In cerca del vero Milan

In cerca del vero MilanMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 8 novembre 2014, 01:39Vista dalla Curva
di Davide Bin
Prima della sosta per gli impegni delle nazionali, il Milan affronta l'insidiosa trasferta di Genova per sfidare la Sampdoria e, soprattutto, per ritrovare se stesso.

Reduce dal successo in amichevole sul San Lorenzo campione di Sudamerica, il Milan si rituffa in campionato per l'ultimo impegno prima della sosta di novembre per gli impegni delle nazionali; partita tutt'altro che facile quella che attende i rossoneri, impegnati a Marassi contro la Sampdoria che li precede in classifica; si può tranquillamente parlare di scontro diretto per la zona europea, attualmente molto affollata perchè la classifica è davvero cortissima. Il Milan sta vivendo un momento particolare, contraddistinto da risultati negativi e da un'involuzione sul piano del gioco; il campionato era iniziato in modo incoraggiante, poi, dopo la prevedibile sconfitta contro la Juventus, sono arrivati risultati altalenanti, ma sempre all'interno di una striscia positiva di sei risultati utili consecutivi, interrotta bruscamente dalla clamorosa e deludente sconfitta di domenica scorsa contro il Palermo. Inzaghi e i suoi ragazzi sono stati sonoramente fischiati, hanno chiesto scusa ai tifosi sotto la curva, ma ora devono riscattarsi sul campo e dimostrare di essere in grado di invertire una tendenza pericolosa, perchè questa squadra sta cominciando ad assomigliare sempre più a quella della scorsa stagione che ha profondamente deluso ed è rimasta fuori dalla zona Europa. I problemi da risolvere sono davvero tanti per Inzaghi: la difesa si scioglie davanti agli attacchi avversari come neve al sole e ora si fa anche gol da sola (autorete di Zapata contro il Palermo); il centrocampo fatica a costruire gioco se il trio in mediana è composto solo da incontristi, ma se si prova a inserire giocatori di qualità (ad esempio Saponara) va in difficoltà sul piano della copertura e dell'interdizione, lasciando la difesa in balia di se stessa; ora si è inceppato anche l'attacco, che fino a domenica scorsa era il migliore del campionato, ma è progressivamente peggiorato nel rendimento fino a rimanere a bocca asciutta contro i rosanero, con l'aggravante che si sono visti davvero pochi tiri nello specchio della porta. Molti giocatori stanno rendendo al di sotto delle aspettative e anche chi brillava a inizio campionato (Menez), ora sta riscoprendo vecchi vizi, come la tendenza a eccedere nei personalismi e ciò non aiuta la squadra a crescere. Aggiungiamoci la lunghissima astinenza dal gol di El Shaarawy, un Torres che sembra un fantasma dopo il promettente esordio di Empoli, un Honda meno brillante rispetto a qualche settimana fa, l'ostracismo un po' inspiegabile nei confronti di Pazzini e si può facilmente capire come il reparto migliore del Milan di inizio campionato si sia adeguato alla mediocrità generale. Inoltre ci sono molti scontenti e delusi per lo scarso impiego: ho già citato Pazzini, ma si possono aggiungere Van Ginkel (per lui hanno parlato altri ma il discorso è chiaro, il ragazzo si aspettava di giocare di più ed era venuto via dal Chelsea proprio per questo) e tanti altri, impiegati per pochi minuti in partite ufficiali perchè Inzaghi ha scelto una formazione base da cambiare il meno possibile, nel tentativo di trovare un'identità precisa.

