Solo carbone nella calza della Befana per i tifosi rossoneri

Solo carbone nella calza della Befana per i tifosi rossoneriMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/ Image Sport
mercoledì 7 gennaio 2015, 01:03Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan perde in casa contro il Sassuolo e dopo ben 17 anni interrompe l'imbattibilità nella prima partita dell'anno solare; dopo venti minuti positivi, prestazione deludente e vittoria in rimonta meritata per gli emiliani.

~Partiamo da due considerazioni semplici: la prima è che è meglio evitare di giocare a gennaio contro il Sassuolo, perchè son dolori (un anno fa arrivò la sconfitta al Mapei Stadium che decretò la fine della gestione Allegri); la seconda è che, purtroppo per il povero Andrea, quando la partita si sblocca con un gol di Poli poi finisce male (ricordiamo il precedente della prima giornata dello scorso campionato a Verona); detto questo, bisogna analizzare più seriamente una brutta sconfitta che rovina quanto di buono fatto prima di Natale; la vittoria contro il Napoli, il pareggio dell'Olimpico e il poker di reti contro il Real Madrid in amichevole avevano probabilmente illuso tutti e fatto pensare che il Milan avesse imboccato la strada giusta; questa sconfitta rappresenta un salutare bagno di umiltà e deve far capire che la strada è ancora lunga e che questo gruppo non è ancora all'altezza dei migliori in Italia e in Europa, nonostante gli euforici proclami presidenziali, che in questo momento sembrano tanto un patetico tentativo di convincere tutti che non sia necessario investire sul mercato per rinforzare la rosa, mentre la realtà è ben diversa. Il Milan ha perso contro il Sassuolo perchè dopo aver iniziato bene ed essere passato in vantaggio, ha creduto di aver già vinto ed è scomparso dal campo, facendosi sorprendere da un avversario determinato, organizzato e ben schierato, che ha saputo sfruttare i (tanti) limiti dei rossoneri per rimontare e vincere meritatamente. Il Milan ha perso contro il Sassuolo perchè probabilmente ha pensato che chi ha battuto Napoli e Real Madrid e ha pareggiato con la Roma potesse facilmente disporre di un avversario di caratura inferiore e questo è un errore che soprattutto nel campionato italiano si paga a caro prezzo; lo stesso Inzaghi aveva spento i fuochi dell'entusiasmo post Real, dicendo che non battendo il Sassuolo quel successo in amichevole non sarebbe servito ad alcunchè e ha avuto ragione e anche i più saggi fra i tifosi temevano che un eccesso di entusiasmo immotivato avrebbe potuto essere deleterio. Il Milan ha perso contro il Sassuolo perchè in partite contro avversari come Napoli, Roma e Real, concentrazione e motivazioni vengono a galla da sole, è paradossalmente più facile preparare la partita e giocarla alla grande, perchè parti da sfavorito, tutto ciò che viene è in più e hai meno pressioni, mentre quando sfidi avversari teoricamente inferiori è più difficile trovare le stesse motivazioni. Il Milan ha perso contro il Sassuolo perchè dopo venti minuti si è spento, ha cominciato a correre meno degli avversari, ad arrivare sempre in ritardo sui palloni e a sembrare fisicamente e tatticamente in difficoltà, facendo venire il sospetto che forse sarebbe stato meglio evitare voli, trasferte, galà e amichevoli durante la pausa pensando ad allenarsi in tranquillità, come magari ha fatto il Sassuolo, perchè quando ci si lamenta che si gioca troppo e non si ha tempo per allenarsi bisogna magari sfruttare le poche occasioni che si hanno per riposare e lavorare, invece di correre sempre dietro ai facili soldi degli sponsor arabi con la scusa di allenarsi al caldo, salvo poi perdere con i "poveretti" sfortunati che sono rimasti ad allenarsi al freddo e al gelo. Il Milan ha perso contro il Sassuolo perchè per chi gioca senza un vero centravanti è più difficile affrontare e scardinare difese chiuse e organizzate, mentre è più facile giocare contro squadre che lasciano spazi, fanno la partita e concedono ripartenze in cui giocatori come Menez o El Shaarawy possono essere letali; forse in queste occasioni bisognerebbe sfruttare un po' di più Pazzini, che ti permette lanci lunghi e cross, in modo da saltare il pressing alto avversario e far salire tutta la squadra che fatica terribilmente a costruire gioco quando non ha molti spazi a disposizione; Inzaghi deve capirlo e deve essere anche più reattivo con i cambi in corsa, quando si rende conto che la formazione iniziale non rende come preventivato. E' pur vero che il Milan aveva sbloccato in fretta la partita e poteva e doveva gestirla meglio, sfruttando gli spazi che inevitabilmente si sarebbero aperti, ma a un certo punto si è bloccato, ha smesso di giocare e il Sassuolo ne ha approfittato; una volta uscito dalla partita, il Milan non è più stato in grado di rientrarci ed è arrivata la sconfitta, salutata dagli inevitabili fischi di San Siro, nonostante la Curva Sud abbia cercato di rincuorare comunque i giocatori con un eloquente coro: "Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai", perchè in fondo il tifoso rossonero ha capito che sarebbe stata un'altra stagione dura e sofferta, contrariamente a chi, nelle alte sfere societarie, continua a illudersi che questa squadra così com'è possa raggiungere traguardi soddisfacenti e sia al livello di Juventus e Roma.

