L'esame più duro per il Milan del Professore

L'esame più duro per il Milan del ProfessoreMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 2 marzo 2014, 01:57Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri ospitano la Juventus e possono dimostrare di fronte all'avversario più forte che ci sia nel campionato che i progressi delle ultime due partite sono reali e non occasionali.

Milan-Juventus non è mai una partita come le altre; frase fatta e ormai abusata, ma che spiega perfettamente come questa grande classica del calcio italiano sia una sfida particolare e molto sentita, anche quando non è uno scontro diretto e lo sarebbe anche se fosse una semplice amichevole. Abbiamo vissuto sfide epocali fra le due squadre, una finale di Champions League, partite che erano autentici spareggi scudetto, quindi questa può sembrare una partita in tono minore, soprattutto per quanto riguarda il Milan, perchè, invece, la Juventus domina la classifica e, quindi, ha bisogno di punti anche in questa sfida per proseguire la corsa verso il terzo scudetto consecutivo. Per i rossoneri, invece, l'obiettivo è meno concreto ma comunque importante; certo, c'è la speranza di rientrare in lotta almeno per un posto in Europa League, ma la prospettiva stuzzica poco gli appetiti di molti tifosi e quasi per niente quelli della società, che ritiene solo la Champions League degna di attenzioni, quindi in realtà questa partita difficilissima e teoricamente improponibile deve servire più che altro a confermare i recenti progressi fatti vedere dal nuovo Milan di Seedorf. Nelle sfide contro Atletico Madrid e Sampdoria, indipendentemente dai risultati, abbiamo visto una squadra finalmente compatta, con reparti vicini e non slegati fra loro e con uno schieramento elastico che adattava il modulo in funzione della varie fasi della partita. A Seedorf non piace sentir parlare di moduli, ma si è vista chiaramente una squadra in cui finalmente i trequartisti scalano a dare una mano in fase di non possesso palla e poi vengono lasciati liberi di svariare e inventare in fase d'attacco, cercando di dare imprevedibilità e fantasia al gioco. Ciò è avvenuto con Poli, in realtà falso trequartista e più centrocampista, nella partita contro l'Atletico Madrid, interpretata in modo perfetto soprattutto nel primo tempo, ma anche a Genova contro la Sampdoria, quando Seedorf ha riproposto tre fantasisti puri come Honda, Saponara e Taarabt. Soprattutto in queste due occasioni il Milan ha finalmente dato l'impressione di essere una squadra, ha fatto buone prestazioni e ottenuto una vittoria (a Marassi) convincente e non frutto di episodi casuali dopo prestazioni deludenti, come avvenuto ad esempio contro Verona e Bologna. 

Ora, dopo averla finalmente trovata, bisogna non smarrire nuovamente la strada che porta a buone prestazioni e vittorie meritate; l'idea di gioco c'è, i calciatori dimostrano di sapere cosa devono fare in qualunque situazione e ogni reparto sembra funzionare meglio: la difesa è più accorta e attenta, il centrocampo riesce a creare gioco ma anche a fare filtro, l'attacco crea occasioni e mette in difficoltà le difese avversarie. Ora arriva la prova più dura, che dirà la verità sul processo di crescita del Milan di Seedorf: la squadra slegata e troppo proiettata in avanti vista fino alla scorsa settimana, avrebbe avuto vita dura contro la Juventus, anzi sarebbe andata al massacro, subendo una dura lezione contro una squadra che in spazi aperti sa fare tanto male agli avversari; il Milan dell'ultima settimana, invece, se la può giocare, non dico alla pari perchè sarebbe atto di eccessiva presunzione, ma avendo qualche speranza di fare risultato; servirà una prestazione perfetta, sulla falsariga del primo tempo contro l'Atletico Madrid ma per novanta e più minuti, con grande concentrazione, attenzione, determinazione e grinta, per sopperire con l'impegno al divario tecnico indiscutibile e che la classifica mostra in modo impietoso. Si può cancellare in una sfida un umiliante distacco di ben 31 punti? Certamente sì, ma ci vuole un Milan perfetto e, magari, anche un aiutino da parte di una Juventus meno affamata e implacabile del solito.

