Milan colpito da una fastidiosa pareggite

Milan colpito da una fastidiosa pareggiteMilanNews.it
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giovedì 30 ottobre 2014, 01:00Vista dalla Curva
di Davide Bin
Ancora un pari per i rossoneri, questa volta a Cagliari, ma poteva andare anche peggio: sardi più tonici e convinti, Milan lento, sorpreso dalla vivacità degli avversari e spesso in difficoltà; per Inzaghi c'è ancora molto lavoro da fare...

Guardare la classifica e pensare al latte (nel senso di punti) versato negli ultimi tre giorni mette un po' di amarezza e depressione: se al posto di due pareggi fossero arrivate due vittorie, ora il Milan sarebbe saldamente al terzo posto a soli due punti dalla vetta, ma il famoso proverbio dice che è inutile piangere sul latte versato, quindi guardiamo avanti, non prima, però, di esserci guardati alle spalle rianalizzando il pareggio di Cagliari e cercando di risolvere il classico dilemma: due punti persi o punto guadagnato? In tutta onestà è vera la seconda ipotesi, perchè il Milan ha sofferto e rischiato molto contro un Cagliari determinato e, forse, galvanizzato dal fatto di poter giocare finalmente una partita casalinga in un vero stadio con il pubblico su tutti i quattro lati del campo di gioco. La difesa rossonera ha traballato spesso sugli assalti degli scatenati ragazzi di Zeman e si è salvata grazie a disperati salvataggi dei difensori, alle parate di Abbiati e all'aiuto di un palo sulla punizione di Conti; quando sembrava sul punto di crollare nel primo tempo, il Milan ha trovato il pareggio con la prodezza di Bonaventura, ma poi nella ripresa si è dimenticato di giocare, ha creato pochissimo in fase offensiva e, quindi, il pareggio basta e avanza, anche se alla vigilia si sperava in qualcosa di più.

Niente rivoluzioni o esagerato turn-over per Inzaghi in una delle rare settimane con tre impegni da affrontare: ancora tre cambi rispetto alla partita precedente, sempre uno per reparto: Rami rientra al posto di Zapata con la difesa confermata per tre quarti; Bonaventura prende il posto di Poli a centrocampo accanto a Muntari e De Jong; in attacco c'è Torres (sponsorizzato dal presidente Berlusconi) al posto di Menez. Inzaghi ha le idee chiare, ormai ha scelto l'ossatura della squadra e non vuole stravolgere a ogni partita una formazione ancora alla ricerca di un'identità precisa, impossibile da trovare se si cambiano troppi elementi. Di fronte c'è il Cagliari di Zeman, squadra enigmatica che se azzecca la partita può letteralmente "asfaltarti", mentre se non gioca con la giusta intensità può rivelarsi avversario docile e facile da mettere in difficoltà.

Purtroppo per il Milan questa volta i sardi sono in versione Zemanlandia, ovvero il parco dei divertimenti per i tifosi delle squadre dell'allenatore boemo e lo si capisce fin dall'inizio: alla prima vera accelerazione potrebbe già essere vantaggio per i sardi, con la difesa rossonera in balia degli avversari e salvata solo dal prodigioso salvataggio in extremis di Rami sulla conclusione a porta vuota di Ibarbo; un intervento che vale quanto un gol ma che fa capire che ci sarà da soffrire. Il Cagliari insiste, il Milan vacilla e fatica terribilmente a far arrivare palloni giocabili in attacco, dove Torres rimane isolato e sia Honda che El Shaarawy sono costretti a fare più i terzini in fase difensiva che gli esterni d'attacco, compito che svolgono con molto impegno ma che va a discapito della lucidità in fase offensiva. Il gol del vantaggio del Cagliari arriva quando Sau mette in evidenza tutti i limiti della difesa rossonera con un perfetto lancio verso Ibarbo, colpevolmente dimenticato da Rami e De Sciglio e lasciato solo e libero di battere di testa Abbiati. Partita tutta in salita per il Milan e non diventa ripida come il Mortirolo solo perchè Abbiati si oppone a Sau ed evita il 2-0 che sarebbe probabilmente stato una sentenza anticipata di sconfitta. Il calcio è strano e quando il Cagliari sembra disporre facilmente di un avversario stordito e può davvero mandare il Diavolo all'inferno, arriva il pareggio del Milan letteralmente inventato da Bonaventura, che vede fuori dai pali Cragno e lo beffa con uno splendido tiro che ricorda molto il famoso gol di Shevchenko contro la Juventus a San Siro. Beffato il portiere, beffato tutto il Cagliari che stava dominando la partita e il Milan prova addirittura a completare la rimonta, ma il diagonale di Muntari finisce fuori di poco.

Nella ripresa si placa un po' la furia agonistica del Cagliari, ma la velocità di Ibarbo continua a mettere in crisi i difensori rossoneri: Rami spende fallo e ammonizione per fermarlo al limite dell'area e la violenta punizione di Conti scheggia il palo. Il Milan soffre ancora, ma Inzaghi prova comunque a vincere inserendo Menez al posto di El Shaarawy, che si è visto solo con un tiro deviato in angolo da un difensore ed esce per nulla soddisfatto, prolungando il suo digiuno di reti in campionato. Entra anche Poli per Muntari, stanco, ammonito (diffidato salterà la partita contro il Palermo) e a rischio espulsione; nel finale c'è spazio anche per Pazzini al posto di un Torres ancora anonimo e per nulla pericoloso là davanti, un po' per colpa sua, molto per non aver ricevuto palloni giocabili dai compagni. Le sostituzioni, però, non cambiano molto il destino di un Milan che continua a soffrire e rischia di capitolare quando l'ennesima azione in velocità porta Sau a imbeccare in area Farias, ma la conclusione centrale di quest ultimo viene respinta di piede dal reattivo Abbiati che salva ancora una volta il Milan. Nel finale un tiro dalla distanza di De Jong sibila vicino al palo di Cragno e fa tremare tutto il Sant'Elia, ma sinceramente la vittoria sarebbe stata premio eccessivo per un Milan lento e poco incisivo e avrebbe punito a dismisura un buon Cagliari.

L'improvvisa pareggite che ha colpito il Milan frena la rincorsa al terzo posto e risucchia i rossoneri nel gruppone di squadre che inseguono a debita distanza le due capolista, ma ciò che più preoccupa non è certo una classifica comunque positiva, soprattutto rispetto alle premesse della vigilia del campionato, quanto il fatto che a Cagliari c'è stato un ulteriore passo indietro rispetto alla già non brillantissima esibizione contro la Fiorentina. L'attacco si è inceppato e fatica a trovare la via del gol, ma anche solo a costruire azioni e occasioni pericolose; il centrocampo è troppo macchinoso e fatica a innescare gli attaccanti; la difesa soffre eccessivamente, soprattutto se presa in velocità e tutto ciò dimostra che c'è ancora molto lavoro da svolgere per Inzaghi e questo il mister lo sa, ma la sensazione è che invece di progressi si veda qualche regresso e bisogna invertire subito questa tendenza, a cominciare dalla partita contro il Palermo, in cui si deve puntare a guarire da questa fastidiosa pareggite che sta frustrando le ambizioni rossonere.