E così si interrompe una positiva tradizione lunga ben diciassette anni, ovvero quella dell'imbattibilità nella prima partita dell'anno solare; in aggiunta si interrompe anche l'imbattibilità di Diego Lopez, che non subiva gol da 280 minuti, perchè la ritrovata solidità difensiva che aveva contraddistinto la fine del 2014 è scomparsa all'alba del 2015 e tornano a galla tanti dubbi e timori sul reale valore di un reparto difensivo che concede troppo agli attacchi avversari. Inzaghi ha dovuto rinunciare a qualche giocatore importante: il ritrovato Mexes al centro della difesa, il pilastro De Jong a centrocampo e anche Armero sulla fascia mancina, tutti e tre per squalifica; la contemporanea assenza di Bonera ha tolto un'altra alternativa alla retroguardia, ma i rientri di De Sciglio e Alex hanno compensato le tante assenze; Pippo ha preferito riproporre Rami fuori ruolo a destra come nel derby, piuttosto che rilanciare dal primo minuto Abate e a centrocampo ha dato una chance a Essien come vice-De Jong, ma è stato tradito da entrambi e, forse, se potesse tornare indietro farebbe altre scelte; in attacco niente maglia da titolare per Cerci (subito acclamato dalla Sud), ancora fuori forma e con non più di 20-25 minuti nelle gambe (a detta dello stesso Inzaghi) e tridente dinamico con El Shaarawy, Menez e Bonaventura. In avvio di match queste scelte sembrano pagare: il Milan fa la partita e sblocca il risultato dopo soli nove minuti con Poli, prova anche a raddoppiare, ma poi inspiegabilmente si spegne, lascia l'iniziativa agli avversari, commette molti errori in disimpegno, perde molti palloni e a furia di rischiare subisce il gol del pareggio e potrebbe già andare in svantaggio prima della fine del tempo, perchè ormai si è disunito e sfaldato e il Sassuolo trova facilmente la via della porta di Lopez; troppo spazio lasciato a Sansone in occasione del gol del pareggio, ma successivamente si trema su altri palloni che passano davanti alla porta senza che, fortunatamente, gli attaccanti emiliani siano puntuali alla facile deviazione davanti alla porta.

Non cambia la situazione nella ripresa, anche perchè non cambia la formazione di un Milan in evidente difficoltà e che avrebbe bisogno di soluzioni diverse e forze fresche; dopo una ventina di minuti in cui accade poco, Inzaghi prova la carta Cerci, togliendo il peggiore in campo, ovvero Essien e sbilanciandosi alla ricerca della vittoria, con un incontrista in meno e un attaccante in più. La mossa non funziona e, anzi, è il Sassuolo a trovare il gol del vantaggio con una volèe fulminante di Zaza su pallone proveniente da calcio d'angolo; bellissimo il gesto tecnico dell'attaccante, ma come al solito la difesa rossonera, in occasione di palloni che giungono in area da calcio piazzato, fa la figura del presepe vivente (anzi assolutamente immobile come se ci fossero tante belle statuine) con tanto di Re Magi che, come da tradizione dell'Epifania, portano doni agli avversari. Inzaghi corre ai ripari e inserisce anche Pazzini al posto dell'evanescente El Shaarawy (anche qualche fischio per lui al momento dell'uscita dal campo) e l'unica vera occasione per pareggiare se la costruisce proprio il Pazzo, con una bella girata volante che fa gridare al gol, ma la parata di Consigli strozza l'urlo in gola ai tifosi rossoneri, che poi fischiano la lenta, sterile e improduttiva serie di passaggi orizzontali, se non addirittura all'indietro, di una squadra incapace di costruire gioco contro un avversario chiuso, coriaceo e più determinato, cosa che fa risuonare nelle orecchie le parole di Inzaghi e le promesse di inizio stagione riguardo al fatto che il Milan avrebbe perso solo contro squadre più forti e non più motivate; evidentemente non è così, perchè il Milan va alla deriva contro il Sassuolo, incapace di reagire e di metterci il cuore almeno per evitare la sconfitta e, così, arrivano i fischi, solo in parte mitigati dai cori della curva.

Epifania amara per i tifosi rossoneri, con tanto carbone nella calza e davvero poche belle sorprese: difesa nuovamente traballante, centrocampo fragile e disunito senza la diga De Jong, attacco poco incisivo, Cerci ancora in forma scadente anche se un paio di guizzi promettenti li ha fatti vedere. Ora il terzo posto è a cinque punti, ma risultati e prestazioni simili fanno davvero pensare che sia meglio non puntare a obiettivi difficili da raggiungere e non illudersi per non rimanere ancor più delusi. Meglio rimboccarsi le maniche, pensare solo a lavorare e a crescere, in attesa che anche la società dia il suo contributo sotto forma di interventi sul mercato per migliorare la qualità della rosa. Sconfitte come questa, ai primi di gennaio quando si ha la possibilità di rimediare e correggere con nuovi innesti, possono essere paradossalmente più salutari di effimere e illusorie vittorie in amichevoli senza significato, soprattutto se si dà loro il valore e l'importanza che non hanno. Ancora una volta la squadra ha dimostrato di avere poca personalità quando si tratta di fare la partita e di andare in difficoltà se pressata e aggredita e da queste cose Inzaghi deve ripartire per correggere gli errori e provare a eliminare i difetti. Il 2015 è iniziato in modo amaro, ma le occasioni per un pronto riscatto non mancano, a patto di tornare con i piedi per terra, fare un salutare bagno di umiltà e capire che senza grandi motivazioni e feroce determinazione questa squadra non ha un grande futuro, ma questo Inzaghi lo sa già.