Rialzare la testa per evitare altre umiliazioni

Rialzare la testa per evitare altre umiliazioniMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 3 maggio 2015, 00:40Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan affronta la difficile trasferta di Napoli senza più obiettivi, se non quello di evitare altre brutte figure e mostrare un po' di orgoglio e dignità.

Come sono cambiate le cose in un girone di campionato: diciannove partite fa il Milan batteva il Napoli con una delle migliori prestazioni di questa sua disgraziata stagione e sembrava finalmente lanciato verso le zone alte della classifica, sognando la zona Champions League o, comunque, un ritorno in Europa dopo un anno di purgatorio; era metà dicembre e si attendeva il 2015 come il vero anno della rinascita rossonera, invece sappiamo tutti come è andata e ora, ai primi di maggio, la stagione del Milan è da considerare fallimentare. Le due ultime brutte sconfitte contro Udinese e Genoa hanno definitivamente cancellato ogni velleità di raggiungere l'Europa: il Milan non ha più obiettivi in queste ultime cinque partite di campionato e questo è molto pericoloso quando si va ad affrontare squadre come Napoli o Roma, di qualità superiore e che si giocano ancora qualcosa di importante, ma quando si indossa la gloriosa maglia rossonera bisogna cercare di onorarla in ogni occasione, con prestazioni molto diverse da quelle di Udine o di mercoledì a San Siro, altrimenti è davvero meglio scendere in campo con la (orribile) maglia gialla, come ha scritto la Curva Sud in uno striscione esposto mercoledì sulla balaustra del 2° anello blu. Difficile prevedere con quale stato d'animo giocherà al San Paolo una squadra rimaneggiata, demotivata, probabilmente scossa dalla contestazione e distratta dalle vicende societarie; Inzaghi pretende che chi scende in campo dia sempre il meglio di sè, è convinto che i suoi giocatori abbiano ancora voglia di riscatto e motivazioni, ma il campo dice altro e sembra francamente impossibile che la squadra vista contro Udinese e Genoa possa fare la partita perfetta, quella che serve per vincere a Napoli contro una squadra che in casa è una macchina da gol, ha segnato ben 38 reti e cerca il pronto riscatto dopo la brutta sconfitta di Empoli. Il Milan, invece, non vince da 4 giornate, è reduce da due sconfitte consecutive e ha vinto una sola volta nelle ultime 12 trasferte, raccogliendo complessivamente 6 pareggi e 5 sconfitte. Questi dati fanno pensare alla classica partita dal risultato scontato, con annesso rischio di ennesima brutta figura per un Milan che dovrà anche fare a meno degli squalificati Menez e Mexes, ovvero due dei giocatori più positivi negli ultimi tempi. Inzaghi non ha detto molto riguardo alla formazione, ha dato qualche indicazione ma, soprattutto, ha fatto capire che non servirebbe cambiarne undici, come qualcuno pretenderebbe; anche riguardo all'impiego dei giovani della Primavera è andato molto cauto, perchè quando la squadra è in difficoltà si rischia di esporli a brutte figure, ma sono tre i Primavera convocati per Napoli e chissà che non ci sia qualche sorpresa, se non dall'inizio, almeno a partita in corso. Come sempre, comunque, non conterà chi giocherà, ma come giocherà chi scederà in campo; non si può sbagliare ancora, soprattutto dal punto di vista della prestazione, bisogna fare una figura decente e cercare il riscatto anche se non sarà facile.

Parlare di una partita al San Paolo ai primi di maggio di un anno che potrebbe essere quello della fine dell'era Berlusconi (il condizionale è d'obbligo dopo le ultime notizie...), fa automaticamente venire in mente gli inizi di questa splendida era, ovvero il primo trionfo, il campionato 1987-1988, quando il Milan rimontò il Napoli e lo sorpassò proprio a tre giornate dal termine, il 1° maggio 1988, espugnando il San Paolo con un emozionante e indimenticabile 3-2; due settimane dopo sarebbe arrivato l'11° scudetto, la prima di tante soddisfazioni regalateci da una squadra che un anno dopo sarebbe salita sul tetto d'Europa e poi anche del Mondo, replicando subito dopo il ciclo di vittorie e continuando a collezionare successi per molti anni ancora. Ricordi che mettono nostalgia ora che una squadra infinitamente più debole di quella naviga tristemente a metà classifica senza reali prospettive e che la società è prossima a un rinnovamento radicale dopo gli ultimi anni bui; non sappiamo ancora se verrà ceduta la maggioranza delle azioni o solo la minoranza, se Berlusconi resterà presidente o meno e quali saranno le nuove figure inserite nell'organigramma per garantire quel rinnovamento che deve far ripartire il Milan per riportarlo, si spera, ai fasti di un tempo. La situazione è ancora incerta e ci vorrà tempo per saperne qualcosa in più, quindi per il momento bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento, ovvero una squadra che non ha dato le soddisfazioni sperate e che ha tradito la fiducia dei tifosi. Sicuramente Inzaghi ha sofferto e sta soffrendo per questo, perchè è lui per primo tifoso del Milan e non si dà pace per non aver regalato altre gioie ai suoi tifosi dopo le tante del passato quando indossava la maglia n° 9 e segnava (tanti) gol decisivi per conquistare successi e trofei. Ora la realtà è ben diversa e per Pippo questo potrebbe essere l'ultimo mese di una lunga e comunque indimenticabile e meravigliosa esperienza al Milan, prima da giocatore e poi da tecnico. Il futuro è incerto un po' per tutti, società, tecnico e giocatori; il presente è una partita apparentemente senza significato ma comunque importante e da onorare al meglio, contro un avversario "storico" come il Napoli. Bisogna assolutamente provare a rialzare la testa, evitando altre brutte figure, perchè il popolo rossonero, ormai esasperato, non potrebbe accettare un'altra umiliazione.