Un Milan da applausi vince e convince

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lunedì 15 dicembre 2014, 01:19Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri battono e raggiungono in classifica il Napoli con un gol per tempo e una buona prestazione; sprazzi di spettacolo, reti di Menez e Bonaventura e ora il terzo posto è a soli due punti.

Il calcio è strano e guai a dare giudizi definitivi nel corso di una stagione: solo una settimana fa eravamo qui a pronunciare il "de profundis" per un Milan sconfitto a Genova e che stava rotolando lontano dall'alta classifica ed ecco che sette giorni dopo tutto cambia: i rossoneri vincono finalmente uno scontro diretto contro una "grande", tornano a battere il Napoli dopo quasi quattro anni, raggiungono i partenopei in classifica e si ritrovano a soli due punti da quel terzo posto che sembrava diventato un miraggio, il tutto con una prestazione convincente e con momenti di bel gioco che hanno esaltato i tifosi rossoneri e con quella voglia di vincere e quella determinazione tante volte promesse da Inzaghi e dai suoi ragazzi ma che a volte era mancata, come successo proprio a Marassi una settimana fa. Il mister rossonero può sorridere, perchè ha visto in campo la squadra che vuole, che lo rende contento e orgoglioso e che ha messo in pratica i suoi insegnamenti, sfruttando al meglio le occasioni create con cinismo e opportunismo ma mostrando anche giocate spettacolari, magari non finalizzate, ma che hanno strappato applausi all'infreddolito (e ancora una volta scarso) pubblico di San Siro. I due gol che hanno messo al tappeto il Napoli sono un manifesto del calcio di Inzaghi: il primo è arrivato con una verticalizzazione sfruttata al meglio da Menez con un'accelerazione e una bella conclusione in diagonale; il secondo con un inserimento di Bonaventura in area che ha schiacciato in rete di testa il bel cross di Armero, un traversone che sarebbe piaciuto tanto anche all'Inzaghi calciatore. Un Milan che ha dimostrato di poter fare il tanto atteso salto di qualità ma che ora deve confermare questi progressi in una partita abbastanza proibitiva, quella dell'Olimpico contro la Roma; come dire...appena passato un esame, eccone un altro ancor più duro e impegnativo nel lungo e difficile percorso per provare a tornare grandi.

Inzaghi non rivoluziona la formazione delle ultime partite, ma qualche cambiamento c'è: scelte obbligate in difesa, dove le tante assenze (Alex, Abate e De Sciglio li rivedremo nel 2015) impongono la conferma del quartetto Bonera, Rami, Mexes e Armero; a centrocampo, con Montolivo e De Jong c'è la novità Poli, mentre in attacco, dove la febbre ha messo K.O. Torres (che comunque non sarebbe partito titolare), Honda viene preferito a El Shaarawy e c'è Bonaventura a far da seconda spalla al centravanti Menez in una sorta di albero di Natale di ancelottiana memoria rispolverato proprio in prossimità delle festività di fine anno. Milan-Napoli è stata una grande classica del calcio italiano, è ancora una sfida per le zone alte della classifica, ma non attira il grande pubblico a San Siro: terzo anello ancora chiuso, ampi spazi vuoti in tutti gli altri settori, si sta larghi anche in Curva Sud e non sono moltissimi nemmeno i tifosi ospiti, accolti dalla solita "compilation" di cori ostili e di sfottò; sono lontani i tempi in cui per una partita come questa lo stadio era strapieno e ribolliva di entusiasmo e il ricordo di quei Milan-Napoli in cui ci si contendeva lo scudetto mette un po' di nostalgia per motivi tecnici e ambientali.

Il Milan ha il merito di sbloccare il risultato alla prima vera occasione: dopo pochi minuti di studio e di equilibrio i rossoneri passano con una magnifica azione in velocità in cui si possono apprezzare la visione di gioco del ritrovato Montolivo, la verticalizzazione di Bonaventura, l'accelerazione di Menez, che brucia in velocità tutta la difesa napoletana e il suo diagonale che si appoggia al palo per poi entrare in porta. Il Napoli reagisce e il Milan soffre un po': gol annullato a Higuain per carica su Diego Lopez e poi è proprio il portiere rossonero a diventare protagonista con almeno tre parate decisive, di cui due nella stessa azione. Il Napoli spinge e pressa, il Milan va in affanno ma prova a rispondere con le stesse armi, ovvero pressing e attacco a una difesa non irreprensibile e che ogni volta che viene presa in velocità soffre terribilmente. Poli sfiora il palo e fa sperare che il Milan riesca a chiudere la partita, ma poi la quasi autorete di Mexes, che in scivolata manda il pallone a sfiorare il palo, mette i brividi e fa capire che la partita è tutt'altro che già vinta.

