Il Parma passeggia sulle macerie rossonere

Il Parma passeggia sulle macerie rossonereMilanNews.it
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lunedì 17 marzo 2014, 01:41Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan incassa un altro poker a pochi giorni da quello di Madrid e nel giorno della grande contestazione della Sud dice addio anche all'Europa League, chiudendo di fatto una stagione fallimentare.

Doveva essere il giorno della reazione per placare la contestazione, invece un'altra promessa è stata disattesa ed è arrivata l'ennesima sconfitta rovinosa che decreta il fallimento dell'ultimo piccolo obiettivo stagionale ancor prima di iniziare a rincorrerlo: un posto in Europa League, che fino a sabato scorso era considerato quasi un fastidio perchè c'era ancora il sogno Champions da coltivare, era diventato improvvisamente appetibile e provare a conquistarlo avrebbe dato un senso al finale di campionato; il calendario proponeva la sfida contro il Parma, una sorta di scontro diretto per provare subito a ridurre le distanze, invece è finita con altri quattro gol sul groppone in una giornata resa ancor più triste dalla contestazione che ha avuto come obiettivi alcuni giocatori (Balotelli in primis) e Galliani, salvando allenatore e qualche giocatore, ovvero quelli che ci hanno sempre messo impegno e voglia di onorare la maglia. Evidentemente Milan-Parma non vuole mai essere una partita normale: dall'addio di Arrigo Sacchi, alla fine della storica serie di imbattibilità; dalla contestazione del maggio '98 a quella odierna, sono tante le sfide fra le due squadre giocate in un clima particolare o che hanno avuto significati speciali, rimanendo nella storia. Forse un giorno ricorderemo questo giorno come quello della svolta verso un altro periodo felice, così come avvenuto proprio nel 1998 (la stagione successiva arrivò lo scudetto del centenario) ed è proprio questo che la delegazione della curva, che ha ottenuto di parlare con alcuni giocatori e con l'allenatore, ha chiesto alla squadra: una promessa di cambiare tutto al più presto, in particolar modo all'inizio della prossima stagione, perchè questa ormai è andata come è andata, cioè malissimo e non resta che chiuderla con dignità per poi voltare pagina, cambiando molti volti soprattutto nella rosa.

La contestazione è andata in scena prima, durante e dopo la partita contro il Parma e, ovviamente, il risultato della partita l'ha alimentata, perchè ancora una volta il Milan ha deluso, a livello di singoli e collettivamente, incassando un'altra sconfitta netta e meritata, nonostante una buona reazione che ha permesso di rimontare due gol in inferiorità numerica. Il grande ex Roberto Donadoni (applauditissimo come sempre) ha fatto un altro scherzo al "suo" Milan dopo quello dell'andata, aiutato da un altro ex, Cassano (fischiatissimo), che con una doppietta ha dato il via al trionfo emiliano e si è preso una piccola vendetta personale. La partita è stata condizionata dall'episodio in avvio: rigore ed espulsione di Abbiati hanno messo ancor più in difficoltà un Milan già scosso dall'eliminazione dalla Champions e dalla contestazione e hanno indirizzato la partita sui binari del facile successo del Parma, squadra in gran forma, reduce da ben 15 risultati utili consecutivi e che non ha faticato a far suoi i tre punti nemmeno quando è stata raggiunta sul pareggio, visto che si è riportata in vantaggio in brevissimo tempo. Il Milan ha come sempre commesso molti errori, ha mostrato lacune e problemi e non sono bastati impegno e orgoglio per ottenere un risultato positivo che regalasse almeno un sorriso a una tifoseria ormai disillusa e inferocita. I testi dei tanti cori che hanno caratterizzato la contestazione li trovate puntualmente riassunti in altri articoli di cronaca, quindi vorrei solo ricordare che si è trattato di una contestazione mirata, con tanto di elenco puntuale di giocatori "assolti" e "condannati" e con obiettivi sensibili come Galliani e Raiola. Giudicare questa scelte della curva porterebbe via troppo tempo, quindi mi limito a fare un paio di considerazioni: Galliani avrà sicuramente molte colpe su acquisti inutili, dannosi, a costo zero e chi più ne ha più ne metta, ma un paio di stagioni fa aveva in mano la penna per firmare il contratto che avrebbe portato a Milano l'attuale capocannoniere della Serie A (Tevez)e, contemporaneamente, avrebbe venduto Pato per una buona cifra e tutto ciò è stato bloccato, non certo da se stesso ma sappiamo benissimo da chi; così come Galliani ha portato a Milano un certo Ibrahimovic a cifre irrisorie e sono solo un paio di esempi dell'abilità di un dirigente del quale magari scopriremo l'importanza quando non ci sarà più.

