Povero Diavolo...

Povero Diavolo...MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
lunedì 3 novembre 2014, 01:15Vista dalla Curva
di Davide Bin
Un Milan irriconoscibile e disastroso perde nettamente a San Siro contro il Palermo, che mette impietosamente in evidenza tutti i limiti dei rossoneri e vince meritatamente.

Evidentemente i campanelli d'allarme risuonati in questa settimana, prima nella partita contro la Fiorentina, poi a Cagliari, non sono bastati a risvegliare il Milan, che interrompe la minisequenza di sei risultati positivi nel modo peggiore, con una clamorosa e meritata sconfitta contro il Palermo, che ha letteralmente dominato nel primo tempo contro una squadra di fantasmi che vagavano per il campo senza riuscire a combinare alcunchè di buono, primi venti minuti a parte. Il miglior attacco del campionato ha fatto solo il solletico a Sorrentino, la difesa si è squagliata come gelato al sole, il centrocampo non ha fatto filtro e non ha aiutato in fase di costruzione del gioco; basti pensare che il migliore in campo per i rossoneri è senza dubbio il rientrante portiere Diego Lopez, che ha salvato in varie occasioni i compagni da un passivo umiliante e ciò dimostra che il Milan e i suoi tifosi hanno davvero visto le streghe in una sorta di Halloween posticipato o, se volete, i rossoneri hanno voluto onorare nel migliore dei modi il giorno dei morti giocando da...cadaveri. La sconfitta netta e meritata mette impietosamente a nudo tutti i limiti di questa squadra, che i primi risultati positivi e l'entusiasmo portato da Inzaghi avevano nascosto nelle prime giornate; l'effetto Pippo, se così si può chiamare, sembra già svanito e la squadra è ripiombata nella mediocrità della scorsa stagione che sembrava dimenticata. Ora sta all'allenatore e ai suoi ragazzi invertire la rotta e il lento ma inesorabile declino, anche perchè contro il Palermo si è vista una squadra che non ha rispettato la promessa di Inzaghi, che per molte settimane aveva detto che il suo Milan avrebbe perso solo contro squadre evidentemente più forti, ma mai contro chi ci avesse messo più voglia, mentre questa volta si è vista una squadra lenta e molle, che arrivava sempre dopo gli avversari su qualunque pallone e che ha tradito proprio sul piano dell'impegno e della voglia di vincere, soprattutto quando si trattava di tentare la rimonta (e di tempo ce n'era a sufficienza...) che non è stata mai nemmeno sfiorata.

Inzaghi sceglie Rami al fianco di Alex, fa una scelta coraggiosa inserendo a centrocampo Saponara al posto dello squalificato Muntari e dà fiducia a Torres che gioca centravanti con Menez e Honda ai lati; formazione offensiva e spregiudicata, con il solo De Jong a fare da filtro a centrocampo (perchè nemmeno Poli è un vero incontrista), ma siccome bisogna provare a tornare alla vittoria dopo due pareggi, la scelta sembra giusta, anche se poi in effetti non pagherà. Dopo la discreta presenza di pubblico nella partita contro la Fiorentina, San Siro è di nuovo desolatamente mezzo vuoto; evidentemente sono bastati due pareggi a raffreddare l'entusiasmo dei tifosi rossoneri e per il momento l'obiettivo di Inzaghi di riportare la gente a San Siro sembra fallito. La Curva Sud, come sempre, incita e sostiene i ragazzi e lo farà fino alla fine, anche a risultato compromesso, perchè ha capito che questa sarà una stagione in cui bisogna lottare insieme per crescere, migliorare e provare a tornare una squadra competitiva ai massimi livelli e anche i tifosi devono dare il loro contributo.