Sembra essere tornato un po' di entusiasmo, non solo a Milanello e dintorni, ma anche nel popolo rossonero: la prevendita è andata abbastanza bene e sono stati venduti più biglietti rispetto alla partita di Champions League, teoricamente più importante perchè poteva permettere di ottenere un obiettivo concreto (il passaggio del turno) e di prolungare un sogno, quello di fare strada in Europa nonostante le tante difficoltà, un po' come avvenuto nella stagione 2006-2007, in cui il Milan stentava in campionato (in verità anche per la penalizzazione di Calciopoli), ma conquistò la coppa "dalle grandi orecchie" nella finale di Atene contro il Liverpool. Anche Seedorf ama rievocare quella stagione per dare fiducia e speranza al gruppo, ma forse bluffa un po', perchè è troppo intelligente per non capire che quella squadra era sicuramente superiore a questa e, soprattutto, in Europa aveva avversari meno spietati di quelli che ci sono ora (le partite di andata degli ottavi di finale hanno dimostrato impietosamente che ci sono cinque-sei squadre nettamente superiori alle altre), ma è chiaro che bisogna tentare di motivare in ogni modo questi giocatori che Clarence ha a disposizione. Oltretutto c'è ancora una partita fondamentale da giocare a Madrid, un'impresa da tentare (il Milan non ha mai ribaltato in trasferta una sconfitta in casa) e, allora, ecco che questo Milan-Juventus può diventare un trampolino di lancio verso il Vicente Calderon e battere una grande del calcio italiano apparentemente imbattibile potrebbe dare la spinta necessaria e definitiva per far capire che questo Milan può tornare grande in tempi meno lunghi rispetto al previsto. La squadra ha bisogno di fare un grande risultato che manca da troppo tempo; gli scontri diretti, nel senso di partite contro le altre grandi e non certo guardando la classifica attuale, sono quasi sempre andati male: due sconfitte contro il Napoli, sconfitta all'andata contro la Juventus, sconfitta nel derby, sconfitta in casa contro la Fiorentina, pareggio casalingo contro la Roma; manca l'acuto, manca la vittoria che dà più soddisfazione di altre, quella che è riuscita nella scorsa stagione, quando il Milan riuscì ad affondare la corazzata bianconera e quella vittoria fu una spinta enorme per iniziare la clamorosa rimonta verso il terzo posto. Allora era novembre e non marzo, quindi una vittoria in questo caso servirà a poco per una classifica che rimane deludente da qualunque prospettiva la si guardi, ma è chiaro che battere i rivali storici sarebbe una bellissima soddisfazione per tutto l'ambiente e darebbe entusiasmo e fiducia per un finale di stagione da giocare alla grande indipendentemente dagli obiettivi. Viceversa una sconfitta rimetterebbe in discussione le poche certezze trovate in questi ultimi giorni e riporterebbe l'umore a livelli bassi. Ecco perchè questo Milan-Juventus è una sfida importante e comunque molto sentita e gli undici che andranno in campo, indipendentemente da una formazione ancora da stabilire e in cui le sorprese sono sempre possibili, dovranno dare il massimo per cercare il risultato positivo, magari a coronamento di un'altra buona prestazione. Ci sarà l'atmosfera delle grandi occasioni, come in ogni Milan-Juventus che si rispetti e questo potrà aiutare a motivare la squadra, anche se non risuonerà la musichetta che sembra fare miracoli; il popolo rossonero vuole finalmente una soddisfazione in questa stagione storta per mille motivi e questa è l'occasione migliore per dargliela, anche se si tratta dell'esame più difficile, più duro e apparentemente insuperabile per il nuovo Milan che sta studiando per tornare grande, grazie alle lezioni di Professor Seedorf.