Ora sta proprio all'allenatore cercare di risolvere tutti questi problemi e biosgna fare in fretta, perchè è vero che, come ho già detto, la classifica è corta e c'è sempre tempo di rimediare e rimanere in corsa per un posto nella zone alte, ma sembra che sia già svanito l'effetto Inzaghi e quell'entusiasmo contagioso di inizio campionato che aveva permesso di ottenere risultati positivi giocando discretamente. Il primo problema da risolvere è quello di trovare un indirizzo tattico e mantenerlo il più possibile inalterato: se Pippo pensa che Menez sia una punta centrale e che come tale deve giocare, abbia il coraggio di imporre le sue scelte e di infischiarsene di chi gli consiglia di insistere su un Torres che in questo momento è improponibile, anche se queste indicazioni arrivano dall'alto. In questo momento c'è bisogno di chiarezza e di idee ben precise, altrimenti la squadra, già abbastanza smarrita, rischia davvero di andare alla deriva. Ovviamente c'è bisogno anche di risultati e di punti per alimentare la classifica, visto che in una settimana con tre impegni e potenzialmente favorevole ne sono arrivati solo due e ciò ha deluso il popolo rossonero, che sognava già traguardi ambiziosi. I più scaltri avevano già capito che sarebbe stata una stagione difficile e complicata, perchè obiettivamente bisogna ammettere che questa rosa, costruita con prestiti e parametri zero, non è all'altezza delle migliori squadre di Serie A, ma il buon inizio aveva illuso e ora comincia a serpeggiare un po' di delusione. La Curva Sud continua a sostenere e incoraggiare la squadra e lo ha fatto anche prima, durante e dopo la partita contro il Palermo, dimostrando di aver capito la situazione e sapendo bene che in questi momenti è importante anche la vicinanza dei tifosi, che legittimamante possono manifestare tutto il loro dissenso a fine partita, ma prima e durante dovrebbero comunque provare a essere il classico dodicesimo uomo in campo. Purtroppo l'entusiasmo sembra finito anche fra i tifosi e dopo qualche partita con le presenze in crescita a San Siro, il pubblico è nuovamente diminuito e contro il Palermo non si è arrivati nemmeno a 30000 presenti. Lo stadio mezzo vuoto è sconsolante e desolante, soprattutto ricordando un passato fatto di spalti sempre pieni, ma ormai la tendenza è questa e per il momento uno degli obiettivi di Inzaghi, ovvero riportare i tifosi rossoneri a San Siro sembra fallito o, comunque, in "stand-by", perchè i tifosi attendono di vedere una squadra competitiva prima di tornare allo stadio e, soprattutto, sembrano stufi di essere presi in giro da chi sbandiera fantomatici progetti, magari dice di voler puntare su giovani e/o italiani, poi vende a titolo definitivo uno dei più promettenti giovani della rosa (Cristante), non riscatta un giovane attaccante italiano per il quale Inzaghi stravede (Paloschi che a dire del mister era destinato a essere il suo erede), per infarcire la rosa di prestiti stagionati o giocatori che poi mostrano tutta la loro mediocrità attuale nonostante un radioso passato (tanto per non infierire sul solito Torres farò il nome di Essien...).

Nonostante tutti questi problemi e le perplessità sul valore attuale di intera rosa e squadra, bisogna comunque provare a rimanere uniti e compatti per lottare insieme, squadra e tifosi, come piace tanto a Inzaghi. Il Milan è atteso da impegni difficili, basti pensare che dopo la trasferta di Genova e la sosta ci sarà il derby e, quindi, non avrebbe senso destabilizzare ancor di più l'ambiente con critiche eccessive, fischi e proteste. In fondo si era capito fin dall'estate che questa squadra non era ancora in grado di rinverdire i fasti del passato e non serve a molto infierire su giocatori che fanno quello che possono o su un allenatore con poca esperienza ma con tanta grinta ed entusiasmo; Inzaghi ha promesso il massimo impegno in ogni occasione e fino a ora, a parte qualche rara occasione, ha mantenuto la promessa. Ora si trova di fronte a tanti problemi e ai primi scetticismi della sua gente, visto che qualcuno comincia a definirlo inadeguato e inesperto per un compito del genere e sono convinto che ciò lo spingerà a lavorare con ancor più passione e impegno per non deludere ancora i suoi tifosi. In fondo è lui la miglior garanzia di questo Milan e forse proprio per questo gli è stato affidato il ruolo di allenatore, perchè la gente lo adora e ha fiducia in lui e per questo rappresenta agli occhi della società il miglior parafulmine per le critiche, che inevitabilmente piovono su chi sembra aver smesso di investire per rinforzare davvero la squadra e farla tornare competitiva. A Genova il Milan vuole invertire la tendenza negativa, vuole fare una buona prestazione e cerca un risultato positivo ma, soprattutto, se stesso, ovvero quel Diavolo spensierato, entusiasta e pieno di voglia di fare che a inizio campionato aveva stupito e illuso tutti.