Anche in avvio di ripresa il Napoli prova a spingere e a trovare la conclusione vincente, ma si tratta sempre di tiri imprecisi o deboli che non spaventano più di tanto. Inoltre il Milan trova presto il raddoppio, grazie al cross al bacio di Armero che Bonaventura spinge in rete di testa, completamente dimenticato dai difensori avversari. A questo punto il copione della gara per i rossoneri è fin troppo scontato: chiudere tutti gli spazi a un Napoli sempre più deludente e ripartire in velocità alla ricerca del gol della sicurezza, che potrebbe arrivare quando Menez libera Poli solo davanti a Rafael, ma il centrocampista sbaglia il controllo e agevola l'uscita del portiere avversario. Tocca poi a Montolivo sfiorare il palo, mentre Menez dà spettacolo, salta tutta la difesa partenopea e sfiora il gol che avrebbe fatto venir giù lo stadio, complice una dispettosa deviazione di Koulibaly che manda il pallone in angolo e toglie al francese la soddisfazione di un altro gol meraviglioso. La curiosità è che con già due Lopez in campo, uno per parte, ad un certo punto della ripresa ci si ritrova anche con due Zapata, sempre uno per parte e che oltretutto gravitano nella stessa zona, visto che l'attaccante del Napoli viene marcato dal difensore del Milan; fra i rossoneri entrano anche Muntari per lo stanco e poco lucido Poli ed Essien al posto dell'applauditissimo capitan Montolivo, la cui regia ha contribuito alle fortune di questo Milan ritrovato. Nel finale è ancora Diego Lopez a mettersi in mostra, deviando un insidioso tiro di Higuain e poi un colpo di testa di Zapata, ma ormai la tensione si è già dissolta, visto che siamo in pieno recupero e si può festeggiare una vittoria importante, con Inzaghi che si fionda in campo a esultare per un 2-0 contro Benitez, come ad Atene sette anni abbondanti fa, quando una sua doppietta regalò al Milan una Champions League. Questo successo è molto meno importante, ma serve a ridare entusiasmo e autostima alla squadra, quindi merita di essere celebrato correndo sotto la curva mano nella mano, anche perchè si tratta dell'ultima partita casalinga del 2014 e prima delle festività di fine anno, quindi è un buon modo per salutare i tifosi e dare l'arrivederci al nuovo anno solare.

Un buon Milan contro un Napoli a tratti deludente ma che ha comunque creato qualche problema ai rossoneri: il fatto che dopo lo scatenato Menez il secondo migliore in campo dei rossoneri sia Diego Lopez la dice lunga sul fatto che non è stata una passeggiata e che soprattutto nel primo tempo la partita avrebbe anche potuto prendere un'altra piega; invece è arrivato il secondo 2-0 casalingo consecutivo e altri tre punti per alimentare la classifica in una giornata molto positiva anche per ciò che era già avvenuto prima: la sconfitta del Genoa e il pareggio della Sampdoria, unite alla vittoria del Milan in uno scontro diretto, consentono di portarsi a soli due punti dal terzo posto e di tornare a sognare ciò che solo una settimana fa sembrava svanito. Non alimentiamo troppe illusioni, però: il Milan ha giocato bene e meritato la vittoria, ma manca ancora la continuità nell'arco di tutta la partita mentre non sono mancate le sofferenze e i brividi, quindi guai a parlare di prestazione perfetta, anche se i progressi rispetto a Genova sono evidenti. Ora l'ultimo impegno del 2014 è la difficilissima trasferta di Roma che dirà qualcosa di più indicativo su questo Milan che ha vinto e convinto ma che può e deve ancora crescere molto.