Veniamo alla partita, anche se sarebbe meglio saltarla a piè pari, visto che si è trattata dell'ennesima agonia per i tifosi rossoneri: Seedorf non cambia idea sullo schema, prosegue per la sua strada e modifica solo leggermente la formazione, spostando Montolivo sulla linea dei trequartisti, con Poli e Kakà e schierando Essien e De Jong davanti a una difesa composta da Mexes, Bonera, Abate ed Emanuelson davanti ad Abbiati; in attacco c'è Balotelli, al quale non viene risparmiata la contestazione di una curva che lo ritiene uno dei maggiori responsabili di questa stagione da incubo. Pronti, via e il fragile castello di carte costruito da Seedorf cade subito in pezzi: Abbiati abbatte Schelotto sfuggito via alla solita impresentabile difesa e Celi assegna l'inevitabile rigore espellendo il portiere; fuori Essien dentro Amelia, spiazzato da Cassano che porta in vantaggio il Parma. Gli emiliani dannno l'impressione di non voler infierire e il Milan riesce a reagire e a sfiorare il pareggio con Balotelli che colpisce il palo da pochi passi; Parma che gioca bene, ordinato e compatto come una grande squadra, Milan che ci mette solo cuore tanto disordine ma, almeno, rimane in partita, mentre dalla Sud continuano a piovere cori di contestazione e protesta.

In avvio di ripresa arriva il raddoppio del Parma, sempre con Cassano, che sembra chiudere la partita; Seedorf manda in campo Rami al posto di Emanuelson, spostando Bonera sulla fascia e la mossa incredibilmente dà dei frutti forse insperati, perchè Rami segna di testa il gol che ridà speranza al Milan, sfruttando un assist di Kakà. Il Milan ci crede, Seedorf tenta il tutto per tutto mandando in campo Pazzini al posto di Bonera, anche dagli spalti arriva finalmente anche qualche coro di sostegno e il miracolo sembra materializzarsi quando Celi concede il rigore per una entrata di Obi su Montolivo e Balotelli trasforma con freddezza, riportando clamorosamente in partita una squadra in inferiorità numerica e scossa. La gioia, però, dura poco, perchè l'ennesimo disastro della difesa rossonera permette al Parma di fare quello che vuole nei pressi della porta di Amelia e Amauri lo batte con un pregevole colpo di tacco, riportando in vantaggio il Parma e confermandosi bestia nera del Milan. E' la mazzata definitva per i rossoneri, stanchi e nuovamente costretti a rincorrere dopo aver appena accarezzato l'idea di una rimonta positiva per il morale. All'ultima azione arriva anche il quarto gol, ancora favorito dagli errori di una difesa ballerina, ma in fondo tre o quattro gol al passivo non cambiano la sostanza dell'ennesima sconfitta, la quarta consecutiva fra campionato e coppa. Il Milan sprofonda sempre più nel baratro, la contestazione trova nuova linfa e si sposta dagli spalti alla strada, davanti all'uscita del garage sotterraneo, cioè dove era iniziata qualche ora prima; come sono lontani i giorni dei trionfi e dei cortei gioiosi intorno al pullman dei vincitori; chissà quando potremo vivere ancora momenti così e dimenticare queste tristezze; il futuro sembra incerto e buio e chissà se possono bastare le ennesime promesse fatte da tecnico e giocatori più rappresentativi per riaccendere la luce della speranza nell'ennesima giornata negativa in cui anche il Parma ha passeggiato a suo piacimento sulle rovine del grande impero rossonero, una volta splendente, ora decisamente decadente.