La partita di Alex dura solo un paio di minuti e un problema muscolare lo costringe ad arrendersi; entra Zapata e questa, con il senno di poi, sarà, purtroppo, la mossa decisiva della partita. L'avvio dei rossoneri non è per nulla negativo, anzi sono almeno tre le occasioni per sbloccare il risultato, ma Poli spreca la buona verticalizzazione di Menez, lo stesso francese conclude fuori di poco e anche Torres sfiora il palo. E' altrettanto vero, però, che ogni affondo del Palermo mette i brividi, fin dal primo dopo due minuti nell'azione in cui si fa male Alex e a Diego Lopez tocca fare gli straordinari, anche se nulla può quando, su un calcio d'angolo, Zapata, nemmeno troppo pressato, lo beffa con un colpo di testa imparabile. A questo punto il colombiano va in tilt e con lui tutto il Milan: il Palermo potrebbe raddoppiare immediatamente ma Diego Lopez è ancora decisivo, però la capitolazione è solo rinviata di qualche secondo, quando Dybala si fa beffe di Zapata, che perde il contrasto e cade goffamente a terra mentre l'attaccante rosanero si invola verso la porta rossonera e batte l'incolpevole Lopez. Il Milan prova una timida reazione ma non riesce mai e rendersi pericoloso, anche perchè, dopo un buon avvio, Menez diventa irritante, prova a sfidare da solo tutta la difesa avversaria, con dribbling su dribbling fini a se stessi, perde una miriade di palloni e fa disperare il pubblico, che una volta persa la pazienza lo fischierà impietosamente. Nel finale di tempo c'è ancora più Palermo che Milan (Lopez salva ancora su Barreto) e questo non è un buon segnale.

Nella ripresa ti aspetti un Milan con gli occhi della tigre all'assalto per tentare la rimonta e Inzaghi prova a cambiare qualcosa con El Shaarawy al posto di Poli; squadra ancor più offensiva, ma che produce tanto fumo e poco arrosto, visto che prova ad attaccare, ma raramente trova la via della porta. Ci prova El Shaarawy, ci prova Torres, ma la porta non viene mai inquadrata e Sorrentino vive una serata tutto sommato tranquilla. Non basta nemmeno la mossa della disperazione, ovvero quella del doppio centravanti, con Pazzini mandato in campo al posto di Honda, anche lui involuto nelle ultime partite dopo le ottime prestazioni di inizio campionato. Non c'è traccia dell'entusiasmo delle prime partite, non c'è la reazione che ha permesso al Milan di rimontare tre volte (contro Empoli, Cesena e Cagliari) e il Palermo può controllare agevolmente la situazione, anche perchè piano piano il Milan si spegne come una candela consumata e affiora anche un po' di stanchezza, che non può essere un alibi perchè tre partite in una settimana le ha giocate anche il Palermo. Finisce fra i fischi assordanti (già sentiti a fine primo tempo) con la sola Curva Sud che canta "Siamo sempre con voi!" e prova a rincuorare comunque i ragazzi, che a testa bassa si portano sotto la curva e sembrano chiedere scusa per la pessima prestazione e la brutta sconfitta. Un black-out sarebbe anche perdonabile, ma la sensazione è che da qualche partita il rendimento della squadra stia peggiorando: l'attacco fatica terribilmente a concludere verso la porta avversaria, il centrocampo non fa la differenza perchè manca il costruttore di gioco (l'esperimento Saponara non ha dato grandi frutti e si attende con ansia il ritorno di Montolivo) e la difesa è di burro e ha già subito ben quattordici gol suddivisi in nove delle dieci partite giocate. In queste condizioni è davvero un'utopia pensare al terzo posto, meglio riporre i sogni nel cassetto e dare finalmente ascolto a Inzaghi, che aveva detto in tempi non sospetti che non bisognava illudersi e che si doveva pensare solo a lavorare e crescere, altro che terzo posto al quale punta la società. Il lavoro da fare è davvero tanto, ora anche a livello psicologico e mentale, perchè questa sconfitta è una mazzata sul morale della squadra, attesa ora da altre partite complicate e difficili, da affrontare in modo decisamente diverso da questa, per evitare altre delusioni. Questo Milan ci è sembrato davvero un povero Diavolo e ha fatto una pessima figura, ma si spera che questa sconfitta possa essere salutare per far capire a chi di dovere che non basta distribuire voti generosi e dirsi soddisfatti del comportamento della squadra per coprire gli evidenti limiti che sono impietosamente affiorati in quest'occasione, facendo capire che bisogna lavorare non solo sul campo per tornare davvero grandi.