Un altro esame importante

Un altro esame importanteMilanNews.it
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domenica 19 ottobre 2014, 00:20Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan affronta l’insidiosa trasferta di Verona per provare a tornare alla vittoria in trasferta, ben sapendo che spesso il Bentegodi ha dato verdetti importanti o addirittura decisivi per la storia rossonera.

Il Milan riprende il cammino in campionato dopo la sosta per gli impegni delle nazionali e il calendario propone a Inzaghi e ai suoi ragazzi una partita particolare in uno stadio che spesso è stato un crocevia importante: chi non ricorda la “Fatal Verona” del 1973 e del 1990, anni in cui il Milan ha perso due scudetti proprio al Bentegodi? Sono due momenti dolorosi della gloriosa storia rossonera, ma sono molte altre le occasioni in cui nello stadio veronese e contro l’Hellas il Milan ha giocato partite con in palio punti importanti: tanto per fare un esempio, nel 1987 un gol di Virdis regalò al Milan una vittoria decisiva per salvare la panchina ad Arrigo Sacchi e con il senno di poi possiamo tranquillamente dire che quel successo permise di aprire il favoloso ciclo di una squadra che vinse tutto ciò che si poteva vincere, a partire proprio da quel campionato in cui Verona rappresentò la prima rampa di lancio verso la gloria. Tornando a tempi più vicini ci fu un’altra vittoria che avvicinò il Milan alla qualificazione in Champions League e in quel 2-1 in rimonta ci fu un gol proprio di Pippo Inzaghi, ora allenatore del Milan ma che non dimentica il suo passato da calciatore in cui c’è stato anche un anno al Verona e proprio in quella stagione in gialloblu gli venne affibbiato il soprannome SuperPippo che poi non gli è più stato cambiato.

 

Il campionato del Milan è stato fino a questo momento abbastanza positivo: una sola sconfitta, tutto sommato prevedibile e da mettere in preventivo, contro la Juventus, tre vittorie e il rammarico per quei due pareggi in trasferta sul campo di due neopromosse come Empoli e Cesena; con quattro punti in più la classifica del Milan sarebbe stata davvero egregia, ma in fondo qualche inciampo è fisiologico per una squadra che deve ancora crescere molto e sta cercando un’identità e una fisionomia precisa. La società è soddisfatta del lavoro di Inzaghi e del rendimento della squadra, cosa che fa piacere al tecnico ma che fa capire che ormai obiettivi e ambizioni del Milan si sono ridimensionati: in effetti in questa stagione si può razionalmente puntare solo al gradino basso del podio, a quel terzo posto che potrebbe garantire il ritorno in Champions League e il condizionale non è riferito solo al fatto che ci sarebbe il turno preliminare da superare, ma anche al fatto che pure arrivare terzi potrebbe non bastare, perché un’eventuale vittoria di una squadra italiana in Europa League sarebbe un’amara beffa per la terza classificata in campionato, che verrebbe retrocessa nella seconda competizione europea. Alla settima giornata, però, è troppo presto per fare discorsi di questo genere e bisogna solo pensare a giocare bene e conquistare più punti possibili. Questo è il vero obiettivo di Inzaghi, che con molta saggezza non vuole alimentare illusioni, vuole restare con i piedi per terra e promette solo il massimo impegno, cosa che si è sempre vista in queste prime giornate e che soddisfa il popolo rossonero che comunque vede sempre una squadra che dà tutto in campo indipendentemente dal risultato. Inzaghi sta facendo un buon lavoro e vuole costruire una squadra competitiva e un gruppo unito: per fare questo deve prendere decisioni non facili ma obbligate, come quella di puntare il più possibile su una formazione “base” in cui le variazioni avvengono solo per infortuni, squalifiche o evidenti scadimenti di forma, ma ciò inevitabilmente scontenta qualcuno, cioè gli esclusi, che in teoria possono rischiare di destabilizzare l’ambiente con le loro lamentele; l’ultima esternazione è quella di El Shaarawy, che ha dichiarato tutta la sua voglia di giocare e rendersi importante e Inzaghi ha compreso, capito e apprezzato, perché anche lui è stato calciatore e non ha mai gradito di essere escluso e relegato in panchina. Caso chiuso ancor prima di essere aperto, quindi, anche perché Inzaghi stima molto il Faraone, al punto da dichiarare di aver scelto a inizio stagione il modulo 4-3-3 perché esalta le caratteristiche del giovane attaccante.

 

Intanto, però, il primo vero obiettivo è vincere a Verona e per farlo ci vorrà la migliore formazione possibile e, quindi, le giuste scelte di Inzaghi che ha qualche dubbio derivante dalle non perfette condizioni psicofisiche di alcuni giocatori; l’unica certezza è che mancherà lo squalificato De Jong e si tratta di un’assenza grave, perché l’olandese è la vera diga del centrocampo rossonero, l’unica vera protezione per una difesa che spesso va in affanno; al suo posto ci sarà Essien, che avrà un’altra occasione per dimostrare le sue doti che quasi mai si sono viste da quando è al Milan; per il resto molte certezze e qualche dubbio per affrontare una sfida difficile, perché il Verona è squadra ostica che sa giocare bene e mettere in difficoltà gli avversari e che si sta confermando dopo l’ottimo campionato scorso, iniziato proprio con un clamoroso successo alla prima giornata contro il Milan di Allegri. I rossoneri, quindi, cercano anche una rivincita al Bentegodi e vogliono conquistare una vittoria importante per dare continuità ai risultati positivi e proseguire il processo di crescita. Verona-Milan è una sfida particolare e molto sentita anche a livello di tifoserie, non certo amiche e, quindi, in un Bentegodi che si preannuncia pieno ci sarà un clima rovente e tanta tensione. Il Milan affronta un altro esame importante in questa stagione che deve essere quella del ritorno a grandi livelli e speriamo che riesca a superarlo brillantemente.