solita compilation di cori "poco gentili" nei confronti dei giocatori e, soprattutto, di Adriano Galliani, indicato come il maggior responsabile di questo momento delicato che dura ormai da molti mesi; non manca nemmeno l'ironia, visto che dopo il gol del primo vantaggio gli ultras rossoneri hanno cantato un irriverente "Vinceremo il tricolor!" seguito da "Noi vogliamo la coppa dei campion!". Insomma un bell'ambientino, un clima non certo idilliaco per una squadra alla ricerca di fiducia e serenità, ma è chiaro che la tifoseria rossonera è ormai esasperata da questa situazione dalla quale sembra impossibile uscire, nonostante i tanti cambi di allenatori e giocatori, nonostante i soldi spesi nel mercato estivo e nonostante i fiduciosi proclami di inizio stagione. Mihajlovic mostra coraggio dando fiducia al sedicenne Donnarumma fra i pali, ma per il resto non ci sono grosse novità nella formazione rispetto a Torino: c'è Poli al posto di Bertolacci (convocato ma non al meglio) e viene data nuovamente fiducia a Cerci nel tridente d'attacco e l'ex granata risponderà con una delle sue migliori prestazioni da quando è al Milan, sottolineata al momento dell'uscita dal campo dai soliti fischi di chi ormai ce l'ha con lui a prescindere, ma anche da tanti applausi di chi ha gradito l'impegno e anche la qualità di alcune giocate (come l'assist che ha consentito a Bacca di trovarsi solo davanti a Consigli e conquistarsi il rigore).

Nel primo tempo la partita dice davvero poco: inizialmente il Milan fatica a fare gioco e costruire azioni pericolose contro un Sassuolo organizzato e compatto, che dimostra di meritare l'ottima posizione di classifica che occupa. Da segnalare solo la prima parata in Serie A di Donnarumma su tiro di Laribi, una conclusione al volo di Bonaventura che strappa i primi timidi applausi di San Siro e l'episodio che cambia volto alla partita, ovvero il fallo di Consigli su Bacca punito con rigore ed espulsione del portiere neroverde. Nel finale di primo tempo il Milan commette l'errore di non insistere cercando di chiudere la partita al più presto, ma stiamo pur sempre parlando di una squadra convalescente, che fatica a imporsi con personalità e ha subito troppe rimonte per avere la necessaria tranquillità e serenità in queste occasioni. Chi, invece, dimostra grande personalità a dispetto della giovane età è Donnarumma, efficace nelle uscite sia alte che basse e sempre attento, ma siccome nel ruolo del portiere conta molto anche l'esperienza e inevitabilmente a sedici anni non si può averne molta, ecco che nella ripresa arriva anche il primo piccolo ma forse decisivo errore; capita sulla punizione di Berardi, che il giovane portiere "battezza" male, spostandosi con un passo dalla parte della barriera, indecisione che rende vano il successivo tuffo sul suo palo, anche se il tiro dell'attaccante del Sassuolo sarebbe comunque stato difficilmente parabile e, quindi, basterebbe dare i meriti a Berardi invece che cercare il pelo nell'uovo nel tentativo di parata di Donnarumma. Il gol subìto potrebbe avere un effetto devastante sulla fragile psiche dei giocatori rossoneri e la contestazione che si riaccende, alimentata dal pareggio del Sassuolo, non aiuta certo a dare coraggio e serenità, ma il Milan fortunatamente reagisce bene, magari fatica un po' a ingranare, ma poi si getta in avanti, soprattutto quando Mihajlovic lascia da parte qualunque prudenza e gioca il tutto per tutto mandando in campo Luiz Adriano al posto di Poli e, successivamente, anche Bertolacci al posto di Kucka. Il Milan attacca con generosità, tenta con scarsi risultati la conclusione dalla distanza, prova a sfondare dai lati e crea qualche pericolosa mischia in area avversaria, ma il pallone non vuole saperne di entrare e più passa il tempo, più viene a mancare la lucidità necessaria per trovare la via della rete, anche se il pubblico apprezza l'impegno e la voglia di vincere e sottolinea con applausi sempre più crescenti le migliori giocate di una squadra che commette molti errori anche banali ma almeno ci mette cuore e volontà, doti sempre apprezzabili. Quando le speranze sembrano ormai ridotte al lumicino arriva il colpo di testa di Luiz Adriano a regalare tre punti e uno stiracchiato sorriso a tutto l'ambiente rossonero, che aveva assolutamente bisogno di questa iniezione di fiducia. Alla fine ci sono applausi per i giocatori; la contestazione è momentaneamente placata, ma ci vuole ben altro per ridare entusiasmo al popolo rossonero; non può bastare una vittoria stiracchiata con una prestazione per nulla trascendentale contro una squadra in inferiorità numerica per un'ora, ma fra tre giorni si torna in campo, sempre a San Siro, contro il Chievo e il Milan ha un'altra possibilità per proseguire nel cammino che porta verso una classifica più soddisfacente e verso la definitiva pace con i propri tifosi, ancora diffidenti nei confronti di un Milan che finalmente vince ma ancora non convince.